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"Chiu longa è a pinsata, chiù grossa è a minchiata": come nasce un modo di dire siciliano

Ciò che definisce i siciliani è anche quella prontezza d’azione che noi chiamiamo «partire in prima o pigghiare in prima», ovvero pensare poco e agire subito

Gianluca Tantillo
Appassionato di etnografia e storia
  • 14 marzo 2022

Mio trisnonno parlava per proverbi, mio bisnonno per modi di dire, mio nonno si faceva capire a mezza parola e mio padre mi guardava storto ogni volta che gli dicevo di avere avuto un’idea, perché, come diceva mio trisnonno, «Chiu longa è a pinsata, chiù grossa è a minchiata». Eh già, chi l’ha detto che il prodotto è il risultato di fatica/tempo (/dovrebbe stare per fratto)!?

Prendete Newton per esempio, si sfondava di mele e idromele, poi gli veniva la pennichella perché la pancia gli faceva male e si andava a coricare sotto l’albero per poi ricominciare da capo (aveva già scoperto il moto perpetuo e non lo sapeva). Comunque, se Isacco Newton quel giorno fosse stato a fare matematica invece di farsi la pennichella non gli sarebbe cascata la mela in testa e addio legge di gravitazione universale: le cose avrebbero fluttuato per aria senza mai ricadere a terra.

Lo sapeva benissimo Thomas Edison, futuro inventore della lampadina, del fonografo e della sedia elettrica, che a detta dei professori, in classe, passava tutta la giornata a fantasticare e guardare fuori dalla finestra. Non per niente quando suo padre si presentava alle riunioni erano dolori. «Allora, come va mio figlio? È astuto, eh!?». «Suo figlio? Senta, a volte astuto è solo il contrario di addumo…» (N.b. in Sicilia astuto sta per spegnere, addumo per accendere).
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Pensate che il signor Cleo McVicker nel XX secolo inventa una pasta che serviva a ripulire le carte da parati dalle macchie di fumo provocate dalle stufe a legna. Questa cosa non se la filò nessuno, almeno fino a quando suo figlio non cominciò a giocare con quella pasta e da lì nacque il pongo (Sì, quella cosa puzzolente e appiccicosa che amano tanto le mamme).

Che dire di Percy Spencer? Era un nerd specialista di radar navali che un giorno armeggiando con gli emettitori di microonde sentì la barretta di cioccolato che teneva in tasca sciogliersi come il burro. A tutto pensava Percy tranne che a inventare un fornetto a microonde per le casalinghe.

Stessa cosa capitò per uno dei farmaci più famosi al mondo, la cui casa farmaceutica è tornata alla ribalta nel periodo pandemico. Gli scienziati Simon Campbell e David Roberts stavano, infatti, lavorando a un farmaco per l'ipertensione: durante i test scoprirono che non funzionava molto bene. Notarono però che i pazienti avevano alzabandiera imprevisti e duraturi, di quelli internazionali… Viagra lo chiamarono il farmaco.

Questa cosa che il pensare troppo alla fine conduca a risultati non proprio eccellenti, e che al contrario «le meglio cose sono quelle che riescono senza scervellarsi», è una filosofia che si è sempre sposata benissimo col dolce apprezzar la vita del siciliano. Quante volte abbiamo detto: «Compà, le meglio cose sono quelle improvvisate!».

Di parere contrario Cartesio, che era uno che pensava sempre e nel tempo libero costruiva assi, diceva: «Cogito, ergo sum», cioè “Penso quindi sono”. Magari se lo avesse incontrato Archimede, che era siciliano, e dedito materializzare subito i pensieri in opere, gli avrebbe detto proprio: «Cartè, chiù longa è a pinsata, chiù longa è a minchiata».

Proprio così, perché ciò che definisce i siciliani è anche quella prontezza d’azione che noi chiamiamo «partire in prima o pigghiare in prima», ovvero pensare poco e agire subito… è anche a questo che allude il nostro modo di dire.

Ad ogni modo, tutto questo excurs, alla fine, per dire una cosa che si poteva dire in un paio di righe; bastava ricordare semplicemente uno dei modi dire più in voga che ci sono in Sicilia e finiva lì. Direte giustamente voi: «Ma non ci potevi risparmiare tutte queste informazioni inutili e arrivare subito al sodo?». Eh, che ci volete fare, «chiù longa è a pinsata, chiù grossa è a minchiata!».
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