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La sfida (in 8 punti) di Rita Barbera per Palermo: dalle donne al traffico fino alle periferie

PALERMO 2022 - Balarm vi racconta le amministrative attraverso le interviste ai candidati: Rita Barbera, ex direttrice dell'Ucciardone, e la sua scelta di scendere in campo

Anna Sampino
Giornalista
  • 5 maggio 2022

Rita Barbera

A Palermo Rita Barbera è stata direttrice di tutti e tre gli istituti penitenziari della città. Nel 1996 è stata lei a "inaugurare" il nuovo carcere Pagliarelli e dal 2011 al 2019 ha diretto l'Ucciardone, dove era già stata vicedirettore proprio negli anni in cui prendeva inizio il maxi processo contro Cosa nostra.

«Lavorare in carcere non è certo facile e il livello di conflittualità è altissimo. Ma quello all'Ucciardone nel 1986 è stato senz'altro uno dei ruoli più difficili della mia carriera, soprattutto in termini d'impegno e fatica».

Oggi, dopo 35 anni di carriera e 3 anni di pensione, è il suo passato di "donna al servizio della buona amministrazione" che l'ha convinta scendere un'altra volta in politica (la prima fu nel 2006 con i Democratici di sinistra per le Regionali al fianco di Rita Borsellino) e candidarsi sindaco. Anzi, lei preferisce definirsi candidata "sindaca", termine scelto per i manifesti elettorali, insieme a quello di ex direttrice dell'Ucciardone.
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Perchè? «Intanto perchè io non sarei qui senza il mio passato professionale. Secondo, perchè grazie al mio lavoro ho imparato cosa significa amministrare. Sì, una grande città è più complessa di un carcere, non c'è dubbio. Ma il metodo e l'approccio alla risoluzione dei problemi e delle conflittualità sono sempre gli stessi Si tratta di competenze che acquisisci nel tempo, con l'esperienza», spiega Rita Barbera.

Candidata sindaca appoggiata da due liste civiche, la presa di distanza dai partiti è il "cavallo di battaglia" della sua campagna elettorale.

«Sono sempre stata vicina alla sinistra, ma con questa candidatura mi pongo in modo equidistante dai partiti, sia di destra che di sinistra, che hanno perso qualsiasi aggancio con la realtà e la città. Io voglio parlare a tutti coloro che sono sfiduciati e non credono più nella politica. Voglio convincerli che il voto è un'espressione importante della nostra democrazia ed è l'unico strumento per il cambiamento».

Dalla sede del suo comitato elettorale in via Notarbartolo, nel palazzo davanti al quale sorge l'Albero Falcone (e che ci mostra dicendo che per lei rappresenta un segno del suo quotidiano impegno antimafia), Rita Barbera parla sempre della sua candidatura come una prima "sfida verso il cambiamento".

«La mia candidatura è uno stimolo al cambiamento. L'inizio di un percorso più lungo. Voglio verificare se i cittadini e le cittadine riescono a capire che cambiare si può».

Sulla possibilità di supportare un candidato in caso di ballottaggio, non si sbilancia. «Intanto vediamo chi ci arriva. Ma non credo ci sia questa opzione, perchè sarebbe contraria alla mia scesa in campo senza partiti. Ad ogni modo è ancora presto per dirlo».

Ma andiamo al programma. Quali sarebbero le prime azioni di Rita Barbera sindaca? Dalla sua risposta, lo spirito dell'amministratore prevale su tutto. Nuova organizzazione e risorse sono i primi temi che vengono fuori.

DECENTRAMENTO - «Una nuova divisione amministrativa nell'ottica di un decentramento più efficace e razionale», secondo Rita Barbera sarebbe il primo passo per un'azione più efficiente, dalla raccolta dei rifiuti alla rinascita delle periferie. «Le circoscrizioni abbracciano talvolta zone troppe diverse tra loro. Faccio l'esempio dell'VIII circoscrizione, in cui all'interno ci sono Politeama e Borgo Vecchio, che ovviamente hanno esigenze differenti. Ci vuole una divisione amministrativa che tenga conto della diversità e dell'identità dei quartieri. Serve una nuova formula che rendi le zone più gestibili, soprattutto in termini di qualità della vita».

