ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

Il castello (col fantasma) e una terrazza vista mare: sei in Sicilia, nella Fortezza d'Argento

Un borgo posizionato a 420 metri di altezza famoso per il suo panorama pazzesco. Qui si possono ammirare anche bellissime orchidee dai colori brillanti

Santo Forlì
Insegnante ed escursionista
  • 6 maggio 2025

Forza d'Agrò (foto Wikipedia)

In Sicilia c’è un borgo denominato la Fortezza d’Argento con una terrazza di 420 metri di altezza con vista sul mare e un territorio disseminato di palmenti rupestri e monoliti. Ma racconto tutto per intero.

A metà aprile, incuranti di un meteo che annunziava possibili rovesci, noi del gruppo “Valli Basiliane” siamo partiti verso il monte Recavallo nel territorio di Forza d’Agrò comune della fascia ionica distante una quarantina di chilometri da Messina.

Abbiamo iniziato percorrendo una sterrata sormontata da un bastione roccioso color mattone, irregolare, raggrinzito, con tante buche e fessure e che veramente pareva sul punto di sgretolarsi. Completamente spoglio di vegetazione in alto, ma alle sue pendici crescevano delle euforbie e qualche bruno cespuglio.

Giù a pochi chilometri di distanza c’era l’azzurra distesa marina, libera par un tratto ma poi interrotta da una montagna ondulata, dalla cresta aguzza e dai fianchi a schiena d’asino, privi di copertura boschiva ma rinverditi da un fitto manto erboso.

Percorso qualche chilometro, abbandonate le ultime propaggini del bastione che terminava con delle guglie, fatte le dovute proporzioni, somiglianti alle "Tre cime di Lavaredo" e con una specie di torre, siamo pervenuti in un territorio con larghi ripiani e senza apprezzabili asperità, con dei campi rigogliosi su cui qua e là sorgevano dei grossi monoliti levigati dal vento e dalla pioggia.

Alcuni di loro invece erano stati modellati da mani umane per ricavare delle vasche comunicanti fra di loro con canaletti per fare scorrere il mosto. Erano cioè dei palmenti rupestri di dimensioni notevoli, segno che un tempo dovevano esserci floridi vigneti. Invece adesso i campi erano liberi da coltivazioni, ma rigogliosi di erbe e piante spontanee, fra cui quelle con la chioma verde più folta ed alta erano le ferle ed infatti abbiamo incontrato dei cercatori di funghi attrezzati con tanto di cestini di vimini.

Qualche nuvolone che vedevamo sulle nostre teste era solo di passaggio, la temuta pioggia non è arrivata e pertanto abbiamo potuto continuare la nostra camminata e goderci la campagna vestita a festa con fiori a profusione, intere distese gialle per la fioritura del trifoglio, oppure il biancheggiare di alcuni ripiani per il fitto raggrupparsi di asfodeli dallo stelo legnoso, alcune zone più pietrose erano invece interamente coperte dalle grigie, setolose e larghe foglie di verbasco, una pianta officinale.

Altrove il manto erboso era punteggiato e ravvivato dalle orchidee: la pizzuta e la screziata con una bellissima combinazione di colori brillanti.

Proseguendo ci siamo ancora imbattuti in altri palmenti rupestri. Ce n’era uno monumentale, una specie di simbiosi fra un masso grande quanto una casa in cui erano stati scavati dei locali e un possente muro di pietra. I monoliti erano una costante del paesaggio ed assumevano le forme più varie. Ce n’era uno sforacchiato e occhiuto e con una grande bocca. Un altro con delle grandi orecchie.

Altri sembravano crivellati di fori. Altri ancora a formare delle nicchie e dei ripari e mani umane avevano scavato dei gradini per renderli più accessibili. Abbiamo visto un campo quasi interamente biancheggiare per il candido vello di pecorelle al pascolo.

Precedentemente ci eravamo imbattuti in alcune capre solitarie, una di loro con grande spasso siamo riusciti a fotografarla mentre si affacciava da una finestra di una casa diroccata a mo’ di vedetta. Frattanto s’era fatta l’ora di pranzo e abbiamo visitato il paese dopo un frugale spuntino.

Il nome di questo comune Forza d’Agrò deriva da fortezza d’Arghennon (d’argento) dal colore di una roccia che videro i greci venendo dal mare.

Questo paese ha un’impronta nobiliare data dal castello normanno arroccato in cima, rigorosamente col suo fantasma che compare nelle notti di luna piena e dai tanti palazzotti di stile spagnoleggiante, tutto il caseggiato è dello stesso colore bruno scuro essendo stata impiegata la medesima pietra da costruzione.

Transitando per le ampie scalinate acciottolate, siamo giunti al belvedere, una grande terrazza con a semicerchio le case e davanti il mare. Vista bellissima, fa sempre un bell’effetto vedere tutto quell’azzurro che a guardarlo sembra invadere la nostra stessa persona.

La vista che si percepiva da questa grande terrazza a 420 metri d’altezza non aveva nulla da invidiare a quella celeberrima di piazza IX Aprile della vicina Taormina. Certo i palazzi attorno sono meno importanti, ma alcuni ricavavano dalla loro vetustà un certo fascino.

Ce n’era uno evidentemente abbandonato che si era come naturalizzato, infatti una gigantesca euforbia aveva interamente invaso il balcone col davanzale in pietra e la ringhiera in ferro battuto, determinando una bellissima ed originale tettoia per ripararsi dai raggi solari, tale che mente umana non l’avrebbe concepita.

Abbiamo proseguito per la visita al paese e siamo pervenuti alla porta Durazzesca un grandioso arco interamente in pietra arenaria da cui si gode un bel panorama sul mare e sulla vicina Taormina. Quivi c’è la Piazza della Triade dove si erge la Chiesa della Santissima Trinità a cui si accede tramite la scenografica scalinata.

L’interno è straordinariamente ricco. Pregevole il tetto ligneo a capriate e un prezioso tabernacolo in legno dipinto, oltre a diversi quadri raffiguranti scene della vita di Gesù. È da notare che l’intero paese è stato spesso scelto come set cinematografico e sono state girate scene di film importanti come ad esempio Il Padrino diretto da Francis Ford Coppola.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI