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La carica sensuale del Liberty non ha eguali: la storia dell'artista amato da Sciascia

Non è un caso che nell'immaginario collettivo la fase creativa impressa dalla Belle Époque venga associata ad un momento di rinascita e diffusione di gusti raffinati

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 14 marzo 2020

Un dettaglio della copertina del libro "Un protagonista del Liberty"

Esistono libri capaci di generare riflessioni importanti e di imprimere accelerazioni indispensabili alla costruzione positiva di consapevolezza che una comunità locale possiede di sé. Testi che, nella narrazione di fatti persi tra le sabbie del tempo, sono capaci di restituire atmosfere, profumi e sensazioni di cui in giorni come questi veloci e distratti, sentiamo tutti un pò la mancanza.

Non è un caso che nell'immaginario collettivo la fase creativa e di costume impressa dalla Belle Époque venga ancora associata ad un momento di rinascita non semplicemente economico e culturale ma soprattutto ad un momento di diffusione di un gusto raffinato e trasversale che seppe contaminare ogni attività umana, tanto artistica quanto imprenditoriale, generando in poco più di vent'anni una incredibile quantità e qualità di opere architettoniche, artistiche, grafiche e di design i cui protagonisti della scena furono anche diversi artisti siciliani.
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Siciliani come Aleardo Terzi di cui, grazie al contributo di Banca Sant’Angelo, sempre attenta alla concretezza di iniziative editoriali di un certo rilievo e che festeggia adesso i suoi primi cento anni di operatività sul territorio siciliano, è stata resa possibile l'uscita in queste settimane del travolgente libro curato da Anna Maria Ruta e Francesco Parisi per Silvana Editoriale.

Scrivo “travolgente” perché la bellezza è travolgente e questo libro, che auspico possa arrivare nelle case di ogni siciliano orgoglioso delle proprie radici culturali, è un compendio della bellezza ragionata e prodotta da uno degli artisti più singolari e sensuali, del passaggio tra Otto e Novecento capace di esprimere il massimo impegno produttivo per un olio su tela o per il disegno di una cartolina, per una copertina di rivista o per un logo, per uno studio di figura o per un manifesto, nella decorazione di una maiolica quanto nella narrazione grafica del catalogo relativo alla ricerca etnografica di Giuseppe Pitrè per l'Esposizione Nazionale di Palermo del 1891, mantenendo costantemente un'incredibile chiarezza di intenti a cui fa sempre eco la personale e riconoscibilissima cifra stilistica.

Sento parlare di Terzi, da Anna Maria Ruta, da quando la conosco e da quando la conosco le ho sempre sentito descrivere il desiderio convinto di “costruire” questo libro che mancava, con quel trasporto tipico di chi ama profondamente quel che fa perché, questo marca le profonde differenze tra chi vive e chi respira solamente, la passione.

Ma confesso che fino a quando non ho aperto il libro per la prima e le successive decine di volte, non ho potuto davvero comprenderne a pieno il vigore espressivo e la potenza della carica sensuale delle linee Liberty di Terzi, in cui il legame tra queste e l'universalità del gesto creativo, genera rapidamente e condivide in pochi istanti ciò che prima era solo nella testa dell'artista e che da quel momento in poi appartiene di diritto ai manuali di storia dell'arte.

Terzi, che nasce in via Cavour, ha una carriera fulminante ed una produzione sterminata per tipologia e tecnica, temi e soluzioni creative, frutto di una innata curiosità e voglia di fare che lo porterà dopo il conseguimento del diploma presso l’accademia palermitana di Valenti, Marchesi, Di Giovanni e Basile a Milano, Roma e Londra senza mai dimenticare la sua Palermo dove realizza la grafica per la Targa Florio e per Rapiditas lasciando opere in collezioni private e presso la GAM, tutti passaggi di cui il libro traccia con scrupolo la presenza e la storia. Illustrerà racconti per bambini con lo stesso impegno con cui parteciperà per l'intera e intensa sua vita a mostre ed esposizioni nazionali e internazionali, rifugiandosi in fine a Castelletto sopra Ticino sul Lago Maggiore dove morirà nel 1943.

A integrazione delle indagini dei due curatori, sono gli interventi degli studiosi Ezio Godoli, Ettore Sessa, Eliana Mauro, Maria Antonietta Spadaro, Dario Cimorelli, Niccolò D’Avati, Enrico Sturani, Maria Paola Maino, Gioacchino Barbera, Ketty Giannilivigni.

C'erano i Florio tra Palermo e Parigi, c'era l'architetto Basile, c'era il pittore Aleardo Terzi…affermò Leonardo Sciascia. C’è tanta passione e bellezza che ci appartiene in quanto “Sicilien” in questo libro davvero imperdibile, ma fino a quando non lo avrete aperto e sfogliato pagina dopo pagina, gustandone i contenuti e la grafica immagine dopo immagine, ritrovandovi a sognare tempi migliori che dobbiamo imparare a volere anche per il “nostro oggi”, non avrete davvero capito chi è stato Aleardo Terzi e vi mancherà un tassello importante del nostro genio artistico italiano e della nostra Sicilia più bella e “sinuosa”.

Arriverà un momento, presto speriamo, in cui la politica locale capirà il valore di progettare e realizzare sculture e monumenti per i suoi figli più illustri ma non è questo il tempo, ora, è il tempo di leggere.
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