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Accademia: storia audace di capitani e capitali

Salvatore, Vincenzo e Luigi hanno con coraggio acquisito "Accademia", azienda, un tempo del gruppo Migliore, dedicata a prodotti di illuminotecnica

  • 10 ottobre 2012

Piccola storia audace di capitani e capitali nel tragico tempo della crisi: i primi, sono i proprietari di un’azienda bollata con l’ormai abituale marchio del fallimento; i secondi, sono i risparmi di questi stessi coraggiosi imprenditori che, messo da parte il disfattismo e la delusione, hanno deciso di optare per quella che a loro pareva l’unica soluzione possibile per non perdere più di un decennio di esperienza e gratificazione.

Con un po’ di azzardo, forse, e rischiando di certo tutto, Salvatore Inzone, Vincenzo Giambrone e Luigi Cirivello hanno acquisito “Accademia”, l’azienda - un tempo del noto gruppo Migliore, poi passato alla francese Sonepar - dedicata a prodotti di alta specializzazione nell’illumintecnica e per la quale hanno lavorato per anni. Negli anni ’90, il punto con sede a Palermo, venne definito il centro di illuminazione più all’avanguardia d’Europa, fiore all’occhiello dell’intera impresa, non solo per i marchi esclusivi ed introvabili ma soprattutto, per l’assistenza nel post vendita, per le competenze nello studio della luce.

La crisi del mercato ha messo in ginocchio perfino un punto di così indiscutibile eccellenza, non risparmiando la professionalità dei dieci dipendenti che si sono ritrovati a passare in un decennio, dai tempi d'oro alla recessione degli anni zero, fino alla chiusura definitiva nel maggio del 2012. Da qui, la decisione, di tre di loro, di provare a sfidare il mercato, forti della propria storia e della consapevolezza che è il lavoro delle persone a creare l’eccellenza di un grande marchio: niente cassa integrazione quindi, ma il sacrificio di tutti per rilevare l’azienda e rilanciarla.

Diceva Henry Ford che “È un bene che il popolo non comprenda il nostro sistema economico e monetario, perché se accadesse scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina”. I tre capitani della nuova “Accademia”, hanno compreso bene l’andamento del nuovo sistema economico, e ne hanno subito le conseguenze sulla propria pelle. Ma alla rivoluzione, hanno preferito la sfida.

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