RISORSE - Qualsiasi siano le intenzioni del futuro sindaco, si pone un problema su tutti: le risorse. «Le cose si fanno con i soldi, non con le chiacchiere - sottolinea Barbera -. La condizione economica del Comune di Palermo è vicina al dissesto. C'è un piano di riequilibrio che è stata la scelta più facile, ossia aumentare le tasse al cittadino, e che non condivido. Dunque tra le primissime cose da fare, ci sarà da verificare le disponibilità economiche dell'amministrazione comunale. Anche perchè le politiche di questi ultimi 5 anni non si sono mosse in un'ottica di rientro, come per esempio una seria la lotta all'evasione. Non c'è stato alcun segnale né strategia. Siamo in una situazione drammatica».

DONNE - Da candidata sindaco la domanda è quasi d'obbligo: c'è un tema donne nel suo programma? «Sì. È arrivato il momento che le donne si assumano le responsabilità di partecipare a ciò che avviene attorno a loro. Noi donne dobbiamo essere presenti nei posti di potere del fare. Essere donna ha determinato la mia candidatura. Palermo ha bisogno di un sentire femminile. Una città in crisi ha bisogno di una donna che se ne prenda cura e che abbia la capacità - tipica di noi donne - di semplificare i problemi per risolverli. Per la giunta comunale propongo una squadra composta per il 50% da donne».

In termini di servizi? «Ho pensato a un bilancio di genere, strumento che non viene citato da nessuno. Si tratta di fondi necessari che servano a supportare servizi e politiche volti a eliminare le barriere che ostacolano il lavoro e l'azione delle donne. In termini pratici, servizi a supporto delle attività che sono culturalmente attribuite a loro, come la cura degli anziani e dei bambini».

Tra gli esempi più concreti: «Assistenza domiciliare a disabili e anziani, asili nido comunali, che sono assolutamente indispensabili, posti auto assegnati sotto casa per le neomamme per i primi 18 mesi dopo il parto. Insomma, tutti servizi che rendono la quotidianità più facile. Sono idee venute fuori dalla mia esperienza diretta di mamma e nonna - racconta -. Una delle mie due figliei ha due gemelli e ricordo l'enorme difficoltà che aveva anche solo a muoversi per la città con il passeggino».

RIFIUTI - Un sistema fallimentare che va completamente cambiato: è questo in estrema sintesi il suo giudizio sulla questione rifiuti in città. «La mia esperienza amministrativa mi insegna che se un sistema fallisce si cambia. Guardo ai piccoli Comuni che hanno dimostrato di essere più virtuosi nella gestione della differenziata. E allora io credo che il primo problema da risolvere è l'ampiezza territoriale, che va ridotta. Torna quindi il tema di un nuovo decentramento. La raccolta porta a porta sarebbe così più gestibile».

Sulla differenziata, punta molto su un'opera di sensibilizzazione dei cittadini. «Credo anche che serva impiegare del personale che possa sensibilizzare e aiutare i cittadini a differenziare in modo corretto. Compito che potrebbe essere affidato per esempio alle cooperative di giovani o ad altri enti di Terzo settore. È necessario guidare un vero e proprio cambiamento culturale. Per farlo serve un sistema articolato fatto di tante azioni.

Altro aspetto: gli ecopunti e centri di raccolta per gli ingombranti. «Ogni quartiere ne deve avere uno». E occorre anche «incentivare i cittadini a smaltire la spazzatura in modo corretto attraverso un sistema premiante. Penso, per esempio, a sconti sulla Tari per residenti e ancora di più per commercianti e ristoratori».

