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Dimissioni Lombardo: riduzione deputati a rischio?

Il deputato regionale del Pd, Barbagallo, si schiera contro le dimissioni di Lombardo per arrivare alla riduzione del numero dei parlamentari da 90 a 70

  • 27 luglio 2012

Il giorno tanto atteso è arrivato. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo dovrebbe lasciare Palazzo d’Orleans, aprendo così la campagna elettorale. Le nuove elezioni rischiano di condursi in clima difficile per la Sicilia. Il rischio default è sempre dietro l’angolo. L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating della nostra isola nei giorni scorsi. Molti stipendi dei dipendenti regionali non sono stati pagati e il rischio commissariamento da Roma, nonostante le smentite di rito, resta un’alternativa credibile.

Intanto si alzano voci contro le dimissioni del governatore. «Le elezioni regionali ad ottobre? Un calcolo politico. Sarebbe molto più responsabile se il presidente Lombardo concordasse, con tutte le forze politiche, un’agenda di fine legislatura per votare alla scadenza naturale». Il deputato regionale del Pd, Giovanni Barbagallo, si è schierato nettamente contro le dimissioni. «La Sicilia è sull’orlo del precipizio. La situazione finanziaria della regione non è stata mai così grave. Si rischia la bancarotta. Non dimettersi anche per avere la possibilità di applicare la riforma di riduzione dei deputati regionali da 90 a 70. Votare prima perché il proprio partito può ottenere più consensi - conclude Barbagallo - è una furbizia che potrebbe non pagare».

Dopo essere stato approvato in prima lettura al Senato, il disegno di legge- voto sulla riduzione del numero dei parlamentari siciliani, è stato adottato all'unanimità in Commissione Affari costituzionali alla Camera. Per la definitiva approvazione, occorrono due deliberazioni adottate da ciascuna Camera ad intervallo non minore di tre mesi. Barbagallo ricorda come il rischio dimissioni porterebbe la Sicilia al voto in ottobre con i deputati a 90 e non a 70. Il provvedimento risponde alle aspettative di contenimento dei costi della politica e di semplificazione istituzionale che con una “furberia” simile tuttavia rischiano di non essere soddisfatte.

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