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Donna Franca e la "congrega" delle nobili a Palermo: i segreti della Cappella delle Dame

Si incontravano in un luogo barocco di rara bellezza, ancora sconosciuto a tanti palermitani. Un "rito" che in città è andato avanti per 4 secoli e dura ancora oggi

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 10 luglio 2023

L'Oratorio delle Dame al Giardinello

L’oratorio delle dame, un gioiello barocco di rara bellezza e d’inestimabile valore, purtroppo sconosciuto a tanti palermitani, sorge in via del Ponticello 39, a poca distanza dalla facoltà di Giurisprudenza e dal complesso monumentale della Chiesa del Gesù.

Vi si accede attraverso un semplice portale barocco in pietra grigia di Billiemi, sormontato da un medaglione in marmo, su cui è inciso il monogramma mariano. L’ingresso alla cappella è possibile solo in particolari occasioni, come ad esempio durante la manifestazione Le Vie dei Tesori.

"Giardinello - Congregazione secreta di dame con oratorio in essa, ch’è sotto il titolo dell’Espettazione del parto della Vergine. Sta nella contrada del Ponticello, nella strada detta di Casa Professa”. Così scriveva Gioacchino Di Marzo, nel suo volume "Opere storiche inedite sulla città di Palermo" (1873).

La segretezza sottolineata dal Di Marzo, che scrive “congregazione secreta di dame” sembrerebbe in realtà semplicemente contrapporre la sfera “secreta” ossia privata, a quella "pubblica".
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La patrona della congregazione delle Dame è la “Madonna dell’Aspettazione al parto”, raffigurata da anonimo pittore del XVIII secolo nella pala d’altare dell’oratorio: la Vergine incoronata è in ginocchio davanti all’Onnipotente e ai piedi della Madonna è collocato un canestrino, dove è riposto il corredino di un neonato.

Le Dame si dedicavano alla preghiera, a opere di elevazione spirituale, ma soprattutto sin dai tempi più antichi aiutavano e assistevano le partorienti povere del rione dell’Albergheria.

Le consorelle realizzavano i corredini per i bimbi (i cosidetti “canestri”), che venivano distribuiti a Natale e a Pasqua alle future mamme. Afferma Gioacchino Di Marzo che le dame si riunivano frequentemente: una volta al mese per meditare la buona morte, in quaresima per gli esercizi spirituali, nella novena del Natale.

La guida spirituale delle nobili signore veniva sempre scelta tra i gesuiti della vicina Casa Professa. Costituita da nobildonne appartenenti ai ceti più elevati dell’aristocrazia palermitana, la venerabile congregazione delle Dame sotto il titolo di "Maria Santissima dell’Aspettazione al parto" venne istituita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.

Il marchese di Villabianca e il canonico Gaspare Palermo indicano il 1595 come anno di fondazione della congregazione; mentre Antonino Mongitore nel suo "Palermo divoto di Maria Vergine" si riferisce al 1608, che è anche l’anno in cui venne edificato l’oratorio.

Purtroppo non è possibile al momento fare maggiore chiarezza, perchè negli archivi dell’oratorio non sono stati ritrovati i documenti relativi alla fondazione: è probabile che la documentazione che riguarda i primi 100 anni di vita della congregazione sia andata irrimediabilmente perduta quando l’edificio è stato gravemente danneggiato, durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

I documenti più antichi, ritrovati presso l’archivio, sono datati 1692: si tratta di un fascicolo dove figurano le cariche delle dame.

La congregazione era retta da una superiora, che veniva eletta dalle consorelle ogni anno e che era affiancata da due "congiunte", scelte tra le dame che avevano quattro quarti di nobiltà.

Figurano anche altri ruoli all’interno della congregazione: segretaria, capo coro, maestra di cerimonia, e così via. Un ruolo particolarmente delicato era quello di tesoriera. Tra i compiti della segretaria invece si legge: “La secretaria oltre la fedeltà e buoni costumi, deve sapere leggere e scrivere, perché ella deve leggere in congregazione le lezioni spirituali e tutte quelle cose, che bisogneranno in congregazione ed habby cura di tenere ordinaty scritti in una tabella appesa nell’oratorio li nomi di tutte le sorelle…” (libro della Segretaria 1699).

La cappella delle dame fu realizzata sulle rovine di un edificio ecclesiale preesistente e in un documento del 1608 si afferma che i maestri fabbricatori Giuseppe Russo e Carlo Scotto furono costretti a “sdirrupare” anche alcune case vicine per elevare la nuova fabbrica.

Nell’estate del 1608 le Dame svolgevano già le loro caritatevoli attività nell’oratorio del Ponticello, che tuttavia non aveva l’aspetto attuale: ai piedi dell’altare maggiore si può ammirare un frammento di un più vasto pannello di maiolica (oggi disperso), che raffigura l’edificio e un ponte su un corso d’acqua (il Kemonia).

L’attuale veste dell’oratorio è da datarsi tra il 1770 e il 1730. Durante i primissimi anni del XVIII secolo la superiora intraprese inoltre importanti lavori decorativi, che interessarono sia l’oratorio che i locali della congregazione. Artefice della riconfigurazione dell’oratorio nelle forme attuali fu la principessa di Buonfornello, Anna Lanza e Bellacera, donna dotata di grande competenza negli affari e nella gestione del patrimonio familiare.

