Da Palermo la sfida per un "nuovo centro-sinistra": chi c'è in Progetto Civico Italia
Il progetto, partito da una "scommessa" dell'assessore comunale di Roma Alessandro Onorato, riunisce diversi amministratori locali. Ecco chi aderisce in Sicilia
									Progetto Civico Italia (al centro Ismaele La Vardera, Alessandro Onorato e Carmelo Miceli)
				Cosa succede quando gli amministratori locali si mettono insieme per provare a dare una scossa concreta al centrosinistra italiano? L’ultima idea è il Progetto Civico Italia, da una scommessa di Alessandro Onorato, assessore ai grandi eventi, sport turismo e moda al Comune di Roma. Da poco il progetto sbarca in Sicilia, guidato da Carmelo Miceli e affiancato da Ismaele La Vardera.
Il tentativo è «quello di creare una rete di amministratori liberi, che spesso e volentieri non si riconoscono più nei partiti tradizionali»- dichiara La Vardera. «Noi non siamo un partito tradizionale, per questo ho accettato la sfida di Alessandro Onorato di provare a costruire una rete di amministratori liberi. Non posso che esser contento che dalla Sicilia parta il primo coordinamento».
Le adesioni al movimento, secondo il coordinatore Carmelo Miceli, non sono tardate ad arrivare. Il progetto sarebbe stato accolto con grande entusiasmo, come una ventata d’aria fresca. «È bastata una iniziativa per capire il tipo di adesione intorno a questo progetto. Da quando abbiamo annunciato la presentazione il mio telefono non ha smesso di squillare, da un lato per rispondere alle domande di chi vuole capirne di più, dall’altro per raccogliere le adesioni di chi in Progetto Civico sa di aver trovato la strada per recuperare entusiasmo. L’obiettivo è quello, prima delle prossime Politiche, di diventare un soggetto che possa offrire alla coalizione di centrosinistra anche i nostri candidati. Penso in particolare a Palermo e alla Regione Siciliana».
La scelta di partire da Palermo e dalla Sicilia non è un caso, è la volontà di ricordare e ripartire dai luoghi dimenticati «Decidere di partire dalla Sicilia come prima regione in Italia è un dato di non poco conto, anche perché i partiti di centrosinistra hanno spesso dimenticato la questione meridionale».
Per il leader di Contro Corrente, Ismaele La Vardera, è importante creare un soggetto politico che si interfacci veramente con i problemi e le necessità della gente vera, disillusa dai partiti che finora non sono riusciti ad interpretarne i bisogni: «Noi non vogliamo ritagliarci un ruolo nei ‘campi tradizionali’, vogliamo ritagliarci un ruolo tra la gente che non crede più alla politica e non va più a votare. È chiaro che noi daremo un nostro contributo mettendo a disposizione gli amministratori».
La Sicilia, secondo La Vardera, può rappresentare un importante banco di prova. «Può essere un interessante laboratorio politico perché è qui che sono nati i partiti, i movimenti veri che sono riusciti ad intercettare i bisogni delle persone comuni e ad avere tanto successo tra la gente. Penso al movimento di Cateno De Luca, al movimento Cinque Stelle o a Rosario Crocetta. Mi permetto di citare anche quello che credo possa essere la vera novità del 2027: noi del movimento Contro Corrente, che non saremo sviliti dal Progetto Civico ma che anzi saremo una risorsa per rafforzarlo» conclude La Vardera.
La sfida è quella di rilanciare il centrosinistra e tornare a fare una reale opposizione, tornando anche a pretendere posizioni di potere. «Intanto vogliamo fare da pungolo nei confronti del centrosinistra, cercando di portarlo su posizioni che non siano perdenti in partenza» commenta Miceli.
«Ultimamente sono state fatte scelte al ribasso, troppo spesso portate avanti per non disturbare il conducente del partito di turno, piuttosto che pensare a trovare la soluzione per vincere. Noi siamo quell’elemento che dà quella spinta al centrosinistra per spostarsi da opposizione pura a una coalizione che punta a governare. D’altra parte, il modo in cui la destra ha governato i nostri territori è sotto gli occhi di tutti: qui manca l’ordinaria amministrazione».
La sfida di Carmelo Miceli sembra essere quella di riprendere una serie di temi che, secondo i fondatori del movimento, sarebbero lasciati sotto il totale controllo delle destre. «Alcuni argomenti sono stati erroneamente lasciati alla destra e vanno recuperati. Penso alla sicurezza: sono stato l’ultimo responsabile nazionale sicurezza nel Partito Democratico, delega che adesso non esiste più. La sicurezza deve tornare ad essere un tema fondamentale della politica di sinistra, che vedo come il preludio per l’equilibrio di tutti i diritti, questo è un argomento fortemente di sinistra ed è stato dimenticato.
Proprio sulla sicurezza, fossi stato il sindaco di Palermo, mi sarei legato davanti al ministero dell’Interno pur di ottenere le risorse necessarie per mettere gli uomini giusti per le strade della nostra città. Per non parlare del garantismo che abbiamo appaltato ai partiti di destra, che ne hanno fatto scempio, utilizzandolo come strumento per coprire delle nefandezze. E poi c’è il tema delle partite iva dei giovani professionisti: è preoccupante che la sinistra non se ne occupi. Giusto difendere i lavoratori e il salario minimo ma certamente, in termini di ore lavorate, il cosiddetto "popolo delle partite Iva" oggi non è rappresentato dalla sinistra».
