Il violino può essere psichedelico: "Gadir" tra video e suoni è un viaggio nell'esotico
Il singolo "Gadir” (Tip Off Records) è il nuovo brano del violinista Francesco Incandela: melodie dal sapore mediterraneo, contrappunti e improvvisazioni, groove batteristici
Il videoclip, realizzato da Andrea Nocifora, fotografa l'uomo e il suo rapporto con lo spazio. Il desiderio di sentirci al sicuro ci porta a riempire e invadere tutto ciò che ci circonda, dove il ritmo frenetico non lascia il tempo di guardare oltre la routine, oltre i palazzi colorati. Oltre è la natura che esplode e si manifesta in tutta la sua forza e ci ricorda che non siamo i padroni del mondo.
"Gadir" è una conca d'acqua, un luogo protetto sulla costa nord-orientale di Pantelleria dove si sviluppa un piccolo villaggio sul mare.
Nasce qui la prima cellula ritmica fatta da violini strappati come in una chitarra blues e pizzicati, che rimandano agli ostinati di una chitarra africana. Questa idea, che si ripete in loop, è l'impianto su cui si costruiscono melodie dal forte sapore mediterraneo, contrappunti e improvvisazioni, groove batteristici ossessivi.
La musica ricorda il violino di Mark Feldman e rimanda ad atmosfere prog rock con accenni di psichedelia. Quando tutto sembra rilassarsi, il violino distorto alla Warren Ellis, dà il via ad una coda ricca di groove e di archi che si intrecciano creando un sound granitico, ma al tempo stesso dinamico e pieno di colore.
Il brano è estratto dall’album "Flow Vol.1", in uscita il 28 novembre per Tip Off Records, nuova etichetta discografica palermitana.
Così lo racconta Francesco Incandela: «Un violino al centro, non come protagonista di una scrittura virtuosistica ma come narratore e sviluppatore di storie sonore che si evolvono in modo sempre inaspettato ora traendo spunto da moduli ritmici, ora da intuizioni melodiche. Il suono diventa mezzo per costruire atmosfere e immagini scaturite dall'intuizione del violinista compositore, che sfrutta e vive in modo trasversale le attitudini del suo strumento, ponendo al centro del linguaggio la costruzione, senza mai perdere il gusto per l’improvvisazione. Minimalismo, loop, suoni mediterranei e sonorità filmiche con improvvise virate prog rock in cui è sempre il violino a cambiare pelle e a tirare la volata agli strumenti che lo sostengono».
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