La città dei misteri è (sotto) un borgo in Sicilia: i segreti dei cunicoli di San Giorgio
Tra i vicoli intricati e alle chiese barocche, c'è una sorta di seconda città fatta di passaggi nascosti, leggende sotterranee e memorie misteriose: vi ci portiamo
Caltagirone
Caltagirone, situata sulle colline dell’entroterra catanese e famosa nel mondo per la sua ceramica e per l’iconica Scalinata di Santa Maria del Monte, nasconde un’anima segreta che si rivela solo a chi sa ascoltare. Oltre alle vivaci maioliche, ai vicoli intricati e alle chiese barocche, esiste una sorta di seconda città, più conosciuta attraverso racconti di anziani saggi che da documenti ufficiali, fatta di passaggi nascosti, leggende sotterranee e memorie misteriose: i cunicoli di San Giorgio.
Un nome, quello di San Giorgio, che evoca il quartiere più antico di Caltagirone sul quale però non esistono mappe ufficiali, né documenti che ne confermino l’esistenza. Eppure, da generazioni, gli abitanti del quartiere parlano sottovoce di passaggi segreti e cunicoli scavati nella roccia che avrebbero collegato la chiesa di San Giorgio a palazzi nobiliari, conventi e forse persino a punti strategici per giungere, segretamente, fuori dalle mura medievali.
Alcuni racconti orali dicono che questi cunicoli venissero utilizzati durante le incursioni saracene o, in seguito, nei periodi segnati da faide familiari, sommosse popolari e tensioni politiche, quando la fuga era sempre un’opzione da considerare. Altre storie suggeriscono che potrebbero essere stati scavati dai monaci per collegare luoghi di culto e magazzini o per permettere spostamenti discreti nei momenti difficili. La verità si trova probabilmente a metà tra realtà e leggenda.
Ciò che è certo è che la città di Caltagirone nasconde realmente strati archeologici complessi. Sono infatti note le tombe rupestri, le grotte, le cavità utilizzate in epoche diverse e ambienti scavati nella roccia che testimoniano la presenza umana sin dalla preistoria. È facile, dunque, che l’immaginazione popolare abbia trasformato strutture antiche in racconti di gallerie, vie segrete e nascondigli sicuri.
I misteri riguardanti Caltagirone non trovano fine nei racconti popolari di questa probabile città sotterranea poichè tutto ciò che esiste in superficie è misterioso tanto quanto ciò che si racconta del sottosuolo. Infatti, tra le strade strette, tortuose, spesso coperte da piccole arcate, che formano un reticolo fitto e disordinato dei "carruggi" molto spesso ci si perde o meglio, camminare nei carruggi significa perdersi volontariamente.
A ogni curva si aprono cortili improvvisi, rampe ripide, scalinate che conducono in luoghi inattesi. È l’architettura della difesa, ma anche della vita quotidiana, nata in secoli di storia e adattata alle esigenze di un centro urbano cresciuto in verticale più che in larghezza. Negli ultimi anni, l’interesse per i cunicoli è tornato a crescere. Gruppi locali, appassionati di storia locale e studiosi di speleologia urbana hanno iniziato a raccogliere testimonianze, fotografie, racconti.
Alcuni ambienti sotterranei sono stati individuati davvero: piccoli locali, antiche cisterne, cavità artificiali che potrebbero essere state parte di qualcosa di più grande. Questo margine di incertezza, paradossalmente, rende la leggenda ancora più viva. Perché nell’immaginario di una città antica, ciò che non è stato dimostrato diventa spesso più affascinante di ciò che è stato scoperto.
Forse i cunicoli esistono davvero, forse sono solo un intreccio di racconti, o forse ancora giacciono sotto strati di terra e pietra in attesa che qualcuno li riporti alla luce. Caltagirone, città di ceramiche e di memoria, di colori e di misteri, sembra voler custodire questo segreto, come un tesoro che appartiene alla collettività più che agli archivi.
Un nome, quello di San Giorgio, che evoca il quartiere più antico di Caltagirone sul quale però non esistono mappe ufficiali, né documenti che ne confermino l’esistenza. Eppure, da generazioni, gli abitanti del quartiere parlano sottovoce di passaggi segreti e cunicoli scavati nella roccia che avrebbero collegato la chiesa di San Giorgio a palazzi nobiliari, conventi e forse persino a punti strategici per giungere, segretamente, fuori dalle mura medievali.
Alcuni racconti orali dicono che questi cunicoli venissero utilizzati durante le incursioni saracene o, in seguito, nei periodi segnati da faide familiari, sommosse popolari e tensioni politiche, quando la fuga era sempre un’opzione da considerare. Altre storie suggeriscono che potrebbero essere stati scavati dai monaci per collegare luoghi di culto e magazzini o per permettere spostamenti discreti nei momenti difficili. La verità si trova probabilmente a metà tra realtà e leggenda.
Ciò che è certo è che la città di Caltagirone nasconde realmente strati archeologici complessi. Sono infatti note le tombe rupestri, le grotte, le cavità utilizzate in epoche diverse e ambienti scavati nella roccia che testimoniano la presenza umana sin dalla preistoria. È facile, dunque, che l’immaginazione popolare abbia trasformato strutture antiche in racconti di gallerie, vie segrete e nascondigli sicuri.
I misteri riguardanti Caltagirone non trovano fine nei racconti popolari di questa probabile città sotterranea poichè tutto ciò che esiste in superficie è misterioso tanto quanto ciò che si racconta del sottosuolo. Infatti, tra le strade strette, tortuose, spesso coperte da piccole arcate, che formano un reticolo fitto e disordinato dei "carruggi" molto spesso ci si perde o meglio, camminare nei carruggi significa perdersi volontariamente.
A ogni curva si aprono cortili improvvisi, rampe ripide, scalinate che conducono in luoghi inattesi. È l’architettura della difesa, ma anche della vita quotidiana, nata in secoli di storia e adattata alle esigenze di un centro urbano cresciuto in verticale più che in larghezza. Negli ultimi anni, l’interesse per i cunicoli è tornato a crescere. Gruppi locali, appassionati di storia locale e studiosi di speleologia urbana hanno iniziato a raccogliere testimonianze, fotografie, racconti.
Alcuni ambienti sotterranei sono stati individuati davvero: piccoli locali, antiche cisterne, cavità artificiali che potrebbero essere state parte di qualcosa di più grande. Questo margine di incertezza, paradossalmente, rende la leggenda ancora più viva. Perché nell’immaginario di una città antica, ciò che non è stato dimostrato diventa spesso più affascinante di ciò che è stato scoperto.
Forse i cunicoli esistono davvero, forse sono solo un intreccio di racconti, o forse ancora giacciono sotto strati di terra e pietra in attesa che qualcuno li riporti alla luce. Caltagirone, città di ceramiche e di memoria, di colori e di misteri, sembra voler custodire questo segreto, come un tesoro che appartiene alla collettività più che agli archivi.
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




