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Il Circolo Empedocleo amato da Pirandello: la Casina (sociale) tra arte e serate di gala
Nella Casina che ospitava i notabili di Agrigento, questi scacciavano i pensieri tra una partita a caste o alla roulette. Ancora oggi la tradizione continua
Il circolo empedocleo
L'edificio in cui la Casina vide la luce apparteneva al nobile Antonino Vullo, era ubicato nella piazza allora detta della Riconoscenza, dinanzi la Chiesa di San Giuseppe
Grazie all’atto notarile sappiamo che precedentemente l’edificio un "caffè degli impiegati e degli avvocati", ove si incontravano pertanto soprattutto gli esponenti della borghesia locale.
A seguito della chiusura del caffè, quei clienti borghesi decisero di aprire in quello stesso locale un loro circolo di conversazione per continuare ad incontrarsi.
L’atto a cui ci riferiamo venne stipulato il primo settembre del 1835 presso il notaio e venne sottoscritto da Don Agostino Lombardi, un medico, e il vice console francese Luigi Granet, commerciante, molto ricco.
Il disegno del bel prospetto della Casina empedoclea – che ancora oggi ammiriamo, sebbene siano stati compiuti anche negli ultimi anni delle sovrapposizioni - venne realizzato dal celebre artista siciliano Raffaele Politi.
La finalità principale per la quale fu promossa l'iniziativa è tutta contenuta nel primo articolo dello Statuto (stampato a Palermo nel 1838) che dettava le regole interne che modulavano i rapporti fra i soci.
"I soci, comportandosi colla solita loro decenza, trattenendosi nel casino, procureranno di non entrare in discussione per oggetti estranei allo scopo della società, che deve consistere in una onesta conversazione diretta a discorsi piacevoli e letterari, evitando qualsiasi anche equivoca espressione, e qualsivoglia discorso che possa ledere il Governo, il buon costume e la decenza".
Una serata di gala inaugurò la Casina.
Le cronache del tempo ci dicono che quel giorno erano presenti le più alte autorità del capovalle Girgenti: l'Intendente borbonico, il Comandante dell’esercito borbonico, il presidente della gran corte criminale, il Giudice del tribunale civile, i componenti delle Deputazioni comunale provinciale e tanti altri nobili e possidenti, in alta uniforme o negli abiti delle grandi cerimonie, accompagnati dalle consorti e dai figli.
Fu il primo di una lunga serie di balli e di serate di gala.
La Casina si distinse fa allora anche per dotte conferenze, serate artistiche e per altre significative iniziative, divenendo per molto tempo uno dei centri catalizzatori in città della formazione di quell’opinione pubblica che nell’Ottocento veniva definita "spirito pubblico".
Alcune iniziative, specie alla fine del secolo XIX, destarono qualche preoccupazione in città tra i benpensanti conservatori, come in occasione di alcune conferenze sul divorzio o per ricordare Giordano Bruno.
Ebbe fin dall’inizio numerosi soci, in ciò superando presto lo stesso circolo dei nobili di Agrigento, che era sorto alla fine del Settecento e aveva tradizioni gloriose, essendo stato il secondo circolo del genere che sia stato mai costituito in Europa (il primo era sorto a Londra).
L’Empedocleo ospitò il sovrano borbonico Ferdinando II e la consorte in visita a Girgenti nel 1838, ma anche i garibaldini Bixio, Menotti e Dumas arrivati con la colonna di camicie rosse che liberò Girgenti dai Borboni nel luglio del 1860.
Accolse i principi Amedeo di Savoia e Umberto e molti artisti celebri che facevano tappa a Girgenti perché impegnati in qualche manifestazione al teatro Regina Margherita, scienziati, uomini politici, illustri viaggiatori arrivati ad Agrigento per ammirare la celebre Valle dei templi.
L’agrigentino Giuseppe Iannuzzo ricorda: "ho visto sfilare nel salone nel salone del Circolo Empedocleo Ugo La Malfa mentre assetato si rifocilla al bar del circolo dopo un estenuante comizio tenuto a Piazza Municipio e Carlo Levi nel salone vi ha esposto le sue opere pittoriche e Leonardo Sciascia che si è intrattenuto con me dopo una dotta conferenza tenuta in quello stesso salone.
Ricordo serate danzanti degli anni quaranta - cinquanta quando si aveva una gran voglia di recuperare ciò che la disastrosa guerra ci aveva tolto e quando le ragazze partecipavano quasi esclusivamente in presenza delle vigili e trepide madri”.
Tra i frequentatori vi è stato Luigi Pirandello che trovava al circolo diversi suoi amici ed ex compagni di scuola che lo mettevano al corrente delle ultime vicende locali, da cui spesso il drammaturgo agrigentino ha preso ispirazione per qualche sua novella.
Attualmente, a quasi duecento anni dalla nascita, il circolo Empedocleo spesso ospita manifestazioni culturali, teatrali e ricreative molto apprezzate.
Negli ultimi tempi in particolare una rassegna di teatro da camera, nata dal sodalizio tra il presidente del Circolo Empedocleo Pippo Adamo e il regista e autore teatrale Mario Gaziano, costituisce il fiore all’occhiello della produzione culturale dell’Empedocleo. Una iniziativa di successo che ha il merito di valorizzare la professionalità di molti artisti agrigentini.
Non mancano le ormai tradizionali serate danzanti, le lezioni settimanali di ballo di gruppo e balli sociali, i tornei di burraco, ecc. Vengono inoltre spesso patrocinati convegni, presentazioni di libri e incontri sui temi più diversi.
Nell’ottocentesco circolo vi sono, oltre l’ampio salone, altre sale per la lettura dei quotidiani e dei libri conservati nella ricca biblioteca, una stanza con biliardo, un bar, altre salette per gli incontri tra i soci che frequentano il circolo, aperto per diverse ore del giorno.
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