STORIA E TRADIZIONI
Da secoli fa suonare le campane di notte: la festa (estiva) della "nanna" al Borgo Vecchio
Sabato pomeriggio c'è la processione dei novizi e a notte fonda le campane da secoli suonano a festa, come da tradizione. La domenica l’evento più commovente

La statua d Sant'Anna con Maria bimba a Borgo Vecchio
La devozione alla “madre S. Anna” è una tradizione molto antica, che coincide secondo alcune fonti storiche con il 1555, anno di fondazione della storica confraternita che ha sede nella chiesa dedicata alla Santa, in Via Collegio di Maria. In origine la confraternita portava il nome di S. Maria di Monserrato e dei SS. Apostoli Pietro e Andrea, ed era formata da pescatori e giardinieri.
A quel tempo infatti il Borgo era allo stesso tempo zona marinara ma anche di campagna, sorgeva al di fuori di Porta San Giorgio (e quindi della cinta muraria edificata in difesa della città) e si estendeva fino alla chiesa di S. Lucia.
Il Borgo era sorto proprio nella metà del '500, con l’estendersi della città dopo la costruzione del molo nuovo e aveva subito rapidamente un grande sviluppo, popolandosi di commercianti e artigiani, di pescatori e marinai provenienti dalla Kalsa.
La chiesa di Sant’ Anna al Borgo ha subito nei secoli non poche vicissitudini: ad esempio nel 1823 il Vescovo di Mazara voleva sopprimere il luogo di culto, per ampliare il vicino Collegio di Maria, ma l’intervento dei confrati fu provvidenziale per salvare il tempio.
Inoltre, durante la seconda guerra mondiale la chiesa, trovandosi a ridosso del porto, fu danneggiata più volte dai bombardamenti degli alleati; ma nel dopo guerra, grazie all’impegno della confraternita venne restaurata e ricostruita.
All’interno dell’edificio si trova (collocato in una nicchia del presbiterio) un gruppo scultoreo ligneo che raffigura Sant’ Anna anziana e la Madonna Bambina.
Anna è considerata dalla tradizione cristiana la moglie di Gioacchino e la madre di Maria Vergine. I genitori della Madonna in realtà non sono mai nominati nei testi biblici canonici; la loro storia viene narrata nei Vangeli apocrifi, nel Protovangelo di Giacomo e Vangelo dello pseudo-Matteo, per poi arricchirsi di dettagli agiografici nel corso dei secoli, come nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Secondo la tradizione dunque Anna e Gioacchino, uomo virtuoso e molto ricco della tribù del Regno di Giuda e della stirpe di Davide, dopo vent’anni di matrimonio avevano perso la speranza di avere figli.
Per gli ebrei la sterilità è una condanna e Gioacchino era stato umiliato pubblicamente (un uomo di nome Ruben gli aveva impedito di sacrificare al tempio per non aver dato figli a Israele). Ferito si era ritirato nel deserto, tra i pastori.
Gli sarebbe apparso in sogno un angelo, annunciando l'imminente concepimento di un figlio: lo stesso angelo si sarebbe manifestato contemporaneamente anche ad Anna. I due anziani sposi si erano allora ricongiunti, incontrandosi alla Porta Aurea di Gerusalemme. Qualche mese dopo sarebbe nata la Vergine Maria.
La tradizione vuole pure che dopo la morte di S. Anna le sue reliquie siano state messe in salvo dal centurione Longino. A seguito di varie peripezie, i resti della nonna di Gesù furono traslate dalla Terra Santa in Francia da alcuni monaci e furono suddivise fra diversi nobili e prelati europei, questo è il motivo per cui attualmente il teschio di S. Anna viene custodito nella cappella del Castello dei Ventimiglia di Castelbuono in Sicilia.
Torniamo però al Borgo Vecchio: momenti salienti della festa in onore della Patrona del Quartiere sono "la scinnuta" dei simulacri di S. Anna e Maria Bambina e la processione fino al Porto.
Sull’altare della chiesa in via Collegio di Maria viene allestito un enorme tosello, con drappi sontuosamente parati a festa. Il rito della “scinnuta”, ovvero la deposizione ai piedi dell’altare della statua di Sant’Anna da parte alcune famiglie del quartiere, si compie il giovedì precedente la festa, quando tanti devoti del Borgo Vecchio si riversano in chiesa.
Le due statue, estratte dalla nicchia, sono poste alla pubblica venerazione: ognuno può toccare, ammirare, pregare, chiedere grazie e miracoli prima che Sant’Anna e Maria Bambina vengano innalzate sulla vara.
Sabato pomeriggio si svolge la processione dei novizi e a notte fonda vengono suonate le campane a festa, così come da tradizione secolare. La domenica si vive l’evento più commovente e sentito della festa, con la processione della Vara, che ondeggiando al suono della musica solenne della banda tocca ogni punto del quartiere.
L’uscita di Sant’Anna dalla chiesa è un momento emozionante, perché i devoti si affollano, si segnano, sollevano i bambini chiedendo protezione, pregano e piangono, in un turbinio di petali e bigliettini colorati e spari di petardi.
La vara si dirige come prima tappa al porto, dove una corona di fiori verrà gettata in mare per ricordare tutti i naufraghi e i dispersi in mare, compresi i primi confrati, pescatori o marinai.
La processione si snoda poi fra le viuzze del quartiere, dove la nonna di Gesù viene accolta con grida di giubilo: “Viva Matri Sant’Anna, Viva Buiggu Viecchiu” (Borgo Vecchio); oppure “Tutti a chiamanu, Chiamamula tutti,Viva a Matri S. Anna Viva! È chista è a nostra Nanna, Viva a Matri Sant’ Anna! Trema l’Inferno e triunfa Maria, Viva Maria!”.
Ricordiamo infine che Sant’ Anna è protettrice di coloro che lavorano con le mani e creano oggetti utili: calzolai, operai e artigiani in generale (orafi, gioiellieri, bottai, minatori, fabbricanti di scope, tessitori, sarti, ricamatrici e merlettaie).
Viene invocata anche per la fertilità, il buon parto e la protezione dei bambini ed è considerata dalla Chiesa un simbolo di compassione e misericordia.
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