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Intitolata a Sciascia la Biblioteca comunale di Palermo: a trent'anni dalla scomparsa

Palermo ricorda un protagonista della migliore lingua italiana e un “eretico” quale conferma di esigenza di libertà, sarà intitolata a Leonardo Sciascia la Biblioteca

Balarm
La redazione
  • 19 novembre 2019

Leonardo Sciascia

Nell'anno in cui ricorre il trentesimo anniversario della sua scomparsa, il Comune di Palermo intitolerà la Biblioteca Comunale, la più antica fra le istituzioni culturali cittadine, a Leonardo Sciascia, che nella città siciliana visse per 22 anni e nella quale fu anche consigliere comunale.

La cerimonia si svolgerà alle ore 16.30 di mercoledì 8 gennaio (giorno in cui ricorre il 99° anniversario della sua nascita) in piazza Casa Professa e vi prenderanno parte il Sindaco Leoluca Orlando, il presidente del Consiglio comunale Salvatore Orlando, l'assessore alle Culture Adham Darawsha, la direttrice della stessa Biblioteca Eliana Calandra e un rappresentante dei familiari.

Per l'occasione saranno messe in mostra alcune edizioni rare o particolari dei volumi di Sciascia ospitati presso la stessa biblioteca.

«La Città di Palermo – dichiara Orlando - ricorda il trentennale della scomparsa di Leonardo Sciascia intitolando al suo nome la storica Biblioteca Comunale nel Complesso monumentale di Casa Professa».
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«Ricordare Leonardo Sciascia – prosegue il sindaco - è ricordare un protagonista della migliore lingua italiana ed un “eretico” quale conferma di esigenza di libertà».

Sciascia è stato nel secondo dopoguerra la lingua italiana insieme con Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini: le rispettive “eresie” hanno caratterizzato in forme diverse i tre grandi intellettuali sovente protagonisti di rapporti dialettici e apertamente conflittuali.

«Resta nella Storia del nostro paese, al di là di numerosissime polemiche e aspri dissensi - continua il sindaco - l'anelito alla libertà e la denuncia di contesti che alimentavano una mafia non semplice crimine ma vero e proprio sistema di potere criminale culturale, politico, affaristico e anche religioso. Una mafia che in quegli ormai lontani non solo era ieri come oggi presente ma che in quegli anni aveva il volto delle istituzioni e governava la Città di Palermo».
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