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I Cantieri culturali alla Zisa cambiano nome: ecco a chi li dedica il Comune di Palermo

Nuova intitolazione per il polo culturale di via Paolo Gili. L'omaggio a una realtà imprenditoriale che contribuì a scrivere l'epoca d'oro della Palermo di inizio '900

Balarm
La redazione
  • 23 marzo 2023

I padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa

I Cantieri culturali alla Zisa di Palermo cambiano nome: da oggi si chiamano ufficialmente "Cantieri culturali Ducrot", in memoria dell'imprenditore che qui diede vita alle sue Officine per la fabbricazione di mobili.

Formalmente il cambio nome è avvenuto due giorni fa, ossia quando la Commissione Toponomastica (organo consultivo del Comune) ha dato il suo parere positivo all'intitolazione dei Cantieri di via Paolo Gili. A darne notizia è l'assessore comunale alla Cultura Giampiero Cannella, durante una conferenza stampa a Villa Igiea - che tra i suoi pregiati arredi ancora conserva mobili realizzati proprio nelle storiche Officine Ducrot.

«Sull'intitolazione dei Cantieri a Vittorio Ducrot era stata presentata una mozione in Consiglio comunale. Ritengo che sia un atto doveroso per il recupero della memoria e delle origini di un luogo culturale così importante della città» dichiara Cannella.

Quelli che tutti chiamano comunemente Cantieri culturali alla Zisa sorgono, in buona parte, nei padiglioni di quelle che un tempo furono le "Officine Ducrot", mobilificio e realtà imprenditoriale che ha contribuito a scrivere l'epoca d'oro della Palermo ad inizio ‘900.
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La storia prende il via qualche anno prima: sul finire dell’800 abitava a Palermo Carlo Golia, un imprenditore che aveva una fabbrica di specchi e commerciava articoli di lusso. Fatale fu l’incontro con Maria Roche, una fascinosa donna di origine francese rimasta vedova mentre era in dolce attesa.

Il bimbo di Maria si chiamò Vittorio, come il padre Victor Ducrot, un ingegnere ferroviario che lavorava a Malta. Palermo era un buon mercato a quel tempo - siamo nell'età della Bella Epoque dei Florio - e Golia ampliò la sua impresa, iniziando la fabbricazione di mobili.

L’Esposizione Nazionale del 1892 fu il campo da gioco su cui l’imprenditore consolidò il proprio impero, iniziando al tempo stesso una collaborazione ed un’amicizia tra l’imprenditore e gli architetti Giovan Battista ed Ernesto Basile, espressione dell'arte Liberty in città.

La svolta nella produzione della fabbrica di Carlo Golia si ebbe quando il figlio adottivo Vittorio, siamo intorno al 1902, si affiancò al padre e poi, alla sua scomparsa, divenne il capitano dell’azienda, a cui cambiò il nome.

Comincia così uno dei periodi più fiorenti per Palermo.

La fabbrica cominciò a produrre mobili di altissima qualità che andarono ad arredare i luoghi più belli e importanti anche in scala nazionale. Tra questi, come anticipato sopra, il Grand Hotel Villa Igiea, il Grand Hotel delle Palme in città e Montecitorio.

In circa trent’anni la fabbrica si espanse raddoppiando il numero di operai di anno in anno fino a raggiungere quota 2000 intorno agli anni Trenta, con sedi e negozi a Milano, Napoli, Roma oltre che, naturalmente a Palermo.

L’ultima impresa di Vittorio Ducrot si ritrova sulla facciata della palazzina che si trova all’entrata di via Paolo Gili, dove compare la scritta SAAS, che sta per Società Anonima Aeronautica Siciliana, dopo che nel 1936 gran parte del mobilificio fu convertito per la produzione di aerei.

Nel 1939 la società però fu ceduta ad un imprenditore genovese e da qui iniziò il lento declino fino al 1973 quando una grande fetta dell’area dei Cantieri fu destinata all’edilizia residenziale, restando anch'essi vittime di quello che viene tristemente ricordato come il "Sacco di Palermo".

Il momento che viene definito “nuovo inizio” risale al 16 luglio 1995 quando il Comune acquistò quel che restava della fabbrica Ducrot, cominciando una lenta trasformazione con l’introduzione di attività culturali che, con alti e bassi, ha portato alla realtà attuale e a quelli che fino a ieri abbiamo chiamato "Cantieri culturali alla Zisa".
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