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Fu sposa bambina e regina infelice: Costanza Chiaramonte e quel farabutto del Re Ladislao

La figlia di Manfredi Chiaramonte sposò il futuro re di Napoli a soli dodici anni: ignara di esser stata prescelta solo per la sua ricca dote fu anche vittima di complotto

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 27 aprile 2022

Ritratto di Costanza Chiaramonte

Costanza Chiaramonte era una bimba bellissima, capace di incantare chiunque e quando a soli 9 anni fu chiesta in sposa dalla reggente Margherita Sanseverino, per suo figlio Ladislao, che di anni ne aveva 12, la famiglia non sembrò stupirsi: quell’adorabile creatura era degna di diventare la moglie di un re!

“Magnifica famiglia quella dei Chiaramonte – scriveva Sciascia – troppo occupata a guerreggiare e a congiurare, troppo in gara coi re, troppo ostinata nel difendere il proprio privilegio…”. La dinastia dei Chiaramonte, che sarebbe derivata dal casato francese dei Clermont, originario della Piccardia, ebbe un peso decisivo nella politica siciliana del Trecento e nelle lotte dinastiche per la successione al trono sull’isola.

A testimonianza dell’influenza della famiglia sulla società dell’epoca esiste persino uno stile architettonico, detto appunto chiaramontano: la modanatura a zig zag, adottata nei portali, nelle colonne e nelle bifore delle imponenti dimore della famiglia.
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Costanza era nata nel 1377 da Eufemia Ventimiglia e da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica (il più importante stato feudale dell'isola). Manfredi era ammiraglio e Gran siniscalco del Regno di Sicilia, Vicario del Regno e Maestro Giustiziere: regnava di fatto su quasi tutta la Sicilia. Fu un onore per lui ricevere la delegazione di Gaeta, interessata alla mano di Costanza per l’erede al trono di Napoli e il contratto matrimoniale fu presto stipulato.

Nel Settembre del 1389, affidata al Vicerè, Costanza partì su quattro galee con la sua governante e le sue dame, recando al futuro marito una ricchissima dote e forzieri carichi di doni (argento, gioielli, tessuti pregiati). La Regina Margherita in persona, si recò col suo bastimento ad accogliere la “sposa bambina” al porto di Gaeta, dove si celebrarono nozze fastose, tra l’entusiasmo popolare.

Manfredi Chiaramonte, felice dell’idea di imparentarsi col re di Napoli, era stato probabilmente troppo avventato a cedere per vanità la sua figliola. Qualcuno aveva cercato di metterlo in guardia, ma non era stato ascoltato: si diceva che la regina Margherita, diventata reggente dopo la morte del marito, fosse una donna spietata e che avesse avvelenato la cugina, la regina Giovanna, nonostante la sovrana avesse già designato Ladislao come suo erede.

Margherita aveva deciso di non risposarsi più e di dedicare la sua vita alla lotta dinastica contro gli altri rami della famiglia, per salvaguardare il trono per il figlio. Impoverita da questa guerra fratricida aveva dunque scelto la piccola Costanza solo per la dote cospicua che ella avrebbe portato a Ladislao. Solo pochi anni dopo le nozze la perdita di prestigio e di potere dei Chiaramonte fecero cadere presto in disgrazia Costanza agli occhi della suocera. Nel 1391 infatti Manfredi Chiaramonte morì e gli succedette il figlio Andrea, che ne proseguì la politica anti-aragonese.

In un primo tempo, venne accolto benevolmente dal nuovo sovrano Martino; ma poi venne arrestato a tradimento, processato e giustiziato per decapitazione il 1º giugno del 1392 a Palermo, proprio di fronte al palazzo che il suo antenato Manfredi I Chiaramonte aveva edificato in Piazza Marina quasi 100 anni prima.

Margherita cominciò a far vociferare la notizia (falsa) che la madre di Costanza avesse una relazione con Martino il vecchio, padre del re Martino il giovane, per screditare la nuora e spingere il figlio a stipulare nuove nozze e alleanze. La Sanseverino diceva che era indecoroso aver in moglie la figliola della concubina di un catalano ed esortava il figlio a rivolgersi direttamente al Papa, per chiedere la separazione e prendere in moglie la figlia del re di Cipro, Maria di Lusignano, che avrebbe portato la dote che serviva per la guerra.

Recatosi a Roma, senza nulla far trapelare alla moglie, Ladislao, ottenne la bolla desiderata. La domenica successiva si recò a messa con Costanza, per udir messa, come al solito; durante la celebrazione il Vescovo lesse la bolla del Papa, scese dall’altare, sfilò dal dito della fanciulla l’anello nuziale e lo restituì al re.

Costanza, umiliata dal marito, fu mandata con due donzelle e una vecchia dama a vivere in una umile casa, dove ogni giorno a mo’ di elemosina le veniva mandato il vitto. Il ripudio di Costanza venne da tutti ritenuto vile; Ladislao e Margherita avevano approfittato della fanciulla, l’avevano spogliata dei suoi beni e da ultimo una volta caduta in disgrazia la sua famiglia l’avevano cacciata.

Costanza visse con onestà e pudicizia fino alle nuove nozze, nel 1395, quando fu costretta dal re, su consiglio della regina Margherita, a sposare un vassallo, Andrea conte di Altavilla, figlio di Luigi di Capua. Ladislao stesso unì le mani di Costanza e di Andrea nella chiesa della Trinità, dichiarandoli marito e moglie davanti agli occhi della gran folla che vi si trovava.

Costanza fuori di sé, per le nuove nozze a cui era stata forzata, nuovamente a tradimento, prese la parola per la prima volta in pubblico ed esclamò furiosa: “Andrea, voi siete il più fortunato cavaliere del mondo poiché avete per concubina la moglie legittima del vostro re Ladislao!” All’udire queste parole “Ladislao ne ebbe a un tempo rimorso e scorno.”

Costanza, non aveva avuto figli dal re, forse per la giovane età di entrambi gli sposi; ma dalle nozze con Andrea nacquero Maria e Luigi. Ladislao I invece non ebbe eredi da nessuna delle sue tre mogli, si spense il 6 agosto 1414 all'età di appena 38 anni e in molti credono che la sua morte sia avvenuta per avvelenamento.

Le sue spoglie sono custodite nella chiesa di San Giovanni a Carbonara in Napoli, in un maestoso monumento funebre su cui sono scolpiti in rilievo i nomi delle tre mogli fra cui spicca per primo quello della bella e infelice Costanza Chiaramonte.
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