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Alexander: condannato ad essere un Grande

  • 1 febbraio 2005

Alexander
U.S.A. Regno Unito 2004
Di Oliver Stone
Con Colin Farrel, Angelina Jolie, Val Kilmer, Antony Hopkins, Jared Leto, Rosario Dawson, Jonathan Rhys-Mayers, Raz Degan

Molti anni fa, il giovane studente Oliver Stone, scrisse in un compito che il sogno della sua vita sarebbe stato portare sullo schermo le imprese di Alessandro Magno, il più grande condottiero di tutti i tempi, capace di conquistare il 90% del mondo fino ad allora conosciuto. Un progetto ambizioso ed intrigante, che ha fatto gola a molti e che solo oggi, dopo una carriera di tutto rispetto, con 3 premi Oscar in bacheca e 8 nomination, ha finalmente visto la luce. Stone ha dovuto vincere la concorrenza spietata di Dino De Laurentis e, per tale ragione, il film è stato realizzato in soli 93 giorni, tra Inghilterra, Marocco e Thailandia, per poi passare in studio per le lunghe operazioni di montaggio e rifinitura. Costo del film 160 milioni di dollari. Decisamente uno dei più costosi degli ultimi tempi, un vero e proprio colossal che, in quanto tale, attira a sé tante aspettative. Avvalendosi del prezioso aiuto del professore Robin Lane Fox ed attenendosi il più possibile alla realtà dei fatti, Stone ha tracciato i tratti più rappresentativi di questo personaggio, da quelli più evidenti a quelli più nascosti. Ne è venuto fuori un uomo dall’animo sensibile, cresciuto ed educato per diventare un grande condottiero e schiacciato dal peso delle sue innumerevoli ossessioni.

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Prima fra tutte la madre Olimpiade, una donna dal forte carattere e poco propensa alla sottomissione tipica delle donne di quel tempo. Olimpiade vede in Alessandro il suo strumento di rivalsa e di vendetta nei confronti del marito, Filippo il Macedone, e lo istiga continuamente a far valere i suoi diritti di erede al trono. Ma Alessandro vuole molto bene al padre e, sebbene non sempre ne condivida le scelte, finirà per amarlo e per essere schiacciato dalle accuse di complotto relative alla sua improvvisa morte. Divenuto re a soli 20 anni, Alessandro inizia la sua impresa, alla conquista dei popoli delle terre più vicine, spingendosi poi fino alla Persia di Dario e all’India, dove fino ad allora nessuno aveva osato addentrarsi. Ma chi era veramente Alessandro? Un grande condottiero, uno stratega militare, un imperatore? O semplicemente un sognatore, innamorato delle vicende di Achille e desideroso solo di emularne le imprese che lo condussero a conquistare la gloria e l’immortalità? Quest’ultimo è forse l’aspetto che più emerge e che giustifica tanti comportamenti. La sua irruenza d’animo e la sua passionalità sono solo frutto di scelte obbligate da parte di un uomo nato con l’animo docile e condannato ad essere un grande.

Negli Stati Uniti il film è stato accolto con molta freddezza. Uno degli aspetti più contestati è stata l’ambiguità sessuale di Alessandro. Non stupiamoci di questo: se per i greci era abbastanza normale che un uomo amasse un altro uomo, per gli americani, ben lontani da questo genere di cultura, è difficile accettare una simile “debolezza”, specie in un uomo di così grande carisma. E come Achille, anche Alessandro aveva il suo Patroclo nell’amico di infanzia Efestione, l’unico che amò e per il quale era pronto a morire. L’impressione che si ha, all’uscita dalla sala, è di un grande film d’azione e di guerra, ambientato in tempi lontanissimi, molto meticoloso nelle descrizioni e nell’ambientazione, ma assolutamente privo di pathos. Certo c’è l’aggravante del poco tempo a disposizione, ma qualcosa in più andava fatto, specie nella recitazione. Il cast, che somiglia più a quello di una commedia romantica all’americana, sembra poco adatto alla circostanza. Colin Farrel ce l’ha messa tutta a conferire al suo Alessandro la giusta grinta e passionalità, ma sembra sempre piuttosto leggero e poco incisivo. Angelina Jolie, che per lunghi tratti appare piuttosto giovane per essere la madre di Alessandro, non riesce a dare quella giusta cattiveria ad una donna molto ambigua. L’unico all’altezza del suo compito è Val Kilmer, con il volto sfigurato ma fiero, aggressivo quanto basta per delineare i tratti di Filippo. Certo le scene della battaglia riprese dall’alto e la ricostruzione di Babilonia possono valere l’intero film, ma decisamente ci si aspettava di più, perché se Alessandro era condannato ad essere Grande, il suo film non può essere da meno.

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