Farmacisti e medici di famiglia in sciopero (pure) a Palermo: visite a rischio, perché
È stata indetta una manifestazione in tutte le piazze d'Italia e quindi anche in Sicilia per i farmacisti: nell'articolo raccontiamo che sta accadendo e quando si tiene lo sciopero
Sciopero farmacisti
Nuovi scioperi in vista e la Sicilia aderisce alla protesta: il primo è stato proclamato mercoledì 5 novembre di medicina generale e coinvolgerà i medici di famiglia. Secondo quanto riporta il sito ufficiale, gli studi medici rimangono chiusi e il medico garantisce esclusivamente le urgenze cliniche che non si possono rimandare.
«La protesta dei medici di medicina generale è un grido d’allarme che la politica non può continuare a ignorare - afferma Mario Giambona vicepresidente del gruppo Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana -. Esprimo la mia piena vicinanza ai professionisti della salute che domani protesteranno in difesa della sanità pubblica e del diritto alla salute dei cittadini.
I medici di famiglia rappresentano il primo presidio di prossimità. Sono loro che ogni giorno garantiscono assistenza, ascolto e prevenzione a milioni di cittadini, spesso senza strumenti, senza personale e dentro un sistema al collasso. Le attuali volontà governative, come la progressiva burocratizzazione del lavoro medico, mettono a rischio la sopravvivenza di un servizio essenziale come quello della medicina generale.
La protesta dei camici bianchi nasce da una condizione insostenibile a livello nazionale e che in Sicilia è amplificata da anni di cattiva gestione e abbandono della sanità pubblica nella nostra isola ci sono pronto soccorso al limite, strutture territoriali indebolite e un governo regionale incapace perfino di nominare, a causa delle logiche di partito della maggioranza sulla spartizione delle poltrone, i vertici del Dipartimento per la Pianificazione Strategica e dell’Asp di Palermo.
La battaglia dei medici di medicina generale è anche - conclude Giambona - la battaglia di ogni cittadino che crede in una sanità pubblica accessibile, moderna e di qualità. L’Italia e la Sicilia hanno necessità di atti concreti e non di propaganda».
La settimana prosegue con lo sciopero del 6 novembre in tutte le piazze d'Italia e anche in Sicilia, a Palermo e a Catania. La manifestazione è stata indetta su tutto il territorio nazionale da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ed è a sostegno della vertenza per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, scaduto il 31 agosto 2024.
L'appuntamento è previsto dalle 10.00 alle 13.00 in tutte le piazze: nel dettaglio nel capoluogo l'incontro è a piazza Indipendenza di fronte alla Presidenza della Regione, mentre a Catania è in programma un corteo da piazza San Domenico fino alla sede di Federfarma regionale in Via Androne.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs regionali spiegano che si è arrivati allo sciopero nazionale: «A seguito dell’atteggiamento di chiusura da parte di Federfarma su riconoscimento degli aumenti salariali richiesti per il rinnovo contrattuale e su soluzioni normative che tengono conto dell’aumento del costo della vita, nonché delle professionalità e del contesto lavorativo delle farmacie».
«Le farmacie sono un presidio sociale e sanitario di prossimità importantissimo per il territorio regionale, basti pensare al ruolo di riferimento in tema di salute che svolgono anche nei centri abitati di piccole e medie dimensioni, dove spesso non è presente nemmeno il presidio della guardia medica - affermano Elisa Camellini, Stefano Spitalieri e Ida Saja segretari generali delle tre sigle sindacali regionali -.
Per queste ragioni i mancati riconoscimenti, oltre a quelli economici, delle professionalità di questi operatori, proprio da parte di chi rappresenta i titolari delle farmacie con cui lavorano in strettissimo rapporto, lascia ancora di più l’amaro in bocca.
Nel corso della trattativa, da parte sindacale, si è sempre perseguito un confronto costruttivo, avanzando proposte concrete e sostenibili per un rinnovo contrattuale che garantisca: giusti adeguamenti salariali; migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; riconoscimento della professionalità, anche in relazione alla farmacia dei servizi; percorsi formativi volti a valorizzare le competenze del personale».
Le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie private, unitamente a Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs regionali della Sicilia, chiedono a Federfarma regionale di attivarsi per la ricomposizione del tavolo nazionale di negoziazione per permettere una soluzione positiva della vertenza, così come chiedono alla Presidenza della Regione di sostenere le loro richieste, dato l’importante ruolo che nel tessuto sanitario regionale ricoprono i presidi delle farmacie.
