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Da Emma Dante a Ficarra & Picone: il viaggio (con la Sicilia nel cuore) di Eleonora De Luca

Tante le opportunità che ha già vissuto la giovane attrice palermitana, e di certo tante quelle che la attendono, ma un punto fermo nella sua vita rimane la sua terra

  • 19 gennaio 2021

Eleonora De Luca (foto di Simone Coppo)

I saggi ce lo hanno insegnato: ci sono momenti in cui si semina, anche molto e senza attendere un ritorno, e momenti in cui si raccoglie anche più di quanto previsto.

Nella carriera di un attore questo aspetto è forse ancor più accentuato: devi studiare molto, fare gavetta, mantenerti magari con un secondo lavoro più produttivo nell’immediato, e attendere che la vita, poi, ti offra l’occasione giusta.

È stato in qualche modo così per Eleonora De Luca, l’attrice palermitana che, alla scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è stata sul red carpet con due diversi film, “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante e “Padrenostro” di Claudio Noce.

L'ingresso nel mondo della arti per Eleonora passa dalla danza classica, praticata per molto anni, alla passione verso il cinema e il teatro che ha ricevuto dai genitori.

«Ho sempre respirato - ci ha detto Eleonora - le atmosfere dei teatri grazie alla mia famiglia e nel tempo la mia curiosità verso il mondo della recitazione è cresciuta. All’età di sedici anni ho seguito il mio primo laboratorio teatrale a Palermo che mi ha confermato questo forte desiderio».
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Dai laboratori alle scuole di teatro il passo è stato veloce e così Eleonora ha conseguito il diploma presso l’Istituto Nazionale di Dramma Antico a Siracusa.

«Sono sempre stata una ragazza molto timida - ci ha detto Eleonora, che adesso vive a Roma - e poco estroversa e intraprendere la carriera dell’attore mi ha fatto crescere molto.

È una professione che ti mette molto alla prova ma ti rende anche lungimirante. È un continuo crescere che si nutre di se stesso come si suole dire "il mestiere fa il mestiere".

Quando ho iniziato a studiare per fare l’attrice ero quasi ossessiva: studiavo anche la notte, avevo una grande fame di conquistare il più presto possibile nuove competenze. Poi ho capito che ci vuole tempo, e soprattutto, pazienza perché le cose maturino».

E in effetti è andata così.

Eleonora De Luca ha appena finito di girare la terza serie de "Il Cacciatore" ma porta ancora addosso l’emozione dell’esperienza a Venezia, lo scorso settembre.

«Quando ho visto a teatro lo spettacolo "Le sorelle Macaluso" mi è piaciuto moltissimo e quando ci sono stati i casting per il film mi sono presentata subito.

Non avevo mai incontrato Emma Dante personalmente, ci eravamo solo incrociate a Siracusa l’anno in cui lei portava un suo spettacolo e io recitavo nell’altro, che andavano in scena a serate alterne.

Non è stato facile ottenere la parte nel suo film perché Emma Dante ha fatto un lavoro molto attento e scrupoloso nella scelte delle attrici che attraversavano diverse generazioni.

Il mio alter ego era Simona Malato con la quale abbiamo anche fatto dei provini insieme e alla fine è andata bene».

Eleonora, che ha lavorato anche con Ficarra e Picone (nel film L'ora Legale), è un’attrice che si innamora dei progetti.

«Quando mi propongono un lavoro o mi presento io ad un provino è sempre la storia quella che mi deve convincere; ho sempre avuto la fortuna di lavorare con grandi registi e grandi attori dai quali ho sempre imparato tanto.

Recitare ti porta anche in giro per il mondo, ti fa viaggiare e ti costringe anche a sviluppare una certa forma di adattamento veloce alle situazioni».

Tante le opportunità che ha già vissuto Eleonora, e di certo tante quelle che la attendono, ma un punto fermo nella sua vita rimane la Sicilia.

«Porto sempre con me, nel cuore, la mia Palermo ma anche la Sicilia tutta che, per me, è la semplificazione ungarettiana del mondo.

Ad ogni angolo la nostra Isola cambia offrendo spunti di riflessione, di confronto e di opportunità unici che è difficile trovare, con la stessa concentrazione, in un altro posto. Ed è anche per questo che sono sempre molto felice di lavorare qui ogni volta che ne ho l’opportunità».
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