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Era il rito palermitano di settembre: fare acquisti per la scuola da De Magistris Bellotti

Fondata nel 1906, è stata un tassello importante del mosaico della storia di questa città ma il 4 febbraio del 2012, quando purtroppo ha abbassato le sue saracinesche

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 18 luglio 2022

La cartoleria De Magistris Bellotti a Palermo

Era la cartoleria più rifornita della città. Il negozio dove acquistare ogni anno a settembre, prima della riapertura delle scuole, quaderni a peso, carta da disegno, righelli, enormi confezioni di pastelli a matita e di pennarelli, compassi di precisione, penne profumate, gomme per cancellare, diari, copertine per i libri.

Non si trattava solo di "shopping" ma di un vero e proprio rito che profumava di carta e d’inchiostro, del cuoio degli astucci, della cera dei pastelli, della colla bianca e pastosa che i bambini finivano sempre per aver voglia di assaggiare.

Il giudice Giovanni Falcone, che era un appassionato collezionista di penne stilografiche si recava spesso ad acquistarne qualcuna nella storica cartoleria di via Gagini, nel cuore di Palermo, a due passi dalla chiesa di San Domenico dove adesso riposano le sue spoglie.

La cartoleria Bellotti (successore dei fratelli) De Magistris è ancora molto presente nella memoria nostalgica dei palermitani: per decenni è stata una specie di istituzione. Un tassello importante del mosaico della storia di questa città. Purtroppo il 4 Febbraio del 2012 ha abbassato le sue saracinesche.
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Nei tempi d’oro, nei periodi dei grandi fatturati, prima dell’avvento della tecnologia digitale che ha spazzato via l’uso del cartaceo, l’azienda dava lavoro a ben 120 dipendenti, c’erano quattro punti vendita e una tipografia: c’erano le sedi di Via Gagini (la più antica), quella di via Terrasanta, quella di via Leanti e infine quella di viale Strasburgo.

Studenti, mamme, papà o intere famigliole alle prese con l’acquisto del materiale scolastico, sventolando la lunga lista di ciò che era necessario, affollavano la cartoleria. I clienti aspettavano pazientemente il loro turno, intanto che nel negozio strapieno i dipendenti si facevano in quattro per accontentare le richieste di adulti e ragazzi.

A rifornirsi di materiale da cancelleria sono state diverse generazioni di palermitani, di studenti (dalle elementari sino all'Università) ma anche tanti professionisti. In tipografia si stampava ogni sorta di «modulistica» per tutte le grandi aziende.

«Lavorare per 32 alla De Magistris è stato bello. Certo la tristezza per aver perso il lavoro è tanta, ma voglio ricordare tutte le cose positive. Avevo 19 anni, quando ho iniziato a lavorare alla De Magistris», scrive su un noto social network un ex impiegato, Giuseppe Romano.

«Prima lavoravo in uno studio commerciale. Grazie a mio zio Francesco Romano, entrai anche io in questa prestigiosa ditta. Mi presentai nel 1979. Lavorare alla De Magistris, negli anni 80, era paragonabile ad un posto in banca, visti gli stipendi che percepivo.

Erano anni in cui il lavoro non mancava, anzi, eravamo sempre impegnati. Ricordo che l'1 gennaio facevamo l'inventario, quindi tornato dalla festa di Capodanno al mattino presto andavo in negozio a lavorare. Ma il giorno seguente, appena varcata la soglia del negozio, ci consegnavano un fuori busta (per il lavoro svolto il giorno prima) che ti faceva subito dimenticare la stanchezza. Tempi memorabili».

«Io ho cominciato con il fare i domicili,con un motorino che aveva le marcie al pedale, correvo per tutto il giorno per la città. Mi trovavo in via Leanti, ricordo che oltre a me, che ero il fattorino, c’erano altri sette impiegati.

Dopo qualche anno, mi hanno trasferito in via Gagini, sono passato in magazzino. Dopo sono passato alla ricezione dell'ingrosso, per ultimo sono stato responsabile della succursale di Via Leanti.

Ricordo che arrivavano dei vagoni di merce, vagoni nel vero senso della parola: fornivamo tutta Palermo, scuole, uffici, ospedali…insomma per via della nostra professionalità eravamo i numeri uno».

La cartoleria a Palermo aveva aperto i battenti in via Gagini, nel 1906, grazie al lombardo Vincenzo Bellotti, che lavorava per i fratelli De Magistris e C. .

La ditta De Magistris aveva avuto origine nel 1859 con Achille De Magistris, attivista politico, che usava la carta stampata per attaccare verbalmente gli austriaci ed era stato costretto per questo motivo a rifugiarsi in Canton Ticino.

Achille aveva poi lasciato il suo esilio svizzero per trasferirsi a Milano, dove aveva aperto la prima di una serie di rivendite di giornali.

Negli anni seguenti, l'oggetto dell'attività era cambiato, concentrandosi sullo smercio di articoli di cancelleria esercitata in un piccolo banco, nei pressi del palazzo dei Giureconsulti. Gli affari avevano cominciato a prosperare.

Achille aveva avuto nel frattempo sette figli. Paolo, quello più portato per gli affari, aveva aperto nel 1884 la prima cartoleria Fratelli De Magistris e C. a Genova e poi negozi e magazzini di carte d’imballaggio e altro a Genova, Torino, Roma, Palermo, Parigi, Marsiglia. Giovanni De Magistris, fratello di Paolo, aveva fondato nel 1890 la ditta De Magistris di Milano, che vendeva carta, cancelleria, registri, stilografiche.

Bellotti era subentrato a Palermo ai fratelli De Magistris, affiancando il proprio nome a quello dello storico marchio, sia nella cartoleria che nella tipografia. Era cominciata così un’avventura imprenditoriale che aveva raggiunto il culmine tra la fine degli anni ’60 e l'inizio dei ’70, per merito dei figli del fondatore Vincenzo, morto nel 1954.

Ad apportare nuovi miglioramenti all'azienda erano stati Eugenio Bellotti e la sorella Sandra che nel 1977 avevano chiamato a far parte della società un altro ramo della famiglia, quello di Vincenzo e dei suoi figli.

Purtroppo tutti e 4 i negozi del marchio storico hanno chiuso definitivamente dieci anni fa.

Nella sede di via Gagini si lavora da qualche tempo a un progetto d’imprenditoria giovanile, portato avanti da Radici-piccolo museo della natura che vuole conservare in parte questo luogo di memoria della città, riutilizzandone gli arredi (splendidi mobili e banchi e scaffali dello storico marchio Ducrot) e convertendone l’uso, perché continuino a custodire ricordi, seppure raccontando altre storie.
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