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Il castello di Calatamauro in Sicilia: ha una (sola) via d'accesso e un panorama magico

Si vedono i borghi Cavaliere e Roccella, il Monte Genuardo e la riserva naturale. E nelle limpide giornate primaverili puoi scorgere anche la cima di Monte Erice

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 30 marzo 2023

Castello di Calatamauro

Il territorio di Contessa Entellina è un susseguirsi di emozioni. Oltre alla Rocca Entella, è possibile seguire un itinerario che conduce al Castello di Calatamauro.

È situato ad ovest del massiccio del Monte Genuardo e ubicato nella regione di Scirotta. Si erge come una delle fortificazioni medievali che rientra nei percorsi federiciani.

La posizione (764 m.s.l.m.) abbastanza florida permetteva un’imponente caratura di ordine militare. Nonostante la vicinanza con il sito elimo di Entella, la fortezza trova spazio nei libri di storia a partire dal 1154 quando lo storico Edrisi menziona il castello col nome di Qa’lat Mawru e successivamente, è registrata nei confini delle terre di Jato donate da Guglielmo II all’Abbazia di Monreale.

Nel Duecento rientra nell’elenco dei castra exempta (castelli demaniali) di Federico II in un documento del 1239. Probabilmente fu utilizzato dalle truppe federiciane come base contro l’oppressione musulmana.
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Nel 1282 fu teatro della guerra del Vespro con il danneggiamento causato e voluto dalle universitates di Palermo e Corleone. Questo portò alla decadenza e il totale abbandono sino ai giorni nostri.

È presente una nota descrittiva da parte del letterato e filosofo francese Francois Sabatier (1858) che menziona la fortezza con alcuni dettagli: posizionata su un’elevata montagna in forma di pane e zucchero, con due torri e tra esse, un'antica porta.

Difatti, la posizione strategica è visibile ancor oggi, sopra un rilievo con pareti scoscese e un lungo declivio con dislivello. Per raggiungere la roccaforte bisogna affrontare una salita impervia nell’unica via di accesso.

Affiorano i ruderi del castello e nonostante la fatica, inizia a delinearsi uno scenario ambientale importante che diventa padrone della situazione. La vetta è il meritato successo personale e si gode di un panorama che abbraccia diversi luoghi. In primis, la Rocca Entella e subito affiorano immagini di battaglie medievali e stragi sanguinose.

Si osservano i borghi Cavaliere e Roccella, il Monte Genuardo e la riserva naturale, i Monti di Palermo e parte di quelli del trapanese. Nelle limpide giornate primaverili, la vetta di Monte Erice diventa un altro obiettivo interessante.

Grazie agli studi effettuati dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, è stato realizzato un progetto che ha portato alla luce le caratteristiche della struttura.

Il castello era composto dalle mura esterne che sbarravano l’accesso e quelle interne che circondavano la parte sommitale del sito. Le cinta murarie, spesse fino a 1,80 metri circa, risultavano rinforzate da 6 torri quadrangolari.

Scoperto anche il sentiero che costeggiava parte delle mura e raggiungeva la porta d’accesso. Il rinvenimento più importante è stata la cisterna d’acqua. Quest’ultima costituiva l'approvvigionamento idrico del primo livello di difesa.

La grande cisterna monumentale è un ambiente rettangolare voltato con arco a sesto acuto impiantato su due pilastri posti a metà dei due lati lunghi (Nord e Sud). Una torre chiudeva la fortificazione sul lato Est.

Seguendo il filo interno del muro di fortificazione sono state trovate due sepolture terragne rivestite da lastrine. Esse sono in decubito dorsale (entrambe infantili).

Un poderoso torrione è presente nella terrazza. Si accedeva salendo una scala ad ampi gradoni intagliata nella roccia. Proviene da Calatamauro il famoso e importante mosaico bizantino di Madonna con Bambino. È custodito presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo.

Grazie all’associazione Vivere Slow, si possono organizzare alcune escursioni per dare lustro al Castello di Calatamauro volte alla ricerca di miti, leggende e verità storiche.
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