«Basti pensare alla somministrazione dei vaccini antinfluenzali che vengono effettuate nelle farmacie in questo periodo», sottolineano le organizzazioni Sindacali di categoria.
«La protesta dei medici di medicina generale è un grido d’allarme che la politica non può continuare a ignorare - afferma Mario Giambona vicepresidente del gruppo Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana -. Esprimo la mia piena vicinanza ai professionisti della salute che domani protesteranno in difesa della sanità pubblica e del diritto alla salute dei cittadini.
I medici di famiglia rappresentano il primo presidio di prossimità. Sono loro che ogni giorno garantiscono assistenza, ascolto e prevenzione a milioni di cittadini, spesso senza strumenti, senza personale e dentro un sistema al collasso. Le attuali volontà governative, come la progressiva burocratizzazione del lavoro medico, mettono a rischio la sopravvivenza di un servizio essenziale come quello della medicina generale.
La protesta dei camici bianchi nasce da una condizione insostenibile a livello nazionale e che in Sicilia è amplificata da anni di cattiva gestione e abbandono della sanità pubblica nella nostra isola ci sono pronto soccorso al limite, strutture territoriali indebolite e un governo regionale incapace perfino di nominare, a causa delle logiche di partito della maggioranza sulla spartizione delle poltrone, i vertici del Dipartimento per la Pianificazione Strategica e dell’Asp di Palermo.
La battaglia dei medici di medicina generale è anche - conclude Giambona - la battaglia di ogni cittadino che crede in una sanità pubblica accessibile, moderna e di qualità. L’Italia e la Sicilia hanno necessità di atti concreti e non di propaganda».
La settimana prosegue con lo sciopero del 6 novembre in tutte le piazze d'Italia e anche in Sicilia, a Palermo e a Catania. La manifestazione è stata indetta su tutto il territorio nazionale da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ed è a sostegno della vertenza per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, scaduto il 31 agosto 2024.
L'appuntamento è previsto dalle 10.00 alle 13.00 in tutte le piazze: nel dettaglio nel capoluogo l'incontro è a piazza Indipendenza di fronte alla Presidenza della Regione, mentre a Catania è in programma un corteo da piazza San Domenico fino alla sede di Federfarma regionale in Via Androne.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs regionali spiegano che si è arrivati allo sciopero nazionale: «A seguito dell’atteggiamento di chiusura da parte di Federfarma su riconoscimento degli aumenti salariali richiesti per il rinnovo contrattuale e su soluzioni normative che tengono conto dell’aumento del costo della vita, nonché delle professionalità e del contesto lavorativo delle farmacie».
«Le farmacie sono un presidio sociale e sanitario di prossimità importantissimo per il territorio regionale, basti pensare al ruolo di riferimento in tema di salute che svolgono anche nei centri abitati di piccole e medie dimensioni, dove spesso non è presente nemmeno il presidio della guardia medica - affermano Elisa Camellini, Stefano Spitalieri e Ida Saja segretari generali delle tre sigle sindacali regionali -.
Per queste ragioni i mancati riconoscimenti, oltre a quelli economici, delle professionalità di questi operatori, proprio da parte di chi rappresenta i titolari delle farmacie con cui lavorano in strettissimo rapporto, lascia ancora di più l’amaro in bocca.
Nel corso della trattativa, da parte sindacale, si è sempre perseguito un confronto costruttivo, avanzando proposte concrete e sostenibili per un rinnovo contrattuale che garantisca: giusti adeguamenti salariali; migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; riconoscimento della professionalità, anche in relazione alla farmacia dei servizi; percorsi formativi volti a valorizzare le competenze del personale».
Le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie private, unitamente a Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs regionali della Sicilia, chiedono a Federfarma regionale di attivarsi per la ricomposizione del tavolo nazionale di negoziazione per permettere una soluzione positiva della vertenza, così come chiedono alla Presidenza della Regione di sostenere le loro richieste, dato l’importante ruolo che nel tessuto sanitario regionale ricoprono i presidi delle farmacie.
«Basti pensare alla somministrazione dei vaccini antinfluenzali che vengono effettuate nelle farmacie in questo periodo», sottolineano le organizzazioni Sindacali di categoria.
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