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Antonio Giordano e il suo libro “I Patriarchi”

Un libro per ricondurre un’umanità verso un’essenza che valorizzi, e metta in evidenza, le possibilità di un essere umano se non corroso dalla superficialità

Balarm
La redazione
  • 25 aprile 2009

In un periodo storico in cui crollano tutti gli ideali, corrosi da consumismo e dalla superficialità, Antonio Giordano, scrittore, professore e giornalista, ha sentito la necessità di scrivere un libro su quell’uomo ormai scomparso. “I Patriarchi”, che verrà presentato lunedì 27 aprile alle 21, ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti) all’Atelier del Nuovo Montevergini (piazza Montevergini 8), infatti, vuole portare o ricondurre un’umanità, madre e secondatrice di falsi idoli, verso un’essenza che valorizzi e metta in evidenza le possibilità che sono intrinseche alla sua natura e al suo esistere, sebbene disattese e dimenticate, in una serie di contesti distorti e pertanto poco umani.

Alla presentazione l’introduzione sarà affidata all’attore Claudio Collovà, mentre gli interventi saranno a cura degli attori siciliani Stefania Blandeburgo, Livia Cintioli, Carlo Lo Forti, Salvatore Mangano, Fabrizio Romano, Francesco Scianna e, infine, Roberto Simonte. Un cast d’eccezione quindi per commentare la quarta fatica di Antonio Giordano, pubblicata dalla casa editrice Le Fenici. Protagonista del racconto è Anero, il cui nome deriva da “anèr”, parola greca che significa uomo, contrapposta a “thèos” che è invece il dio.
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Egli non ha una storia propria né una nascita ma una presa di coscienza del suo “essere umano” e di dover combattere una battaglia di sterminate proporzioni affinché l’umanità dolente che lo circonda possa lottare per un’affermazione autonoma, senza dover piegarsi a servitù, a culti, a dipendenze che lo rendono piccolo e indifeso. Anero deve confrontarsi con tutti quei patriarchi che l’essere umano, schiavo di una debolezza vigliacca, ha creato per obbedire alla tendenza a ottenere da “altri”, ciò che, invece, potrebbe trovare in se stesso. I patriarchi sono quindi delle creazioni dell’uomo, che ha bisogno di padroni per sentirsi sicuro.

Ma Anero non ci sta e inizia così un viaggio che lo mette davanti a tutte le distorsioni che mortificano e umiliano attraverso la sofferenza, la mancata coscienza di sé, l’assurda dipendenza da idoli, la volontà diffusa di affermarsi attraverso la violenza e la mistificazione. Come per le stazioni di una “Via Crucis”, Anero combatte con il razzismo, con l’assurdità dei riti, con i contrasti religiosi, con i deliri di potenza, cercando di far assumere ai suoi simili responsabilità autonome. Donne, uomini, bambini, sacerdoti, potenti, civili, selvaggi sono tutti complici di una creazione mostruosa. «Il racconto è una sorta di “Vangelo laico”, con tutte le sue connotazioni. La storia dell’affermazione di un uomo che attraverso tutti i riti proposti si vuole realizzare. Ci riuscirà? Questo si scoprirà solo alla fine»: dice l’autore.

Antonio Giordano è nato a Palermo in corso Tukory quasi all’imboccatura della via Porta Di Castro che finisce a Ballarò e lì ha trascorso la sua infanzia e parte dell’adolescenza, curando le tradizioni, il dialetto e cercando di scoprire tutti i segreti del quartiere arabo della città. Ha scritto inoltre anche numerosi testi teatrali e ha vinto un centinaio di premi prestigiosi. Il libro sarà disponibile nelle librerie palermitane da martedì 28 aprile al prezzo di 14 euro, mentre durante la presentazione si potrà acquistare a 10 euro.

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