La principessa, nobildonna di grandi virtù morali, animata da profonda devozione religiosa e da grande ammirazione per Sua Maestà cattolico re di Spagna e di Sicilia, ricoprì diverse volte la carica di superiora o congiunta e fu tesoriera della congregazione del Giardinello dal 1695 al 1717 (anno della sua morte).

Si occupò inoltre di trovare i fondi per il restauro dell’edificio e affidò la direzione dei lavori all’architetto e sacerdote trapanese Andrea Palma, suo uomo di fiducia, brillante decoratore.

La congregazione venne riformata nel 1733 dalla principessa di San Lorenzo, Eleonora Ruffo e Oneto. Nel 1873 la superiora Bianca Lucchesi palli, duchessa di Monteleone, arricchì l’oratorio con stucchi, argenterie, nuovi raffinati pavimenti di maiolica.

Dal 1803, anno di elezione a superiora della regina Maria Carolina (che dal 1799 si era rifugiata con la corte borbonica a Palermo, durante l’occupazione napoleonica di Napoli) il grado di superiora venne ricoperto nominalmente dalla regnante in carica (rappresentata in loco da una vicaria): la regina Margherita di Savoia fu eletta nel 1878 e la regina Elena di Montenegro nel 1900.

Nell’ultimo decennio del XIX secolo la congregazione è stata trasformata in ente morale. Alle raffinate dame dell’aristocrazia palermitana si deve probabilmente il buon gusto degli arredi, delle pitture e degli stucchi, delle suppellettili che decorano l’oratorio.

Attraverso un breve corridoio si entra in una galleria porticata chiusa con vetrate su cui si affacciano a destra il salone della congregazione e a sinistra “il giardinello”, con pavimento maiolicato, al centro del quale spicca una piccola fonte circolare con papiri.

Dal giardino si accede alla cappella oratoriale, decorata con magnifici arredi lignei a intarsio, con applicazioni di legno intagliato e dorato, realizzati tra il 1711 e il 1719 su disegni di Antonio Grano.

L’impianto della cappella è quello tipico degli oratori palermitani: una stretta aula rettangolare, con gli scranni delle dame sul lato lungo. Le pareti, interamente affrescate a trompe-l’oeil, con la creazione di finte architetture, sono state decorate con rilievi a stucco.

L’affresco sulla volta, che raffigura il Trionfo della Vergine ed è contornato da episodi della vita della Madonna e di Gesù, è stato dipinto da Andrea Palma e da Antonino Grano. Il ciclo pittorico dell’oratorio comprende, tra tele e affreschi, quasi tutti i misteri del rosario.

L’altare barocco, con inserti in marmo mischio, è attribuito ad Andrea Palma ed è arredato, così come era usuale nei secoli passati, con candelieri e vasetti con fiori in argento. Nella prima sala antioratoriale della congregazione vi è una copia su tela dello Spasimo di Sicilia di Raffaello Sanzio.

Nei quattro soprapporta sono contenute tele con soggetti sacri: S. Giuseppe Dormiente e l’Angelo (attribuito a Gaspare Serenario), La Madonna del Parto (simile a quella dell’altare dell’oratorio), l’Incoronazione di Santa Rosalia (attribuito a Filippo Tancredi), e una Maddalena penitente.

Sui comò, sotto campane di vetro e all’interno di scarabattole, sono custoditi vasi con fiori di seta, una Madonna Addolorata in cera, Bambinelli di cera rivestiti con abitini ricamati, adornati con gioielli di corallo e rosari con grani d’argento. Interventi di restauro sono stati necessari nel periodo postbellico, per i danni ingenti causati dalle bombe, durante la seconda guerra mondiale: grazie all’accorato appello della superiora, la duchessa della Verdura e all’impegno economico delle dame, la cappella venne restaurata e riaperta al culto.

Nel 1985 fu eseguito un intervento di manutenzione straordinaria per le infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto. Tra il 2004 e il 2011 sono stati restaurati gli affreschi di Antonio Grano e tra il 2018 e il 2019 sono state restaurate le 36 sedi presbiterali in legno intarsiato.

Anche oggi la congregazione è formata solo da donne, molto impegnate nell’ambito sociale (preparazione di corredini per neonati, doposcuola per i bambini dell’albergheria, adozione a distanza di alcuni bambini, ecc.). Le Dame si riuniscono ogni venerdì del mese, per gli esercizi spirituali prima di Pasqua, per la festa di Maria Santissima dell’Aspettazione del Parto (il 18 Dicembre, otto giorni prima del Natale).

In occasione della festa della “Madonna dell’Aspettazione del Parto” viene celebrata ogni anno una solenne liturgia, durante la quale vengono benedetti i “canestri” con i corredini per le mamme dell’Albergheria.

Al termine della funzione viene sorteggiato un bambinello di cera e segue un piccolo rinfresco. Faceva parte della congregazione delle Dame anche Donna Franca Florio: il suo nome si può leggere sulla tabella, accanto a quello delle altre consorelle.

Il 9 Novembre del 2019, in memoria di Donna Franca, nel 69° anniversario della scomparsa, nell’oratorio al Ponticello è stata officiata una messa. Erano presenti anche la nipote, Donna Costanza Afan De Rivera e la superiora della congregazione, Agata Orlando Riva Sanseverino.

La cappella delle Dame è stata dichiarata monumento nazionale.

Fonti: F. Palazzotto, Gli oratori di Palermo. R. Riva Sanseverino, A. Zalapì, Oratorio delle Dame al Giardinello.
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