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Il giorno in cui venne fatta la "Buca": il 4 aprile 1860 è stata scritta la storia d'Italia

Una storia di coraggio che pochi a Palermo conoscono, legata alla spedizione garibaldina dei Mille: la storia degli eroi Francesco Riso, Gaspare Bivona e Filippo Patti

  • 4 aprile 2018

La Buca della salvezza in via Alloro a Palermo

C’era il regno delle due Sicilie e c'era il re era Francesco II di Borbone. Correva l’anno 1860 ed era l’alba del 4 aprile quando a Palermo un gruppo di uomini capeggiati da Francesco Riso, mastro fontaniere, dal magazzino del convento della Gangia, a due passi da Piazza Marina, diedero il via all’insurrezione che avrebbe portato pochi mesi dopo Giuseppe Garibaldi ad organizzare una spedizione in Sicilia, la spedizione dei Mille.

La rivolta vide alla testa della protesta un gruppo di artigiani e di popolani membri della minoranza democratica del Comitato Rivoluzionario palermitano con l’obiettivo di dar vita a una rivoluzione politica e sociale contro i borboni.

Tra gli insorti c’erano anche Gaspare Bivona e Filippo Patti che, per sfuggire ai gendarmi borbonici si rifugiano nella cripta della Gancia, tra le sepolture dei frati del convento.

Si narra che nella bottega del Bivona fosse nascosto il cannone di legno che i congiurati avevano costruito per quella rivoluzione.
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L’insurrezione del 4 aprile fu un fallimento: cinque insorti rimasero uccisi sotto le armi, quattordici invece furono catturati il primo giorno mentre circa altri cento vennero presi nei giorni successivi nei territori circostanti la città di Palermo.

Francesco Riso morì qualche giorno dopo per le ferite riportate durante il combattimento. Mentre i patrioti Patti e Bivona riuscirono a salvarsi creando un buco nel muro di cinta del convento dopo alcuni terribili giorni senza cibo e acqua nascosti all’interno della tomba della cripta.

Gaspare Bivona e Filippo Patti vennero aiutati dagli abitanti della zona che con uno stratagemma distolsero l’attenzione dei gendarmi. Delle donne del quartiere, infatti, improvvisarono una finta zuffa costringendo i gendarmi ad intervenire per calmare gli animi.

Nel frattempo i due si misero in salvo, salendo su un carro ricoperto di paglia e sfuggendo cosi al controllo dei militari.

Da allora quella breccia prende il nome di buca della salvezza, e a ricordare quell’avvenimento c’è una lapide che immortala i nomi di Gaspare Bivona e di Filippo Patti.

Bivona rientrerà a Palermo al seguito di Giuseppe Garibaldi il 27 maggio 1860 e come ricompensa per la sua dedizione all'unità della patria italiana venne assunto in servizio presso l'Amministrazione municipale di Palermo.

Nonostante la débâcle, comunque, la rivolta proseguì nelle campagne dando modo a Francesco Crispi di dimostrare a Garibaldi che la Sicilia fosse pronta ad accogliere la spedizione che di lì a poco sarebbe diventata "dei Mille".

Il 4 aprile divenne così giorno di festa in Sicilia, grazie ad un decreto, e dal 1861 la rivolta della Gancia divenne protagonista di celebrazioni ufficiali.

Nel 1924 le autorità scolastiche palermitane soppressero la vacanza del 4 aprile e l’ultima volta che la ricorrenza venne celebrata fu 1960, in occasione del centenario.

Allora il presidente della Regione siciliana Majorana commemorò la rivolta del 4 aprile con un discorso al Politeama, mentre una solenne cerimonia funebre rievocativa dei martiri fu celebrata proprio nella chiesa della Gancia.

La rivolta della Gancia segna la morte del Regno delle due Sicilie e la nascita dell'Italia unita.
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