ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

I suoi palazzi hanno il colore del miele: tutte le cose da non perdere se fai un tuffo a Noto

Un itinerario da non perdere tra i “fondamentali” della capitale del Barocco siciliano che ammalia grazie ai “ricami” della sua architettura e che si può esplorare a piedi

  • 28 luglio 2020

Uno scorcio di Noto (foto Giusy Farina)

Durante un viaggio lungo la Sicilia orientale una delle tappe obbligate è di certo Noto perché, come diceva Gesualdo Bufalino, “Questo è un luogo che, se uno capita, resta ammaliato, intrappolato e felice.” Si trova a sud della sua provincia, Siracusa, ad una distanza di circa 32 km, proprio ai piedi dei monti Iblei.

Considerata come la capitale del Barocco siciliano (patrimonio Unesco dal 2002), fu ricostruita dopo il devastante terremoto del 1693, la parte nuova sorge a valle del preesistente centro abitato, detto Noto antica, e fu fondata nel 1703. La ricostruzione interessò artisti ed architetti di grande rilievo, che scelsero appunto lo stile barocco per ridarle nuova luce e venne fuori un incantevole "Giardino di Pietra", come la definì Cesare Brandi, capolavoro di urbanistica e di architettura caratterizzato da vie intervallate da scenografiche piazze ed imponenti scalinate che uniscono terrazze e dislivelli.

Scalpellini, capimastri e artigiani, sotto la guida del Duca di Camastra (rappresentante a Noto del vicerè spagnolo) lavorarono sapientemente la pietra tenera del luogo, che il tempo ha colorato creando quella magnifica tinta dorata e rosata, che al tramonto restituisce un impareggiabile spettacolo.
Adv
L’ideale è iniziare l’itinerario con una sosta golosa al Caffè Sicilia che si trova più o meno a metà dell’asse principale di Noto,
Corso Vittorio Emanuele, e che più che una pasticceria rappresenta una scuola di pensiero. Meta indiscussa per le granite, c’è da perdersi tra le innumerevoli prelibatezze. Accanto al Caffè Sicilia si trova la chiesa di San Carlo Borromeo, la cui torre campanaria è visitabile – ammesso che non si abbiano problemi a salire la scala elicoidale che porta alla prima terrazza.

Attraverso un’ulteriore scalinata si arriva poi all'ultimo terrazzo dov'è situato il campanile della chiesa e le sue tre campane, che risuonano a intervalli regolari durante il giorno. Da qui si gode di una stupenda vista sulla Cattedrale, che diventa incantevole al tramonto (Chiesa San Carlo Borromeo - Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 21 / Ingresso campanile: 2 euro).

Quasi di fronte la Chiesa di San Carlo Borremeo c’è la via Nicolaci, famosa nel mondo per l’Infiorata (manifestazione che si tiene ogni anno a maggio e durante la quale questa strada in salita si riempie di profumati petali di fiori che danno vita a straordinari disegni). Percorrendo Via Nicolaci vi sentirete “osservati”, impossibile infatti sfuggire lo sguardo enigmaticamente compiaciuto di sirene, chimere, grifoni, ippogrifi, centauri e sfingi dei superbi balconi barocchi del Palazzo Nicolaci di Villadorata.

A questo punto, prima di entrare a visitare il palazzo, il consiglio è quello di sedersi alla Cantina Modica per gustare un buon bicchiere di vino, è il miglior modo per cogliere gli infiniti dettagli delle grottesche che vi ritroverete proprio sopra la vostra testa.

Questo splendido edificio in stile barocco che risale ai primi del Settecento, vanta circa 90 stanze ma oggi sono visitabili solo nove saloni del piano nobile, finemente arredati con mobili dell'Ottocento provenienti dalle principali città d'Europa. Ogni salone è arredato in modo da suggerire le attività che hanno animato questi spazi fino agli ultimi anni del Novecento (Palazzo Nicolaci di Villadorata - Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18 / Ingresso: 4 euro).

A fare da sfondo a questa scenografica strada c’è il prospetto delicato della facciata concava della chiesa di Montevergine, da qui ci si immette sull’altra importante arteria del centro storico netino: Via Cavour (parallela al Corso Vittorio Emanuele), al civico 10 di questa strada si giunge davanti l’imponente ingresso di Palazzo Di Lorenzo del Castelluccio (1782).

