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Da Milano in Sicilia per amore delle api: la nuova vita di Santo nei terreni di famiglia

Dopo trent'anni di carriera passati a Milano Santo è dovuto ritornare in Sicilia per accudire il padre malato. E poi il passo è stato facile: oggi possiede oltre cento arnie

Balarm
La redazione
  • 11 giugno 2021

L'apicoltore Santo Sauro (foto di allfoodsicily.it)

Se c’è un sogno che ogni giorno nutri nel cuore, arriva il tempo di uscirlo dal cassetto e renderlo realtà.

È stato così per Santo Sauro, apicoltore siciliano che ci ha messo trent'anni per realizzare il suo desiderio fatto di natura e amore per le api, realizzato nei terreni che ricadono nel Parco delle Madonie.

«Questa è sempre stata la terra di nostro padre - racconta Santo - e dopo la sua morte noi fratelli avevamo prospettive diverse su questa eredità. Alcuni di noi avrebbero voluto venderla mentre io ed un altro mio fratello chef, volevamo mantenerla; alla fine l'abbiamo tenuta a messa a frutto».

Bisogna fare un passo indietro nella storia di Santo - come riporta un articolo di allfoodsicily.it - che per lungo tempo per motivi di lavoro ha lasciato la Sicilia.

Per 30 anni, infatti, ha lavorato a Milano per una società di telecomunicazioni, mentre il ritorno nella terra natale è stato quasi obbligato a causa delle difficili condizioni di salute del capofamiglia.
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Una volta rimesso piede a casa, però, tutti i dubbi e le incertezze, relative ad un nuovo inizio radicale, sono stati piano piano fugati.

Messi sul piatto della bilancia pro e contro, legati principalmente, ad un ritmo di vita quotidiana ben diversa tra il caos milanese e la serenità della campagna madonita la decisione finale è stata quasi scontata. Con l'acquisizione dei terreni di famiglia, insieme al fratello, Santo ha messo su, da zero, un allevamento di api.

«Ancora non ho un laboratorio pronto - dice - ma al momento conto già un centinaio di arnie, e penso di arrivare a non più di 150 in futuro, per un totale di circa 70.000 esemplari, che gestirò da solo. L'anno prossimo conto di produrre una maggiore quantità di miele che sarà delle varietà mille fiori primaverile e sulla, e poi castagno ed eucalipto; forse in futuro anche il cardo. Questi territori sono montani e dunque queste sono le tipologie di miele che si possono produrre senza portare le arnie lontane da qui».

Tra le specie allevate da Santo ci sono delle famiglie di ape sicula, delle famiglie di ligustica (l’ape italiana) e parecchie ibride.

«Per me che ho fatto questa scelta per passione non ci sono particolare difficoltà da affrontare, semmai in alcuni periodi, come quello della sciamatura, ci vuole maggiore attenzione e cura delle arnie ma niente di più.

Io sono in conversione al biologico dell’allevamento e sono sicuro che presto il valore del prodotto totalmente naturale verrà riconosciuto e apprezzato. Il mio rapporto con le api è simbiotico, mi piace sentire gli odori della arnie, della cera prodotta, sono un vero appassionato».
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