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Freddo metallo finlandese tra suoni violenti e humour grottesco

  • 5 novembre 2006

Quando si pensa alla Finlandia, paese le cui connotazioni sembrano perdersi tra il fantastico e l’incredibile, le prime immagini che passano in mente oltre le renne e i boschi innevati, sono i telefonini dell’azienda leader e vari piloti di Formula 1 dai lineamenti massicci e glaciali. Ma la fredda Finlandia è questo e anche altro, dato che al pari degli altri stati scandinavi è stata protagonista, dagli anni ottanta in poi, di una sostanziale ridefinizione dell’heavy metal. Esempio fulgido di questa "riforgiatura del metallo" sono gli Impaled Nazarene, che il giovedì 9 novembre suoneranno a Palermo, presentati da B-Sucker e Reflections, alle Officine Bier Garten di viale regione Siciliana 6469 (ingresso 22, ingresso 15 euro, prevendite da Box Office c/o Ricordi Mediastore via Cavour, Musicomania via Rosolino Pilo 20/b, Supersound via Belgio 2/c), in compagnia di due tra le band più rappresentative del metal palermitano e non, Thy Majestie e Throne Of Molok.

Per presentare lo stile musicale della band finlandese occorre focalizzare l’attenzione sul ruolo della penisola scandinava nel delinearsi di nuovi sotto-generi nel campo del metal, infatti black e death metal trovarono humus fertile tra i freddi boschi lapponi, quando band come Bathory, Mayhem, Children of Bodom e Hypocrisy ne definivano i dettami stilistici riadattando i tempi e i suoni del thrash a tematiche epiche ed oscure. Da questo turbolento contesto sono nati nel 1990 gli Impaled Nazarene, fondati dai fratelli Mika e Kimmo Luttinen, rispettivamente alla voce e alla batteria, con Taneli Jarva al basso e Ari Holappa alla chitarra. Prendendo spunto per il loro moniker blasfemo da un raccontucolo horror-splatter inglese che vede il Nazareno biblico nei panni di un vampiro che finisce impalato.
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E sarà proprio questa blasfemità grottesca, quasi goliardicamente demente nel non volersi prendersi assolutamente sul serio, anche a dispetto del look tetro e disturbante adottato, a caratterizzare l’indole del gruppo nei testi e nelle grafiche dei loro album. Incominciano ad incidere nel ’91 con l’EP "Goat Perversion" a cui farà seguito l’anno successivo il primo album "Tol Cormopt Norz Norz Norz" prodotto dalla label francese Osmose Productions. Nel ’93 con "Ugra-Karma" invece daranno forma compiuta alla loro musica, che grazie ad un mix di violenza, demenza e velocità ma anche tanta intelligenza ed humour nell’affrontare gli stilemi (e i cliché) del genere, riuscirà a distinguerli dalla copiosa offerta di tanti gruppi loro conterranei, avendo inoltre saputo integrare alla base black metal elementi di thrash, hardcore punk e grindcore.

Di li a poco segue "Satanic Masowhore", ma sarà solo con "Suomi finland perkele" che il gruppo partirà per il primo tour europeo. L’album "Latex Cult"(1996),portato in tournee negli U.S.A. li imporrà al pubblico internazionale, mentre con "Rapture" (1998) ripuliranno il suono verso un thrash più ortodosso L’album "Nihil" devierà la rotta ancora una volta verso il black metal, mentre i successivi "Absence Of War Does Not Mean Peace"(2001), "All that you fear"(2003) e "Pro Patria Finalndia"(che farà chiarezza una volta e per tutte sulle presunte inclinazioni scioviniste della band) aggiungeranno ben poco alla proposta musicale dei finlandesi, ormai assurti allo status band di culto tra gli aficionados del metallo pesante.

Questo dispiegamento di forze finniche sul palco palermitano aveva bisogno di un degno coltraltare: a tenere testa ai truci finlandesi ci penseranno i Thy Majestie, gruppo di punta dell’ epic power metal italiano che ha saputo conquistare il pubblico metal internazionale, e i Throne Of Molok,che con il loro cd d’esordio "Nova Divina Res" propongono un black-thrash metal rinvigorito da cori di matrice hardcore. Chiosiamo con una diabolica curiosità: ogni album dei mefistofelici lapponi ha almeno una canzone nel cui titolo compare la parola goat, capra, intesa come la personificazione ovina di Satana: chissà se durante la loro permanenza nella solare Palermo non finiscano per permutare il loro tetro e sulfureo caprone con il nostro ben più gradito e gustoso (non me ne vogliano i vegetariani), "crasto" alla brace!

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