STORIA E TRADIZIONI
Il 2024 è "bisesto" ma ci aiuta il calendario cinese: se il Drago Verde c'entra con la Sicilia
Se il proverbio sugli anni bisestili regala foschi presagi per il calendario cinese è tutta un'altra storia. Ecco cosa succedeva nella Sicilia di 1000, 500, 200, 100 anni fa
A dire il vero i 3 anni precedenti non sono stati così memorabili, tra pandemie, recessione, cambiamenti climatici e ben due guerre solo nell’ultimo, c’è da pensare che a meno d’imponderabili eventi apocalittici, di “funesto” ne abbiamo visto abbastanza.
Il Calendario Cinese viene in soccorso: il 2024 sarà un anno fortunato! È l’anno del “Drago del legno verde”, fautore di gioia, creatività, passione, coraggio e fiducia, progresso e sviluppo.
Corroborati e rinfrancati, rispetto al proverbio, potremmo chiederci cosa succedeva in Sicilia 1000, 500, 200, 100 anni fa?
Torniamo indietro al 1024, la Sicilia è sotto il dominio arabo. Sbarcati nell’827 a Mazara del Vallo, erano partiti dal porto di Susa quell’anno, ancora oggi nella cittadina c’è una via che si chiama Rue de Sicile (via per la Sicilia).
La permanenza araba in Sicilia non fu priva di lotte e nonostante non siano rimaste testimonianze di quel periodo, quelle che vediamo oggi sono arabe-normanne, non furono pochi i cambiamenti apportati sull’Isola e nella Città.
Furono costruiti palazzi, reti di collegamento e torri di avvistamento, introdotte riforme, sistemi d’irrigazione e coltivazione, arrivarono arance, limoni, fiori e spezie; Palermo vide ingrandito il suo impianto attraverso nuove mura e nuovi quartieri, le chiese diventarono moschee e s’ingrandirono i mercati che ancora conosciamo, “Ballarò, Vucceria, Il Capo e Lattarini”.
Nel 1024 già si godevano i meravigliosi giardini ricchi di piante e fiori con fontane e laghetti che sfruttavano le tante sorgenti della città. L’impronta linguistica era passata nei cognomi, nei vocaboli e nella toponomastica. Con l’arrivo dei “ lupi”,come furono chiamati i Normanni, molto fu perduto, e soprattutto vi fu l’allontanamento degli arabi nati e cresciuti in Sicilia .
Facciamo un salto di 500 anni, siamo nel 1524 la Sicilia è Viceregno della Spagna, con un dominio iniziato nel 1410 e che terminerà nel 1713. Re di Spagna è Carlo V e Vicerè della Sicilia, Ettore Pignatelli. Reggente per conto dei reali spagnoli, fu investito dal Parlamento siciliano di ampi poteri “ abilitato a esercitare qualunque beneficio come cittadino di Palermo e del Regno di Sicilia”.
Il Vicerè si trovò a fronteggiare diverse e sanguinose rivolte, riportando la pace sull’isola soprattutto con l’appoggio del Baronaggio che considerò strumento di potere di cui servirsi nei momenti di crisi.
Pignatelli favorì la costrizione di numerosi Monasteri e diede ampio spazio alle arti figurative. Ad amministrare la giustizia in questo periodo c’è anche l’Inquisizione, impegnata a condannare “ peccatori della morale, eretici, agitatori, sobillatori, diffusori d’idee, stili di vita credenze e superstizioni, contrari alla fede cattolica”.
La Sicilia ebbe il più grande numero di donne condotte al rogo, ricordiamo una su tutte che subì il processo intorno al nostro periodo, Francesca Buccheri di Militello Val di Noto. Andiamo a 200 anni fa.
Qui la data è precisa, nel 1824 in Sicilia vi furono le condanne a morte di esponenti della Carboneria, la rivoluzione in Europa era iniziata intorno al 1820. In quest’anno pagarono con la vita il Dottor Girolamo Torregrosa e il sarto Giuseppe Sessa.
Nel 1824 assistiamo a un altro evento, che cambierà la storia di una famiglia calabrese partita da Bagnara Calabra, in cerca di fortuna a Palermo.
Sono due fratelli, i Florio, che aprirono una “putia” a Via dei Materassai. Quest’anno stabilirà l’inizio dell’ascesa della famiglia che nel giro di pochi decenni diventerà la più importante non solo in Sicilia ma in Europa. Durante una delle tante epidemie di malaria, si trovarono ad avere in bottega il rimedio giusto al momento giusto, “la cortice” la corteccia triturata dell’albero di china.
Non sempre visti bene, scaleranno i vertici sociali ed economici con grande pragmatismo a capacità imprenditoriale. L’insegna della bottega ricorderà il momento fortunato: “Un leone febbricitante che beve l’acqua accanto alle radici degli alberi di China” . 1924, cento anni fa.
Il Duce Benito Mussolini ha vinto le elezioni e decide di fare un viaggio istituzionale in Sicilia. Sarà una visita particolarmente umiliante, accompagnato a Piana degli Albanesi da “Don Ciccio”, si sentirà dire a proposito della scorta che lo seguiva: “Voscenza non ha bisogno di tutti questi sbirri, non ha niente da temere in mia compagnia”.
Un affronto che il Duce non dimenticherà e che lo porterà a nominare Cesare Mori, prefetto in Sicilia. Soprannominato “Prefetto di Ferro”, usò metodi piuttosto discutibili per combattere la mafia,come macellare pubblicamente il bestiame appartenuto a banditi “ prendere come ostaggi donne e bambini, diffondere false voci su presunti stupri delle donne dei capi”.
La repressione produsse effetti soprattutto tra banditi e briganti, lasciando intatte le prerogative dei grandi proprietari terrieri, spesso mandanti o collusi.
Torniamo al nostro 2024. Speriamo che sia un anno sereno, questo ci basta. Potremmo altrimenti invocare San Silvestro Papa, ricordato per aver ammansito un terribile mostro dal fiato mortifero.
Si narra che condusse l’animale infernale, come un docile cagnolino, in una grotta dalla quale non sarebbe più uscito. Augurandoci che qualunque mostro o pericolo possa essere confinato in un luogo da dove non possa più recar alcun danno, Felice 2024 a Tutti.
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