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In 5 anni mare sempre più caldo (anche) in Sicilia: cosa fare quando arrivi in spiaggia

Greenpeace ha continuato a misurare le temperature delle acque in varie stazioni del nostro paese. Per la Sicilia sono state scelte due delle più importanti riserve

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 6 luglio 2025

foto di amp Capo Milazzo

Il cambiamento climatico non è un problema che si osserva solo nell’entroterra, lontano dalle coste, tramite le bolle di calore e la siccità, ma anche a mare, come dimostrano numerosi studi internazionali che monitorano la forza e la circolazione delle correnti e le temperature dell’acqua al livello della superficie.

Così si può riassumere l’ultimo report Mare caldo di Greenpeace Italia, che racchiude tutti i dati inerenti alle temperature dei nostri mari, da tempo vittime del surriscaldamento che sta colpendo l’intero bacino del Mediterraneo e il continente europeo.

Per effettuare questo monitoraggio, Greenpeace ha continuato a misurare le temperature delle acque in varie stazioni del nostro paese. Per la Sicilia sono state scelte due delle più importanti aree marine protette, ovvero l’AMP Capo Milazzo e l’AMP del Plemmirio che fungono da importante oasi per la biodiversità marina minacciata dalla pesca.

I dati sono sconfortanti.

Negli ultimi 5 lunghi anni, queste due riserve sono state spesso soggette a intense ondate di calore, anche in Inverno. A Capo Milazzo, durante questi eventi, il surriscaldamento ha portato le temperature a superare di 2,54°C le temperature medie, mentre nel Plemmirio ci sono state variazioni di temperatura di 2,23°C.

Le ondate di calore non hanno inoltre colpito solo la superficie, estendendosi ben oltre i 40 metri di profondità.

Queste ondate di calore hanno ovviamente delle gravi conseguenze a livello ambientale. Basti pensare che molti coralli vanno incontro allo sbiancamento quando subiscono questi improvvisi colpi di calore e che molte specie aliene, provenienti dai tropici, si trovano a proprio agio in un mare più caldo, divenuto ostile per le specie considerate fino a qualche tempo fa "nostrane".

Se avete tentato di farvi un bagno in mare negli scorsi giorni saprete inoltre che le alte temperature impediscono anche alla costa di trovare refrigerio tramite la ventilazione proveniente dal mare.

Quando la superficie del mare è torrida, non si vengono infatti a creare le condizioni microclimatiche necessarie affinché si formi la brezza marina, tanto agognata dai bagnanti in estate.

Proprio per permettere a tutti di comprendere questi fenomeni e per chiarire quali sono i buoni comportamenti da assumere una volta giunti in spiaggia, Greenpeace Italia ha quindi deciso di pubblicare una piccola guida - dal titolo "Il Mare in Tasca” – in cui sono presenti diversi piccoli consigli da rispettare se si vuole contribuire a salvaguardare il mare.

Questi consigli sono molto semplici e vanno dal corretto utilizzo delle creme solari a come riconoscere le principali specie marine che abitano il Mediterraneo.
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