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La verità sta nel mezzo: la generazione pre selfie degli Xennials (forse) è la migliore

Gli Xennials, di cui fanno parte ragazze e ragazzi nati tra il 1977 e il 1983, a cavallo tra l’era analogica e l’era digitale, sono considerati "i migliori" per le loro capacità

  • 20 dicembre 2019

Lo storico telefonino Nokia 3310

La verità (come anche i migliori) sta sempre nel mezzo. A quanto pare infatti secondo uno studio condotto da Dan Woodman, professore associato all'Università di Melbourne, i cosiddetti Xennials, cioè la generazione dei nati tra il 1977 e il 1983 a cavallo tra l’era analogia e l’era digitale, è considerata "la migliore", quanto a capacità di sopravvivenza, proprio perchè è riuscita ad adattarsi meglio a questo passaggio storico epocale.

Insomma, una generazione di uomini e donne che ha trovato la luce esattamente nel bel mezzo di due mondi opposti. Gli Xennials infatti sono nati e cresciuti come esseri analogici ma si sono evoluti poi come esseri digitali: chiunque sia nato tra il 1977 e il 1983 fa parte quindi di una micro-generazione del tutto a sé stante e che, da un lato, è considerata troppo avanti per essere catalogata nella precedente X Generation (iniziata nei gloriosi anni ’60) e, dall’altro, è considerata troppo indietro per far parte invece dei Millennials, ossia il popolo dei nativi digitali che hanno aperto gli occhi proprio nell’era degli smartphone.
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Ed è proprio per questa razza “bastarda”, di chi oggi si ritrova ad aver vissuto contemporaneamente un'infanzia analogica ma una maturità digitale, che Dan Woodman ha coniato il termine Xennials considerata appunto dalla sua teoria come la migliore specie in virtù della grande elasticità evolutiva dimostrata durante il passaggio epocale dall'era pre digitale a quella digitale.

In parole povere gli Xennials hanno attutito senza troppe difficoltà il cambiamento sociale da quando i caratteri a disposizione per un messaggio sul cellulare di prima generazione erano massimo di 100 battute (spazi inclusi), essendo costretti altrimenti a doverne inviare due e pagare doppio, a quando invece è venuto al mondo il signor Whatspapp in cui scrivere un sms o un papello romantico alla fidanzata non costa nulla, e c’è anche chi usa inviare un singolo messaggio per ogni frase scritta.

Gli Xennials però dal canto loro conservano la bellezza della collezione delle schede telefoniche più rare o dei cartoni animati in VHS, sanno cosa significa sbagliare a comporre il numero di telefono dall’apparecchio “a giro” di casa della nonna, e ricordano l’emozione che si provava nel ricevere la cartolina che loro stessi si erano auto spediti come ricordo durante le vacanze estive.

Una generazione senza filtri Instagram e pre selfie, che ancora oggi ha nitido in testa e nel cuore il ricordo e il gusto del passato, ma che ha fatto presto ad adattarsi al mondo dei social e a cambiare il vecchio lavoro magari per diventare un influencer.

Una vita spaccata in due: tra la musica ascoltata nella propria stanzetta nelle musicassette e quella riprodotta da spotify direttamente nelle proprie cuffie senza fili mentre si cammina per strada. Per non parlare poi degli Xennials a Palermo, quelli che agli inizi degli anni '90 il Nokia 3310 e le Dr. Martens erano uno stile di vita.
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