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Compagnia del Tratto, una riflessione tra reale e irreale

  • 9 febbraio 2006

La mente si sofferma più spesso su inezie, che generano pensieri, a volte ossessioni che sembrano realtà. La coscienza si arrovella su costruzioni irreali, ma anche surreali, credendo siano verità. Così il confine fra certo e incerto, già molto labile, diventa inesistente, impalpabile e cadono i criteri che aiutano a indirizzare la logica, la “comune” logica. Questa è l’essenza dello spettacolo di Rosario Palazzolo “Ciò che accadde all’improvviso”, che debutterà al teatro Bufera Branciforti di Bagheria il 18 e 19 febbraio alle 21, all’interno della 3 rassegna organizzata da ScenaControScena. La regia è della Compagnia del Tratto, con la collaborazione di Giuseppe La Licata. Gli interpreti sono Anton Giulio Pandolfo, Francesco Gulizzi, Rosario Palazzolo e Davide Labita.

Ci si ritrova morti, o quasi morti, o si crede di essere morti, e l’irreale entra ed esce come un nastro dalla maglia. Tre personaggi, o sono uno?, tre personalità che potrebbero essere ombre e fantasmi di uno stesso uomo, che diventano emblema della sua natura. Tre oggetti: un cappotto, un pigiama, un cappello, complementari, quasi essenza di questi tre destini, che si rincorrono, si avvoltolano, quasi a volere imporre la propria supremazia, il proprio bisogno di esprimersi, che si incontrano, cercando di trovare un senso dove tutto ha perso connotazione. Anche il registro varia: dalla commedia, al giallo, con punte grottesche e un finale drammatico; ma cosa ci si può aspettare da questa vita, cosa rimane se non un illusorio rapporto con se stesso triplicato, o sezionato, o fagocitatore di tre identità?

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