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Alla scoperta del magico Oriente

  • 16 ottobre 2006

Un mondo da scoprire e vivere. Terra di antiche tradizioni dietro le quali si celano simboliche verità. Universo affascinante, ricco di colori, magico ma reale, culla della saggezza in cui sacro e profano si uniscono ed insieme indicano la strada che porta all’essenza delle cose. E’ l’Oriente, l’estrema parte est del mondo che approda a Palermo portando con sé il suo folkloristico bagaglio di cultura e tradizioni con “L’Opera di Pechino” della Kuo-Kuang Chinese Opera Company di Taiwan, in scena al Teatro Libero di Palermo (in piazza Marina, salita Partanna, 4) da giovedì 19 a sabato 21 ottobre alle 21.15 e solo di sabato anche alle 18.30. Uno spettacolo in cui la danza si unisce alla recitazione, al canto e all’acrobazia racchiudendo, in questo modo, l’essenza e la totalità del teatro. Diversi i personaggi della tradizione classica dell’Opera di Pechino che saranno rappresentati sul palco, a partire dal re delle scimmie, “Monkey King”, simbolo della forza e della velocità, seguito dalla donna guerriera, “Wu – Tani”. Infine, sarà possibile assistere agli spettacolari e mozzafiato duetti tra gli acrobati in cui la drammaticità s’incontra con l’ilarità.

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Quella dell’Opera di Pechino è sicuramente una sintesi perfetta tra gli aspetti più vari del teatro che alternandosi riescono a trovare ugualmente un armonico equilibrio riscontrabile soprattutto nei due aspetti più essenziali dell’opera, il realismo ed il simbolismo. Ma l’essenza dello spettacolo si rivela anche nel gioco dei contrasti evidente sin dalla scenografia che prevede delle scarne ambientazioni contrapposte alla vivacità, invece, dei costumi in scena. Gli elementi della dinamica scenica sono costituiti da regole e movimenti fissi, come lisciare la barba, aggiustare il cappello, rimboccare una manica e fare un passo, eppure lo spettacolo è assolutamente ricco e variegato. Tutti le parti recitate, sia i dialoghi che i monologhi, sono scritte nel dialetto di Pechino, cosa che, nelle rappresentazioni nella grande e mitica città, crea un impatto emotivo col pubblico ancora maggiore, dando luogo a manifestazioni di entusiasmo anche eccessive.

Nel canto, nonostante gli schemi siano fissi, sono la vivacità e la varietà del ritmo ad esprimere i sentimenti e la psicologia dei diversi personaggi in differenti situazioni. I costumi sono sempre quelli della dinastia Ming. Il suonatore di tamburino, peculiarità dell’Opera di Pechino, è il direttore dell’orchestra, composta da strumenti a percussione, a corda e a fiato, e nello stesso tempo è anche il direttore degli attori. L’uso dei colori, nella sua magnificenza, trova anche una motivazione specifica nel significato degli stessi (la fedeltà per il rosso, per il bianco l’astuzia e la saggezza, per il nero la risolutezza e l’inflessibilità, per il verde l’indomabilità e la crudeltà, per il giallo l’abilità e la ferocia, il blu l’audacia e l’arroganza, il rosso chiaro l’onestà e l’anzianità, il purpureo la serietà e la prudenza).

Sei i maestri della compagnia che daranno vita a tutto questo. Sono Sun Yuan-Cheng, Hsieh Meng-Chia, Peng Chu-Kang, Hsu Shiao Tsun, Chen Mei-Lan, Lee Hsiao-Pin, Lee Chai-Chi, Hsu Shiao-Tsun che saranno accompagnati per tutta la durata dello spettacolo dalla musica dal vivo di sei musicisti, Lee Chae, Hsu Chun-Shuan, Chen Pei-Chien, Chen Jia-Shun, Chin Yen-Long ed, infine, Liao Hui-Chung. Il costo dei biglietti di ingresso è 12 euro l'intero e, per gli under 25, 8 euro; per informazioni chiamare lo 0916174040.

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