SCUOLA E UNIVERSITÀ
La scuola non finisce, il servizio mensa sì: disagi nelle scuole di Palermo, che succede
Malcontento tra le famiglie dei bambini delle scuole a Palermo per l'interruzione anticipata della mensa: vi raccontiamo che succede e i disagi che sta creando

Una mensa in una scuola
È stata presa la decisione di interrompere anticipatamente il servizio mensa tramite una comunicazione del 9 maggio alle scuole d'infanzia, di primo ciclo e degli istituti comprensivi del Comune che aderiscono al servizio di refezione.
Secondo la nota, la mensa rimarrà attiva fino al 31 maggio e non oltre.
Un disservizio che ha causato non pochi malumori e disagi dal momento che le attività scolastiche cessano il 7 giugno, mentre la scuola dell'infanzia resta aperta fino al 30 giugno e non verrà garantita per più di un mese un servizio a dir poco essenziale.
«La nota sottolinea che visto l'approssimarsi della conclusione del corrente anno scolastico, non è necessario garantire la mensa - lo dice a Balarm Lucia Bonaffino, già responsabile scuola del Partito Democratico federazione di Palermo.
Ieri l'assessorato si è giustificato dicendo che nel mese di giugno ci sono meno bambini, ma in questo modo si disincentiva la frequenza che potrebbe essere in realtà monitorata.
Non si può parlare di costi quando si tratta di bambini - continua Lucia Bonaffino - soprattutto se stiamo parlando di alunni delle borgate di Palermo. La mensa scolastica è un servizio sociale e non va mai considerato un costo, anzi.
Così facendo togliamo una delle poche certezze dei bambini, potrebbe anche essere l'unico pasto nutrizionalmente bilanciato.
Si può calibrare facendo gli opportuni monitoraggi in base alle presenze. Togliendo un pasto così controllato, togliamo le poche certezze per i bambini».
La dichiarazione che ha destato dubbi e alzato polemiche è stata quella dell'assessore alla scuola Aristide Tamajo: «In relazione alla fine anticipata del servizio mensa il 31 maggio, è opportuno precisare che le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione a rimodulare le attività di refezione sono state dettate dal numero estremamente ridotto di adesioni per il mese di giugno dello scorso anno.
Un quinto di pasti per classe, che in numero assoluto ha significato 3 o 4 pasti giornalieri forniti per classe, suddivisi in 40 centri di refezione.
Si ribadisce, tuttavia, la disponibilità dell'Amministrazione a valutare l’eventuale ripristino del servizio, qualora per una o più classi si registrasse la volontà unanime e documentata delle famiglie di proseguire con la refezione per tutto il mese».
Ma, com'è già stato anticipato, si potrebbe procedere a un monitoraggio più attento e fatto quotidianamente per evitare gli sprechi e garantire comunque il servizio visti i disagi non indifferenti a cui vanno incontro le famiglie, tra chi lavora e chi no, ma fa affidamento alla scuola.
«Apprendiamo dalle dichiarazioni dell'assessore all'istruzione del Comune di Palermo che l'interruzione anticipata del servizio mensa sarebbe motivata da una riduzione della richiesta da parte delle famiglie, basata su un dato previsionale desunto dall'anno passato - a dirlo è il segretario generale Fabio Cirino -.
A tal proposito ci chiediamo se tale possibilità fosse prevista nel contratto di servizio, un servizio che andrebbe garantito dall'inizio alla fine dell'anno scolastico e non partire in ritardo e finire in anticipo».
La richiesta è quella di non togliere il servizio a tutti ma di verificare quanti frequenteranno nel mese di giugno la scuola dell’infanzia e diminuire i pasti in base al numero.
«Anche perché quando viene dato l'organico alle scuola annualmente, viene convocato un docente in più per monitorare la mensa.
Concordiamo sulla necessità di rimodulare il servizio nelle quantità, dopo un'attenta ricognizione del numero di pasti necessario nel mese di giugno – prosegue Cirino –.
Siamo assolutamente contrari a un'interruzione generalizzata basata su un mero dato previsionale.
Anche perché, giova ricordarlo, l'organico fornito alle istituzioni scolastiche, che prevedono il servizio mensa, tiene conto appunto di questo dato e la riduzione dell'orario scolastico, a causa della mancanza del servizio mensa, costituirebbe un danno per famiglie, alunni ed erario.
Anche perché alcune scuole avevano pensato a deliberare il pranzo a sacco. Ma come si fa? È impensabile, si crea disorganizzazione e disagi in più per famiglie con genitori che lavorano».
«In merito alla decisione dell’Amministrazione Comunale di interrompere anticipatamente il servizio di mensa scolastica, esprimo profonda preoccupazione - afferma il consigliere comunale Massimo Giaconia -.
Ma anche piena solidarietà ai tanti genitori che, legittimamente, stanno manifestando il proprio disappunto per una scelta unilaterale, priva di confronto con le parti interessate e di un’adeguata informazione preventiva.
Un provvedimento inaccettabile, che ha messo in seria difficoltà numerose famiglie, soprattutto quelle in cui entrambi i genitori lavorano, costrette a riorganizzare in tempi strettissimi la gestione quotidiana dei propri figli, senza alcun supporto da parte dell’amministrazione.
Gravi disagi si registrano anche all’interno delle scuole, che, per carenza di personale qualificato, non sempre sono in grado di autorizzare la somministrazione dei pasti portati da casa.
Una situazione che ha obbligato molte istituzioni scolastiche a modificare orari e assetti didattici, aumentando confusione e disorganizzazione.
Ancora una volta l’Amministrazione Lagalla si dimostra distante e insensibile rispetto alle esigenze delle famiglie palermitane, e in particolare di quelle dei lavoratori, che invece dovrebbero essere sostenute e agevolate - continua Massimo Giaconia -.
Al contrario, vengono lasciate sole ad affrontare i disagi generati da decisioni improvvisate e prive di logica.
Chiediamo all’Amministrazione Lagalla di spiegare pubblicamente le ragioni di questa scelta incomprensibile e di garantire il servizio mensa anche per tutto il mese di giugno, così come inizialmente previsto»
«Le famiglie, i bambini e le bambine continuano a pagare il prezzo del disinteresse dell’amministrazione Lagalla in fatto di infanzia - dichiara la consigliera comunale del Partito Democratico Mariangela Di Gangi -.
E come ciliegina sulla torta, arriva la comunicazione unilaterale – segnalata da tante famiglie in queste ore – con cui il Comune anticipa di un mese la sospensione del servizio mensa rispetto alla fine dell’anno scolastico.
Una decisione non concertata e non motivata, che comporta gravi disagi per le scuole, costrette a rimodulare il tempo scuola, e per le famiglie, che vedranno ridursi in modo netto il tempo educativo garantito.
Con ricadute pesanti, soprattutto per i genitori lavoratori.
Il comune torni sui suoi passi o spieghi pubblicamente le ragioni di questa decisione.
Una cosa però è certa: ancora una volta, l’Amministrazione Lagalla affronta il tema dei diritti dell’infanzia con approssimazione, confusione e irresponsabilità.
E lo fa mentre il centrodestra continua, solo a parole, ad invitare le famiglie a fare più figli. Nei fatti rende sempre più difficile essere genitori e far crescere i propri figli, soprattutto in questa città».
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