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G.B.H., la "storia del punk" sbarca a Palermo

  • 10 ottobre 2005

Se il pubblico dell’indie rock in fin dei conti può dirsi ben soddisfatto da questa estate palermitana, avendo avuto sui palchi da Devendra Banhart ai Deus passando per One Dimensional Man, l’altrettanto nutrito e vivace seguito del punk può ritenersi rimasto a bocca asciutta dall’esibizione dei Queers al Beer N’Bones festival del 20 giugno scorso al centro sociale Ex Carcere di Palermo. A compensare questo vuoto arriva la Ugly Bastards in collaborazione con lo Zsa Zsa Mon Amour di via Angelitti 32 (piazza Campolo a Palermo), il locale che ospiterà venerdì 14 ottobre (ore 21.30, ingresso 8 euro), niente poco di meno che i G.B.H., gruppo seminale nella storia dell’hardcore punk britannico. Occorrerà spendere due parole su questa band di Birmingham, Inghilterra, che dall’81 in poi definì i confini del punk portandolo a nuovi suoni che finiranno per caratterizzare il decennio. Infatti quell’anno i (Charged) G.B.H. (l’acronimo sta per “Grievous Bodily Harm”, cioè lesioni personali gravi, il “charged” servì per distinguerli da una band omonima), capitanati dal cantante Colin Abrahall ed il chitarrista Jock Blith danno alle stampe l’album “Leather, Bristles, Studs and Acne” (1981) che portò una sferzata di violenza sonora fino allora sperimentata solo dai loro compagni d’etichetta Discharge, comunque più cupi e minimalisti, che li allontanò anche dagli Exploited, più grezzi e stradaioli.

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L'anno dopo la loro attitudine fu pienamente confermata grazie a uno dei capolavori del punk del periodo, l'album “City Baby Attacked By Rats (Clay)”, dove sospesi tra Motorhead, Ramones e Venom affinano la tecnica e danno alla luce pezzi frenetici e abrasivi come “Time Bomb, Sick Boy”, e la stessa “City Baby Attacked By Rats”, passando poi a temi più melodici e goliardici in Wardogs e Boston Babies (cover di Slaughter & the dogs). A seguire pubblicano “City Baby's Revenge” (Relativity, 1984), prosecuzione ideale dell’album precedente, ma non altrettanto a fuoco anche se più politicizzato come dimostrano “Vietnamese Blues” e “Diplomatic Immunity”. “Midnight Madness” (1986) sarà l’album della svolta, dove il gruppo abbandonerà i binari dell’hardcore punk (assieme al “charged” iniziale) propriamente detto per lanciarsi in uno speed-metal che rispondeva a tono agli attacchi provenienti d’oltreoceano da gruppi come i Megadeth ed Helloween. Questa tendenza continuò a caratterizzare i lavori successivi “No Need To Panic Panic” (Combat, 1987), l'Ep “Wot A Bargin'” (Combat, 1988) e “From Here To Reality” (Restless, 1990). Dopo il decennio dei ’90 passato un po’ in sordina (poco da segnalare oltre ad un album “Punk Junkies” del ’96 e delle raccolte) nel 2002 tornano a girare il mondo con il tour dell’album “Ha-Ha”, e nel 2004 pubblicano per la texana Idol Records l’Ep da 10 tracce “Cruel As Usual”, che fa da traino all’attuale tour internazionale, che venerdì 14 farà tappa nella nostra città.

Possiamo concludere invitando tutti quelli che pensavano che i G.B.H. sopravvivessero ormai soltanto nelle magliettine stinte e le toppe sdrucite dei punk più nostalgici della scena, a prendere atto di persona dello stato di salute di questi quattro veterani del punk. E possiamo affermare che i quattro di Birmingham, nonostante le molte primavere dietro le spalle, non mancheranno di “lesionare gravemente” i timpani di tutti quelli che per ragioni anagrafiche, non hanno potuto sentire che un eco della di quella deflagrazione sonora che fu l’hardcore inglese degli anni ’80.

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