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Con le bellezze ti incanta, con i suoi misteri ti conquista: Catania così non l'hai mai vista

Come la fenice che rinasce dalle sue ceneri, una città da scoprire. Ve la raccontiamo attraverso un tour inedito fatto di storie misteriose, leggende e racconti popolari

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 28 settembre 2025

Catania

Catania, la fenice che rinasce dalle sue ceneri, la città con i suoi palazzi barocchi, la sua vita frenetica, i suoi negozi, le sue pasticcerie e ristoranti, conserva storie misteriose, leggende e narrazioni, a volte nascoste sotto la città.

A Piazza Duomo, il padrone di casa è “o Liotru”, l’Elefantino. Posto su una fontana in pietra con basamento di marmo e un obelisco. Le zanne dell’elefante furono aggiunte dopo il terremoto del 1693.

La storia della statua è particolare, si dice che fu voluta da Federico II, ma una statua in pietra lavica esisteva precedentemente, la descrive il geografo Arabo El Idrisi.

Il perché ci sia un Elefantino a Catania risiede nella leggenda, si racconta che avesse difeso gli abitanti da animali pericolosi, rendendosi così benemerito, da avere una statua a imperituro ricordo.

Il nome Liotru, è legato a Eliodoro, un nobile dedito alle arti magiche. Questi vivificò all’elefante di pietra, che si mise a camminare per la città con il nobile in groppa intenzionato a raggiungere Costantinopoli.

A seguito di questa “stregoneria” Eliodoro fu bruciato, e all’elefante restò il suo nome deformato in “Liotru”. Questa Piazza così importante per la città, ha la Loggia o il Palazzo degli Elefanti del 1353, sede del Comune, luogo dove una volta si riunivano i mercanti, il Palazzo dei Chierici, unito alla Cattedrale da Porta Uzeda.

Qui si trova la fontana del fiume Amenano, scomparso, che scorre sotto la Città. il fiume fuoriesce solo in questo posto riversandosi in una fontana, dove c’è la statua di un giovane che lo rappresenta.

Nella conca d’acqua scorgo un uomo munito di stivali in gomma che raccoglie le monetine gettate dai turisti, chi passa gli dà una mano indicando i riflessi nell’acqua.

Accanto al fiume emerso, vi sono le Terme di Achille che sono visitabili, anche se è rimasto ben poco. le Terme furono distrutte per la costruzione della Cattedrale e del Palazzo Vescovile; è interessante scendere i gradini che conducono ai resti, perché è uno degli accessi alla città sotterranea.

Imperdibile è il Duomo di Sant’Agata, più volte distrutto e rinato dopo i terremoti. Collocata l’edificazione verso la fine dell’anno 1000, fu costruito su ordine da Ruggero che decise di sacrificare le Terme Romane. La facciata è in marmo di Carrara con colonne ricavate da resti romani.

È un’Ecclesia Munita, (fortificata) con un interno maestoso disposto a croce latina con tre navate, qui c’è la cappella di Sant’Agata con il busto reliquario in argento realizzato a Limoges da un’artista senese.

La Santa ha sulla testa una corona che la leggenda vuole sia stata donata da Riccardo Cuor di Leone.

Dentro la Cattedrale, dove si trova la tomba del musicista Bellini, vi sono due finestroni con dei famosi Acronimi; MSSHDEPL e NOPAQUIE. il primo è Mentem sanctam spontaneam honorem Deo et Patriae liberationem ("La mente di Sant’Agata è santa e spontanea per l’onore di Dio e la libertà della Patria"), l’altro attribuito a Federico II è Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est , ("Non offendere la patria di Agata perché è vendicatrice di ogni ingiustizia"). Sono chiaramente due moniti e se non proprio avvertimenti, che è meglio che vengano rispettati.

Questa Santa così venerata dai catanesi ha una storia particolare è presente anche tra le 4 protettrici di Palermo che ne rivendica i natali.

Seguendo la Catania nascosta vado a Piazza Stesicoro dedicata al grande poeta greco che qui morì. Nella piazza circondata da una cancellata vi sono i resti di quello che fu un grandioso Anfiteatro costruito tra il I e II sec d.C. con una capienza di oltre 15.000 spettatori, qui si tenevano combattimenti tra uomini e fiere, ma non escluso che vi fossero anche le Naumachie, le battaglie navali.

Fu distrutto al tempo di Teodorico che concesse ai catanesi di potersi rifornire del materiale per costruire le abitazioni. Anche Re Ruggero adoperò materiale di spoglio per edificare la Cattedrale.

In stato d’abbandono sin dal IV secolo, dopo il terremoto del 1693 scomparve e sopra fu realizzata la Piazza.

Mi appoggio alla inferriata mentre una coppia di sposi su un cocchio con due cavalli fa il girofotografandosi ad ogni angolo. La tonalità scura della pietra lavica rende ancora più candido e brillante il vestito della sposa. È incredibile come questa Città sfuggente abbia inglobato la sua storia antica.

Esempio più evidente è il Teatro Romano. Anche questo in pietra calcarea e lavica fu realizzato probabilmente sopra un altro preesistente. Più volte restaurato sotto Augusto e Adriano ha poco distante un Teatro più piccolo, l’Odeon.

Questa città capace di rinascere ma anche fagocitare il suo passato, con il Teatro mostra un esempio incredibile: le case da quelle povere ai grandi palazzi, hanno utilizzato la struttura romana.

Una palazzina è sede dell’Antiquarium, c’è il Palazzo Gravina Cruyllas e nella summa cavea la Casa del Terremoto che ha conservato arredi e oggetti del terremoto del 1693.

Parlo con un signore che mi racconta che la sua casa è parte dei resti del grande teatro, e dalla sua cantina si accede ad un cunicolo, mi fa capire che lì c’è un mondo sotterraneo ricco di segreti.

Anche il Castello Ursino, dove si trova il Museo Civico, voluto da Federico ha qualcosa di particolare, leggo che a difesa della città una volta si affacciava sul mare. Affermazione che sembra incredibile, il Castello circondato da un fossato, è oggi letteralmente immerso in un quartiere, con negozi e abitazioni modeste e poco curate; vederlo qui lascia sbigottiti.

Raccontare Catania vuol dire inoltrarsi nella bellezza, nei misteri e storie oscure, come la leggenda di una scolaresca che si inoltrò nei cunicoli dell’Anfiteatro, per sparire e non tornare mai più.

Si racconta che per mesi si sentirono richieste di aiuto attraverso le mura dei palazzi, durano per un po’ e poi anche queste sparirono inghiottite dalla bellissima e enigmatica città.
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