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La vita di Franca Viola dopo lo storico "no": dalla Sicilia quel rifiuto arrivò in tutta Italia

Icona della ribellione delle donne del Sud degli anni '60, ha conservato quell'impeto che all'epoca la spinse a rifiutare il matrimonio riparatore. Ricordiamo la sua storia

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 25 novembre 2022

Franca Viola (Alcamo, 1948) in una foto d'archivio

Icona della ribellione delle donne del sud degli anni '60, Franca Viola è stata una vera e proprio "sessantottina" anticonformista, da parte della morale e del saper camminare a testa alta sin da tempi impossibili. Oggi che è madre di due figli e persino nonna porta avanti la sua tesimonianza sempre a favore e dalla parte delle donne lanciando in ogni dove il suo messaggio.

"Non arrendetevi mai" Nel 2014, infatti, per la Festa delle Donne, Franca Viola è stata premiata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il merito "per il coraggioso rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese".

Della sua storia si è parlato molto, ma trasferirne la memoria regala sempre un'emozione nuova. "Io non sono proprietà di nessuno. Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L'onore lo perde chi le fa certe cose non chi le subisce". Era il 26 Dicembre 1966 e Franca Viola (9 gennaio 1947) veniva rapita e violentata.
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Figlia d una famiglia di mezzadri in un momento siciliano in cui scomparivano i feudi e nascevano i piccoli proprietari terrieri comunemente chiamati latifondisti. A soli 15 anni la giovane Franca si fidanza con Filippo Melodia, con il consenso dei genitori, ma poco dopo, si scopre che il giovane alcamese apparteneva ad una cosca mafiosa. Il padre della ragazza quindi decide di rompere il fidanzamento.

Da questo momento inizeranno una serie di ritorsioni contro Viola, padre di Franca, fino al giorno del rapimento della figlia in cui viene malmenata la madre e rapito anche il fratellino che nel tentativo di non fare andare via la sorella si aggrappò alla sua gonnella. Il bambino verrà rilasciato qualche giorno dopo.

Aveva 17 anni ed era la più bella di Alcamo, il suo paese. Franca rifiuterà il matrimonio riparatore con l'uomo che l'aveva rapita. Un reato contro una persona e non un oltraggio alla morale.

Durante il rapimento ci fu una grande complicità tra la famiglia e le forze dell'ordine facendo credere allo stupratore Filippo Melodia che le nozze sarebbero avvenute. Il giorno di Capodanno, infatti, i genitori di Franca ricevettero una telefonata da parte dei parenti di Melodia per fare la cosiddetta "paciata".

Un incontro per fare sposare la ragazza con Filippo Melodia davanti ad un fatto compiuto. I signori Viola fecero finta di accettare ma il 2 gennaio 1966 la Polizia fece irruzione nell'appartemento dove si trovava segregata la giovane siciliana arrestando Melodia e i suoi complici. Melodia verrà condannato a 10 anni di reclusione dopo aver cercato di screditare la ragazza descrivendo il fatto come una "fuitina", pratica diffusa in quegli anni.

Con questo caso si apriva una nuova pagina del diritto di famiglia. Nel 1981, infatti, venne abrogato l'articolo 544 del codice penale secondo cui il matrimonio riparatore salvava l' "onore" della vittima e assolveva il violentatore della condanna. In pieni anni '60, in una Sicilia piena di tabu', vinceva la libertà e la dignità.

Nel 1968 Franca Viola sposerà Giuseppe Ruisi, un amico d'infanzia, un uomo innamorato, che non temeva alcuna ritorsione dallo stesso Melodia, e che rivolgendosi a Franca Viola affermava che: "Meglio vivere 10 anni con te che tutta la vita con un'altra".

Oggi Franca Viola, se per le strade di Alcamo incontra uno dei suoi strupatori, sono loro ad abbassare lo sguardo. E se dovesse incontrare una donna in difficoltà dirà sempre: "Non cedere mai ad alcun compromesso controcuore".
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