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"Ego et mea imago": la mostra di Concialdi

Pittore autodidatta, autenticamente “eccentrico”, Concialdi si avvale infatti d’un lessico espressionista, volto per lo più al ritrattismo

Balarm
La redazione
  • 8 luglio 2009

Un intenso rapporto con se stesso, che trova nelle forme della pittura il suo ideale strumento di espressione. E’ questo il tema portante della personale di Pino Concialdi, pittore di Termini Imerese, che inaugura la sua personale, a cura del critico d'arte e giornalista Salvo Ferlito, giovedì 9 luglio, in orario serale, dalle ore 21, presso lo spazio Bquadro (via XII gennaio 2, Palermo). Visitabile fino al 23 luglio (tutti i giorni esclusi i festivi e i lunedì dalle ore 10 alle 12; dalle ore 17 alle 19,30) l'esposizione è incentrata su un’ossessiva e reiterata prassi auto - ritrattistica, in un insistito ed inesausto scandaglio di carattere eminentemente auto - analitico ed auto - conoscitivo dai forti accenti visuali.

Pittore autodidatta, autenticamente “eccentrico” ed “irregolare” (ma mai banalmente naif), Concialdi si avvale infatti d’un lessico squisitamente “espressionista”, la cui esibita aggressività segnica e cromatica è riconducibile ai modelli e paradigmi dell’Espressionismo tedesco di Die Brucke, ma anche a quelli di artisti quali Schiele, Schomberg e Munch, e soprattutto al violento cromatismo gestuale di Vincent van Gogh. Tuttavia, sarebbe estremamente riduttivo ricondurre i processi ideativi di Concialdi (e le loro conseguenti traduzioni in forma di autoritratti) in un ambito di semplice “citazione” o – peggio ancora – di pura “imitazione” dei modelli succitati; e ciò poiché la sua pittura va ben al di là di questi pur rilevanti “terreni di coltura”, configurandosi piuttosto come una loro “rivisitazione” ed “attuazione” in una “veste narrativa” dallo stile marcatamente autonomo ed altamente definito.

«Un “modus operandi” - afferma Salvo Ferlito - che connota la pittura di Concialdi, la cui evidente e non comune originalità è stata oggetto di attenzione e considerazione da parte di esperti e di colleghi (fra i quali giova ricordare Silvio Benedetto, Anna Kennel, Bice Triolo e sopra tutti Croce Taravella, il quale, anni addietro, proprio insieme all'artista ha effettuato un intervento di Land Art alla barriera frangiflutti di Termini Imerese e che non a caso è stato anche il promotore e il curatore di una sua precedente mostra personale alla galleria Il Labirinto), facendone decisamente “un caso a parte” nel panorama artistico insulare».

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