TRAFFICO - Per l'ex direttrice si tratta di un tema «fortemente collegato con l'ambiente, che è diventato una priorità. Trovare soluzioni veloci per portare a termini i cantieri ancora incompiuti è un obbligo. Tra le prime azioni, ritengo sia fondamentale la creazione di parcheggi dove lasciare l'auto e che facciano da snodo per accedere ad altri mezzi come bus, tram o metro e altri mezzi utili alla città».

Ecco appunto, il tram, cosa ne pensa Rita Barbera? «Il tram è diventato una questione perchè non c'è stata alcuna concertazione su un'opera che riguarda tutta la città. Sarebbe stato invece importante coinvolgere professionisti e cittadinanza. L'uomo solo al comando non va più bene. La partecipazione della cittadinanza attraverso le consultazioni deve diventare uno strumento indispensabile per amministrare perchè evita i conflitti e l'uso inefficiente di soldi pubblici in azioni magari inutili o poco condivise. In soldoni, si deve chiedere ai cittadini cosa vogliono. Noi dobbiamo fare le cose che servono. Se il tram in via Libertà per i cittadini è inutile non lo facciamo. Magari potrebbe essere più utile completare le altre due linee rimaste incomplete e che collegherebbero le periferie».

Discorso simile anche per la Ztl. «Al Borgo Vecchio tutti si lamentano, residenti e commercianti. Lasciare l'auto nei parcheggi vicini costa troppo e quindi il quartiere non è più appetibile. Abitarci o andarci a fare la spesa diventa gravoso. Questo concetto vale per tutta la città. Come si fa a prevedere una zona a traffico limitato se prima non ha realizzato i parcheggi?».

PERIFERIE - Uno dei temi su cui l'ex direttrice dell'Ucciardone promette di voler lavorare molto. «L'amministrazione Orlando le ha dimenticate. Il mio lavoro mi ha portato a conoscere le sofferenze delle periferie. Oggi serve ricucirle al resto della città e abbattere l'emarginazione attraverso una rete di servizi e opportunità, dai rifiuti alle scuole ai mezzi di trasporto efficienti».

SPAZI CULTURALI E STRUTTURE SPORTIVE - «Noi siamo la città delle grandi inaugurazioni e poi della scarsa manutenzione. Abbiamo vasti spazi che vanno a perdere, come la Fiera del Mediterraneo o l'ex Chimica Arenella, perchè per esempio non affidarli a enti del Terzo settore.

A Palermo c'è una grande forza fatta di associazionismo e volontariato, perchè non fare gestire questi spazi a chi ha voglia di cambiare questa città? Il tutto peraltro a costo zero per l'amministrazione. In tals senso è urgente approvare il Regolamento dei Beni comuni, che è fermo in Consiglio comunale, strumento che renderebbe più semplice e chiaro l'affidamento di spazi pubblici».

CIMITERI - Sulla questione sepolture al cimitero dei Rotoli, Rita Barbera preferisce non parlare di "emergenza": «Perchè è una questione che si protrae da almeno 10 anni e non si è fatto nulla per evitare le 1000 salme insepolte di oggi. Eppure bastava una cosa semplicissima: le tombe sono in concessione e le concessioni scadono. Basterebbe fare un censimento e fare periodicamente gli spurghi».

Un nuovo cimitero? «Se serve veramente, lo facciamo, ma occorre appurare che sia utile. Il primo passo sarebbe fare un censimento dei posti recuperabili dalle concessioni scadute e tenere conto anche del fatto che l'interesse per la cremazione è aumentato. Quindi prima di parlare di un altro cimitero, vediamo se serve davvero».

In estrema sintesi per Rita Barbera è tutto una questione di metodo: «Consultare la cittadinanza e verificare ciò che serve davvero è lo strumento amministrativo vincente. Nessuna opera può essere pensata nè fatta senza coinvolgere i cittadini. I tempi dell'uomo o della donna solo al comando sono finiti. Organismi come le consulte e i comitati devono entrare a far parte dei processi decisionali. É questa la base della democrazia ma anche di una buona amministrazione, che fa cose utili riducendo le conflittualità».
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