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Davide Camarrone per "I Maestri di Gibellina"

Il libro analizza la ricostruzione di Gibellina Nuova per la quale lo scomparso ex sindaco Ludovico Corrao convocò artisti da tutto il mondo

  • 14 settembre 2011

Era la notte fra il 14 e il 15 gennaio 1968 quando una scossa sismica di magnitudo 6.1 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa fra Agrigento, Trapani e Palermo. Fu definito il Terremoto del Belice. Davide Camarrone presenterà il suo ultimo libro "I Maestri di Gibellina" a fianco di Titti De Simone, Francesco Giambrone e Paola Nicita, giovedì 15 settembre, alle ore 19, presso il Circolo ARCI N'Zocch'è (via Ettore Ximenes 95, Palermo).

L'epicentro fu approssimativamente posto fra Gibellina, Salaparuta e Poggioreale. Fu un vero disastro. Centinaia di morti furono trovati fra le macerie e migliaia i feriti. La ricostruzione del piccolo paesino trapanese fu fatta circa venti chilometri più a valle, sul territorio del Comune di Salemi. La rinascita di Gibellina nuova avvenne ad opera dell'ex sindaco Ludovico Corrao, scomparso recentemente per mano del domestico originario del Bangladesh.

Niente ruspe e piani urbanistici senza passione. Corrao ebbe la geniale idea di affidarsi ad artisti provenienti da tutto il mondo per erigere un paese in cui, più che il linguaggio evocativo della tradizione, prevalesse quello suscitatore di opere nuove dell'arte attuale. Proprio della ricostruzione parla l'ultimo libro di Davide Camarrone, edito da Sellerio, "I Maestri di Gibellina", cercando di fare un bilancio della ricostruzione dal punto di vista dei cittadini. L'autore scrive di quella "memoria del futuro", quella che ha imprigionato il passato con poesia e miseria, nel Cretto di Alberto Burri, l'opera che cerca di mantenere vivo il ricordo con una colata di cemento bianco che compatta i dodici ettari di macerie del centro storico di Gibellina.

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