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I templari e i luoghi (santi) in Sicilia: gli indizi ci portano in un quartiere di Ortigia

L’ordine nell'Isola scomparve, almeno così sembrò, ma basta avere una buona capacità di osservazione per capire che i templari non se ne andarono affatto

Barbara Serra
Operatore turistico
  • 9 giugno 2025

Belvedere della Turba a Ortigia

I templari furono un ordine militare cattolico seguivano i voti di obbedienza e castità stabiliti dalla vita monastica, difendevano i luoghi santi e i pellegrini cristiani in Oriente.

Era un ordine che disponeva di immense ricchezze e tra le loro attività economiche vi era il prestito a personaggi illustri come principi e imperatori. Tra questi Filippo Il Bello che accumulò talmente tanti debiti da non riuscire più a restituirli.

Così con la complicità delle alte cariche clericali e di papà Clemente V pensarono bene di scomunicarli e di dare inizio alla loro persecuzione. Le accuse per l’ordine dei templari furono tra le più disparate: idolatria, sodomia, alto tradimento, avidità ( ovviamente), attività ereticali e demoniache.

Perciò l’ordine rapidamente scomparve, almeno così sembrò, ma basta avere una buona capacità di osservazione per capire che i templari non scomparvero affatto.

Sappiamo che privilegiavano insediarsi in località costiere e procedevano a stabilirsi in zone più interne, inoltre uno dei loro motti era "Turba militum Christi" dove Turba prende il significato di guarnigione militare.

Tutti questi indizi ci conducono in Ortigia e con esattezza nel quartiere della Turba, qui vi era il ritrovo per gli appartenenti all’ordine Templare.

E proprio nel Ronco I della Turba troviamo un balcone quattrocentesco dai decori che eludono messaggi criptati, celati e nascosti. Nel primo pannello una figura geometrica composta da intrecci di linee curve e quadrati, si tratta della stilizzazione del nodo di Salomone, decoro che orna la fibula del mantello dei più alti gradi dell’ Ordine Templare.

Questo decoro è affiancato da rappresentazioni floreali che simboleggiano l’albero della vita, motivo caro alle religioni monoteiste; poi ancora troviamo delle palme stilizzate simbolo del martirio per i cristiani.

Nel quinto pieduccio, che chiude la decorazione del balcone, troviamo la figura di una protome umana con la bocca serrata, quasi invisibile, silente ma in realtà attesta una presenza più viva che mai ma che non può essere rivelata apertamente.

Spostando lo sguardo più a sinistra, sempre alla stessa altezza scorgiamo, in altorilievo , uno dei simboli principali dell’ Ordine: l’agnello di Dio che regge una croce o una bandiera con la zampa anteriore arcuata, il disegno appena abbozzato mostra l’intenzione dell’artista a tramandare la testimonianza seppur velata di una presenza.
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