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Le mangi, le respiri e le bevi nel Tè: le microplastiche invadono (anche) la Sicilia

A confermare la gravità della situazione il numero crescente di studi, secondo cui questi frammenti minuscoli di plastica si trovano praticamente ovunque

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 27 agosto 2025

Le microplastiche non minacciano più soltanto gli oceani o le catene alimentari: ora si trovano direttamente nel suolo e volano letteralmente nell’aria, risultando una minaccia per i nostri polmoni.

A confermare la gravità della situazione è un numero crescente di studi scientifici, secondo cui questi frammenti minuscoli di plastica si trovano ormai praticamente ovunque: nel sangue, nel cervello umano, all’interno delle nostre gonadi e ora anche nell’atmosfera.

Il problema è che il più delle volte non conosciamo ancora con esattezza le conseguenze della loro presenza sulla nostra salute. Se infatti sappiamo che molte tartarughe marine e balene muoiono per colpa dell’ingestione di ingenti quantità di plastica, che rimangono bloccate all’interno del loro stomaco o nei canali respiratori, al momento non sappiamo quale danno può provocare un singolo frammento di plastica nei nostri polmoni o nello stomaco.

Una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Plos One ha stimato che una persona può inalare ogni giorno oltre 70.000 frammenti di microplastica, soprattutto all’interno di ambienti chiusi come case, uffici o automobili.

La maggior parte di queste particelle è talmente piccola – inferiore a 10 micrometri – da superare i meccanismi di difesa del nostro apparato respiratorio, raggiungendo direttamente gli alveoli polmonari.

Un altro studio afferma inoltre che in media ogni uomo ingerisce, attraverso cibi e bevande, una media di oltre 45mila particelle di plastica all’anno.

Si tratta di un numero davvero elevato di plastica assunta, che ignoriamo di possedere dentro il nostro corpo. Ovviamente esistono dei cibi più inquinanti degli altri.

Per fare una breve lista, il pesce, le bustine da Tè, il riso, le carote e le mele sono tra i cibi più contaminati in assoluto. Problematica è anche la nostra assunzione di liquidi tramite bottiglie di plastica, che non fanno altro che aumentare il numero di particelle che ingeriamo per errore.

D’altronde ogni anno produciamo oltre 400 milioni di tonnellate di plastica, che si vanno ad accumulare a tutti quei prodotti di plastica che abbiamo abbandonato nell’ambiente nel corso degli ultimi 70 anni.

Per fortuna alcuni ricercatori sono impegnati nello scoprire dei prodotti in grado di aiutare il nostro corpo nell’eliminare queste pericolose sostanze.

Fra queste abbiamo un integratore naturale, che ha il nome di Plastikdren, prodotto dall’azienda italiana Guna, casa farmaceutica che si dichiara leader nella low dose medicine.

Questo integratore si presenta come delle compresse e presenta al suo interno del chitosano, un polisaccaride derivato dalla chitina, la sostanza che è presente nell’esoscheletro gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e di molti altri crostacei.

Il chitosano, giunto nello stomaco, è in grado di formare delle reti molecolari, che legano i lipidi e le microplastiche, limitandone l’assorbimento.
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