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“Cose nuove”: immagini del suono all’Agricantus

  • 30 novembre 2004

Con la rassegna “New Thing: immagini del suono” l’Associazione Musiche ed il Centro Culturale Polivalente Agricantus propongono un ciclo di concerti indicativi delle tendenze musicali più significative degli ultimi tempi, con artisti non troppo inflazionati ed in qualche caso non ancora molto conosciuti in Italia, ma già oggetto di grande attenzione e considerazione all’estero. Ha aperto la rassegna, il 30 novembre all'Agricantus di Palermo (via XX Settembre 82/a) il duo Wayne Horvitz e Robin Holcomb in “Double Solos”: raffinato tastierista il primo, nonché collaboratore di numerosi artisti – anche di musica contemporanea, come il “Kronos Quartet” – perfino in veste di produttore (Bill Frisell, John Zorn e Carla Bley), pianista e cantante la seconda, capace di far confluire nel proprio stile pianistico influenze molto diverse fra loro, da Cohen a Satie. Segue il 9 dicembre Bugge Wesseltoft, tastierista esponente di punta del nuovo jazz norvegese, insieme all’amico trombettista Nils Petter Molvaer fra i pionieri del “nu-jazz”, giunge per la prima volta a Palermo preceduto comunque dalla fama di raffinato artefice di architetture particolarmente affascinanti, a metà fra sonorità elettroniche ed acustiche, per presentare il recente cd “Film’ing”.

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Il 27 gennaio toccherà al duo Girotto & Biondini. Sassofonista d’origine argentina ma di famiglia pugliese, Javier Girotto dopo 25 anni trascorsi nel suolo natio, si trasferisce in Italia dove con Horacio "El Negro" Hernandez, sui binari del latin jazz, forma il sestetto "Tercer Mundo", seguito a ruota da "Six Sax", quattro sassofoni più ritmica, per poi giungere a fondare gli “Aires Tango” (con Alessandro Gwis al piano, Marco Siniscalco al basso e Michele Rabbia su percussioni e batteria), noto gruppo che coniuga in tinte moderne tango e jazz. Con Aires Tango incide ben 7 dischi, lungo un percorso che lo ha condotto ad "aprire" il progetto alla voce di Peppe Servillo e all'orchestra sinfonica, incontrando costantemente il favore del pubblico più attento e competente. Senza dimenticare il trio che più recentemente gli ha dato notevoli soddisfazioni, Mangalavite-Servillo-Girotto. In questa tappa palermitana si accompagna all’accordeoniste Luciano Biondini, italianissimo ed abile strumentista capace di fondere nel suo strumento ritmi ed armonie dal sapore tutto mediterraneo. Gruppo italiano che si differenzia nettamente dal panorama musicale nostrano sono gli Yo Yo Mundi, all’Agricantus il 17 febbraio per portare nel capoluogo siciliano la propria musica, protagonista della colonna sonora del film “Sciopero” di Eisenstein nonché del commento musicale a “54” un libro di Wu Ming, artista noto al pubblico palermitano degli amanti della sperimentalità musicale commista ad estemporaneità teatrale.

Il 3 marzo l’Acoustic Hard Cell di Tim Berne, sassofonista allievo di Anthony Braxton e Julius Hemphill che, sulla scia di una carriera ormai venticinquennale, lungo la quale ha collaborato con jazzisti quali John Zorn, Bill Frisell, Paul Motian e fondato numerosissimi gruppi esplorando i vari linguaggi del jazz più attuale, dall’avant-garde alla “Knitting Factory”, continua ancora oggi ad eseguire una musica intensa ed avvolgente, lontana dal circuito delle grandi etichette discografiche ma non per questo meno gradita al pubblico di jazzofili, affiancato da una formazione che vede membri fissi Craig Taborn e Tom Rainey. L’8 marzo l’appuntamento sarà con il trio di Matthew Shipp, pianista tra i migliori in circolazione, capace di far convivere il suono acustico e quello elettrico, ha all’attivo svariate releases in variegate ambientazioni, dal piano solo (“Songs”), al duo (con Roscoe Mitchell "2-z", Joe Morris "Thesis", William Parker "DNA"), al trio (“Magnetism” con Rob Brown & William Parker, “Expansion, Power, Release” con Mat Maneri & William Parker), al quartetto (“New Orbit” o “Pastoral Composure”), al quintetto (“Equilibrium”, “Nu Bop”).

Quindi l’1 aprile calcherà la piccola pedana del Centro Culturale palermitano quello che per durata è senz’altro il gruppo di musica jazz – e non solo – più longevo del pianeta, il quartetto degli Oregon (al secolo Paul McCandless alle ance, il chitarristra Ralph Towner, Glen Moore al basso e Mark Walker alle percussioni), proprio per questo divenuto una vera “cult-band”, fra le prime ad aver mischiato sonorità occidentali ed orientali, creando per tale via un “sound” realmente unico (ed imbattendosi in feroci critiche) restrittivamente considerato sotto la voce “world-music”, con tutta la limitatezza che, inevitabilmente e mai come in questo caso, le etichette comportano. A chiusura della ben condita rassegna, protagonista del concerto del 5 maggio sarà il pianista Anthony Davis, 44enne del New Jersey molto noto per le sue composizioni, sinfonie ed opere cameristiche, ma anche apprezzato con il suo quartetto con James Newton che sorprese tutt’Europa intorno alla metà degli anni settanta per la sua freschezza, per quanto purtroppo poco noto in Italia. Celebre per le sue qualità di virtuoso in piano solo, fra le sue opere più conosciute “X (The Life and Times of Malcolm X)”, antesignana di un nuovo genere musicale, in quanto opera basata su di un soggetto politico contemporaneo. La prevendita e vendita dei biglietti (tutti 10/13 euro, tranne gli Oregon 15/20 euro, riduzioni per i possessori di carta IdeaNet) sarà effettuata presso lo stesso Teatro CCPAgricantus, via Nicolò Garzilli 89 a Palermo, dal lunedì al sabato dalle 15.30 alle 20.30, telefono 091.309636.

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