Gli amministratori che animano il Progetto Civico Italia dicono di essersi già messi al lavoro su proposte concrete, che partano dai bisogni della regione. In particolare, uno dei temi su cui si vuole investire, per provare a trovare soluzioni, è quello dell’emigrazione e dello spopolamento dell’isola. «Un’idea creata per il meridione e, in particolare per la Sicilia, è il Sicilian Reimmigration: un pacchetto di misure, incentivi, welfare per il ritorno dei cervelli in fuga. È incomprensibile l’accettazione di un fenomeno migratorio che impoverisce i nostri territori, incidendo anche sul Pil regionale».
			
							Il tentativo è «quello di creare una rete di amministratori liberi, che spesso e volentieri non si riconoscono più nei partiti tradizionali»- dichiara La Vardera. «Noi non siamo un partito tradizionale, per questo ho accettato la sfida di Alessandro Onorato di provare a costruire una rete di amministratori liberi. Non posso che esser contento che dalla Sicilia parta il primo coordinamento».
Le adesioni al movimento, secondo il coordinatore Carmelo Miceli, non sono tardate ad arrivare. Il progetto sarebbe stato accolto con grande entusiasmo, come una ventata d’aria fresca. «È bastata una iniziativa per capire il tipo di adesione intorno a questo progetto. Da quando abbiamo annunciato la presentazione il mio telefono non ha smesso di squillare, da un lato per rispondere alle domande di chi vuole capirne di più, dall’altro per raccogliere le adesioni di chi in Progetto Civico sa di aver trovato la strada per recuperare entusiasmo. L’obiettivo è quello, prima delle prossime Politiche, di diventare un soggetto che possa offrire alla coalizione di centrosinistra anche i nostri candidati. Penso in particolare a Palermo e alla Regione Siciliana».
La scelta di partire da Palermo e dalla Sicilia non è un caso, è la volontà di ricordare e ripartire dai luoghi dimenticati «Decidere di partire dalla Sicilia come prima regione in Italia è un dato di non poco conto, anche perché i partiti di centrosinistra hanno spesso dimenticato la questione meridionale».
Per il leader di Contro Corrente, Ismaele La Vardera, è importante creare un soggetto politico che si interfacci veramente con i problemi e le necessità della gente vera, disillusa dai partiti che finora non sono riusciti ad interpretarne i bisogni: «Noi non vogliamo ritagliarci un ruolo nei ‘campi tradizionali’, vogliamo ritagliarci un ruolo tra la gente che non crede più alla politica e non va più a votare. È chiaro che noi daremo un nostro contributo mettendo a disposizione gli amministratori».
La Sicilia, secondo La Vardera, può rappresentare un importante banco di prova. «Può essere un interessante laboratorio politico perché è qui che sono nati i partiti, i movimenti veri che sono riusciti ad intercettare i bisogni delle persone comuni e ad avere tanto successo tra la gente. Penso al movimento di Cateno De Luca, al movimento Cinque Stelle o a Rosario Crocetta. Mi permetto di citare anche quello che credo possa essere la vera novità del 2027: noi del movimento Contro Corrente, che non saremo sviliti dal Progetto Civico ma che anzi saremo una risorsa per rafforzarlo» conclude La Vardera.
La sfida è quella di rilanciare il centrosinistra e tornare a fare una reale opposizione, tornando anche a pretendere posizioni di potere. «Intanto vogliamo fare da pungolo nei confronti del centrosinistra, cercando di portarlo su posizioni che non siano perdenti in partenza» commenta Miceli.
«Ultimamente sono state fatte scelte al ribasso, troppo spesso portate avanti per non disturbare il conducente del partito di turno, piuttosto che pensare a trovare la soluzione per vincere. Noi siamo quell’elemento che dà quella spinta al centrosinistra per spostarsi da opposizione pura a una coalizione che punta a governare. D’altra parte, il modo in cui la destra ha governato i nostri territori è sotto gli occhi di tutti: qui manca l’ordinaria amministrazione».
La sfida di Carmelo Miceli sembra essere quella di riprendere una serie di temi che, secondo i fondatori del movimento, sarebbero lasciati sotto il totale controllo delle destre. «Alcuni argomenti sono stati erroneamente lasciati alla destra e vanno recuperati. Penso alla sicurezza: sono stato l’ultimo responsabile nazionale sicurezza nel Partito Democratico, delega che adesso non esiste più. La sicurezza deve tornare ad essere un tema fondamentale della politica di sinistra, che vedo come il preludio per l’equilibrio di tutti i diritti, questo è un argomento fortemente di sinistra ed è stato dimenticato.
Proprio sulla sicurezza, fossi stato il sindaco di Palermo, mi sarei legato davanti al ministero dell’Interno pur di ottenere le risorse necessarie per mettere gli uomini giusti per le strade della nostra città. Per non parlare del garantismo che abbiamo appaltato ai partiti di destra, che ne hanno fatto scempio, utilizzandolo come strumento per coprire delle nefandezze. E poi c’è il tema delle partite iva dei giovani professionisti: è preoccupante che la sinistra non se ne occupi. Giusto difendere i lavoratori e il salario minimo ma certamente, in termini di ore lavorate, il cosiddetto "popolo delle partite Iva" oggi non è rappresentato dalla sinistra».
Gli amministratori che animano il Progetto Civico Italia dicono di essersi già messi al lavoro su proposte concrete, che partano dai bisogni della regione. In particolare, uno dei temi su cui si vuole investire, per provare a trovare soluzioni, è quello dell’emigrazione e dello spopolamento dell’isola. «Un’idea creata per il meridione e, in particolare per la Sicilia, è il Sicilian Reimmigration: un pacchetto di misure, incentivi, welfare per il ritorno dei cervelli in fuga. È incomprensibile l’accettazione di un fenomeno migratorio che impoverisce i nostri territori, incidendo anche sul Pil regionale».
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