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Dopo trent’anni i tesori delle chiese

La visita al museo comincia dal pianoterra con la sala dedicata al periodo normanno e svevo e prosegue nella sala dei Trittici destinata alle opere del XIV e XV secolo

  • 4 gennaio 2004

A trent’anni dalla loro chiusura al pubblico tornano alla luce i tesori custoditi dal Museo Diocesano di Palermo. Più di un centinaio d’opere, tra le settecento patrimonio del museo, sono visitabili presso il Palazzo Arcivescovile, davanti la Cattedrale, i giorni feriali, escluso il lunedì, dalle 10 alle 19, la domenica e i festivi dalle 10 alle 14 (l’ingresso è libero).

Questa nuova manifestazione artistica dal titolo “Sacra. Opere d’arte del Museo Diocesano di Palermo” è l’ultima dell’anno nel calendario delle iniziative promosse dall’Assessorato Regionale ai Beni culturali per i suoi 25 anni. Dopo vent’anni di restauri sono stati riaperti finalmente due dei tre piani adibiti a sale espositive ovvero il pianterreno e il seminterrato, e non appena sarà terminato il restauro del terzo piano, il piano nobile, e in particolare della cappella di Guglielmo Borremans, sarà possibile godere dell’intera raccolta d’opere d’arte di cui il museo diocesano dispone. In attesa degli ultimi restauri inerenti all’arredo del Palazzo e ai pavimenti maiolicati provenienti dalle ville di Bagheria la mostra è iniziata con un allestimento provvisorio.

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Il percorso museale si articola lungo tredici sale che permettono ai visitatori di ammirare i capolavori d’arte sacra seguendo un percorso cronologico che va dal periodo normanno fino alla prima metà del settecento con pezzi di notevole fattura quali pitture, sculture, paramenti sacri, e pitture lignee. Alle opere sono affiancanti pannelli didattici che rendono fruibile ai visitatori la storia e le chiese di provenienza molte delle quli, purtroppo, non sono più esistenti o si trovano in stato d’abbandono.

La visita al museo comincia dal pianoterra con la sala dedicata al periodo normanno e svevo, in cui uno dei pezzi più rappresentativi è sicuramente la “Madonna della Perla”, e prosegue nella sala dei Trittici destinata alle opere del XIV e XV secolo dove agli occhi del visitatore si pongono manufatti d’importazione pisana, quindi la Sala della Trifora, quella della Tribuna, la Sala Mario Di Laureto dove merita nota il Tabernacolo ligneo e infine si accede al seminterrato, dove nel ‘99 nel corso dei lavori di restauro è emersa una documentazione molto importante per la ricostruzione dell’assetto dell’antico emporio commerciale fondato dai Fenici, che sarà visibile per la prima volta nel cortile del Palazzo Arcivescovile. Al seminterrato vi sono manufatti di epoca medievale e inoltre saranno esposti numerosi frammenti di marmi barocchi della cattedrale e maioliche napoletane.

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