Quest’ultimo è uno dei più importanti palazzi nobiliari della città, ricostruito in stile neoclassico alla fine del XVIII secolo per la famiglia Di Lorenzo, i marchesi del Castelluccio, al suo interno c’è il racconto della Sicilia attraverso mobili, quadri, stucchi, soffitti, tende ed anche laboratori.

Le 105 stanze e i 5.000 mq, fanno di questo palazzo una delle più grandi residenze nobiliari del Val di Noto. La struttura si estende a più livelli che comprendono le aree riservate alle famiglie, gli alloggi dei domestici e soprattutto, la parte di rappresentanza, il piano nobile, contraddistinto da un'infilata di salotti decorati con magnifici affreschi neoclassici: dal vestibolo d'ingresso alla sala da ballo, dalla sala della musica al salotto delle cerimonie.

L'altra parte del palazzo è la rappresentazione della vita quotidiana di questa grande casa siciliana, particolarmente suggestive le cucine antiche che si trovano al piano terra. Qui il tempo sembra essersi fermato: pentole e coperchi, niente sportelli ma tende a chiudere i vani dove vengono riposte le stoviglie e c’è anche un ascensore con la carrucola per “spedire” i piatti al piano di sopra (Palazzo Di Lorenzo Castelluccio - Orari: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19 / Ingresso: 12 euro).

A 5 minuti di strada consigliatissima la sosta al ristorante Crocifisso per un viaggio tra i sapori proposti dallo chef Baglieri, non dimenticherete facilmente gli spaghetti con nero di seppia e ricci di mare e la cernia 'a cipuddata con cipolla in agrodolce, salsa di peperoni grigliati e menta.

Una digestiva passeggiata su Via Cavour vi porterà ad ammirare la magnifica facciata di Palazzo Astuto fino all’incroncio con Via Gioberti, questa stradina condurrà al vero cuore del centro storico: piazza Municipio. Qui, uno di fronte all’altro, si trovano gli edifici simbolo del potere civile e religioso ossia la Cattedrale di San Nicolò e Palazzo Ducezio.

La prima è particolarmente suggestiva a causa della sua facciata che a contatto con i raggi del sole si illumina di un tono giallo-oro caratteristico della pietra di Noto. Lo spettacolo scenografico della chiesa viene, poi, amplificato dalla imponente scalinata del Settecento che si suddivide in tre rampe e che collega la chiesa con il Palazzo Ducezio, sede dell'attuale municipio della città (Cattedrale – Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 12.30 e dalle 16 alle 20 / Ingresso: gratuito).

L’elegante Palazzo Ducezio (1760), con la sua sinuosa facciata cinta da un porticato, si trova esattamente di fronte la Cattedrale ed è stato dedicato al famoso condottiero Ducezio, che si oppose alla dominazione greca. All'interno la sala di rappresentanza costituisce la maggiore attrazione, il fascino del tetto affrescato e l'ottima acustica, che tradiscono il suo ruolo di antico teatro, sono avvalorati dal sapiente impiego di grandi specchi. Questi, grazie ad un gioco di illusioni fanno si che il salone sembri avere infinite gallerie (Palazzo Ducezio – Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 13.30 e dalle 15 alle 18 / Ingresso: 2 euro).

In questo periodo potrete completare la visita del prezioso centro storico recandovi al Convitto delle Arti Noto Museum alla mostra “Novecento – Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Guccione”, aperta fino a ottobre. Oltre 200 opere tra dipinti, sculture e fotografie tra cui la celebre Vucciria di Guttuso (Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 22 fino a luglio - da agosto dalle 10 alle 24 / Ingresso: 12 euro).

Infine merita particolarmente la mostra “Io Renato Guttuso” presso il Museo Civico di Noto - Ex Convento di Santa Chiara, anche questa aperta fino ad ottobre. Una grande esposizione che celebra l’artista di Bagheria (Orari: tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 20.30, sabato e domenica dalle 10 alle 22 / Ingresso: 10 euro).
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI