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Forse non lo sapevi ma il Salame Turco è un dolce (anche) estivo: ecco la versione sicula

È nero a macchie chiare, proprio come il suo similare di carne, morbido e aromatico ma, soprattutto, fatto con un ingrediente legato alla Sicilia

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 16 agosto 2022

Il Salame Turco (foto dal web)

Certezze sulle origini non ne abbiamo – c’è chi lo associa ad un dolce di una origine portoghese, arrivato fino in Italia e in Sicilia ai primi del novecento - ma sul sapore nessun dubbio: Il Salame Turco o di cioccolato è uno dei dolci più amati da grandi e piccini, sparisce non appena compare sulla tavola che sia per una festa di bambini o per una di adulti va via come il pane!

È nero a macchie chiare, proprio come il suo similare di carne, morbido e aromatico ma, soprattutto, fatto con l’ingrediente che ha una storia alla quale la Sicilia è legata da una tradizione antichissima che proviene dalla dominazione spagnola.

Fino a qualche anno fa veniva consumato solo in periodi di festività per Natale o Pasqua, ma da un po’ di tempo ha perso questa caratteristica da festa comandata ed è diventato un dolce presente in ogni momento dell’anno, così come accade a cassata e buccellato, compresa l’estate dove proprio per la sua caratteristica solidità e modalità di preparazione, può essere consumato fresco, magari con un bel caffè freddo o a fine pasto insieme ad un liquore alla cannella o nocino.
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La storia sul nome "Salame Turco" non sta dentro la provenienza quanto dentro un modo di esprimersi del nostro dialetto figurato, ovvero, l’interpretare le cose associandole ad altro, quindi l’aggettivo al colore della pelle dei Mori arabi, detti turchi appunto.

Tradizionalmente lo si serve già affettato in bella vista su un vassoio ma con la restante parte integra per far vedere proprio la somiglianza con il salame. Sebbene gli ingredienti siano semplici ci vuole un certa abilità per farlo venire sodo e compatto, per non farlo sbriciolare al taglio e tenere la sua forma.

Grazie al legame con la tradizione storica è stato inserito nella tradizione gastronomica regionale italiana e inserito nella lista dei P.A.T. Siciliani - Prodotti Agroalimentari Tradizionali - dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Gli ingredienti sono semplici e prevedono l’uso di biscotti secchi tritati grossolanamente, cacao, uova, burro, zucchero e il Marsala, almeno nella versione originale siciliana, escluso se il dolce va per i bambini.

Un po’ come succede a molte delle nostre ricette, paese che vai salame che trovi, differenziato a seconda della zona dove lo si trova anche con aggiunta di mandorle o pistacchi di Bronte, canditi di zuccata.

Un dolce che è un pezzo della nostra storia e non soltanto di cucina e ricettari, poiché proprio quella scoperta delle Americhe ad opera dei conquistadores gli spagnoli regnanti in Sicilia, fece arrivare quella che si identificava come la bevanda degli dei.

Portata in dono da un monco Cistercense, la cioccolata era arrivata in Spagna dall'America Centrale a metà del 1500, assaggiata dai conquistadores che ne assaporarono per primi il gusto e la consistenza.

Il famoso cioccolato siciliano arriva perché possedimento spagnolo intorno al 1600 e per secoli rimase un prodotto esclusivamente per nobili e ricchi borghesi, nella città di Modica che inizia la produzione con un primordiale ricettario di produzione "a freddo" ancora oggi in uso, senza la pasta di burro di caca che fa scrocchiare i cristalli di zucchero che si sentono ancora degustando la barretta.

L'uso di consumare cioccolata tra il XVI e XVII secolo si diffuse velocemente come segno di ricchezza e opulenza nelle corti e nei palazzi nobiliari di tutto il regno di cui faceva parte anche la Sicilia.

Oltre alla preziosità come ingrediente c’è da aggiungere che era tale la sua importanza da usare le fave di cacao addirittura come moneta nei paesi del centro America.

Era così prezioso che veniva considerato un dono divino come racconta una leggenda, dalle potenti proprietà energizzanti e cardio-toniche, somministrato come energizzante ai soldati.

In Sicilia iniziò a diventare un ingrediente importantissimo della gastronomia soprattutto in pasticceria, dove lo si vede in forme diverse ma associato spesso alla crema di ricotta per il cannolo, alle decorazioni per il gelo di anguria a simulare i semi, sopra le sfincie fritte e via dicendo.

Tornando al nostro salame, possiamo ben dire che ancora oggi resiste al passare del tempo, forse, anche per la sua semplicissima preparazione che spesso rappresenta uno dei primi step per chi si avvicina all’arte della pasticceria.

Certo è che una bella fetta di salame fresco in un estate calda è una vera goduria!
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