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Gattonero: le improvvisazioni di Gebbia e DeDyoniso

  • 29 dicembre 2004

Esistono movimenti sonori capaci di segnare un punto di frattura utilizzando svariati metodi: dalla ricerca tradizionale alle contaminazioni contemporanee, fino a contemplare nel proprio "background" artistico altre forme di comunicazione (letteratura, pittura, filosofia, religione). Le once jazz di Arrington De Dyoniso e Gianni Gebbia, si incontreranno martedì 11 gennaio al Gatto Nero di Palermo (Rua formaggi 15, ingresso libero), classico esempio di quando il “free” e il jazz si incontrano, si scontrano, riciclano, aggiungono, improvvisano, omaggiano e “fanno di tutto per far succedere di tutto”.

Il pluri-sassofonista Gebbia, fra le molteplici e multiformi altre proposte, è attualmente uno “Switter”, in giro con Vincenzo Vasi e Francesco Cusa a creare colonna sonora per il “reading concerto” di Wu Ming1, autore di “New Thing”: folgorante e geniale esempio di “free jazz” letterario. Sfogliando la biografia di Gebbia, ci si sofferma sui miti che hanno formato il musicista palermitano; nomi più o meno conosciuti, esegeti del sax, danzatori butoh giapponesi con i quali sviluppa la “teatralità in musica”, ma anche Dionigi Burrasca, il calzolaio della Trexenta nonché ultimo portavoce, teorico e pratico, di musica per launeddas.

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Ed è quindi l’incontro “etnomusicale”, tra l’altro, a caratterizzare il duo Gebbia-DeDyoniso. Quest’ultimo, autentico “sciamano Jazz” di Olympia (Washington) dove da oltre un decennio si occupa di studi etnomusicologici e musicoterapeutici, predilige da diversi anni l’uso del clarinetto basso per le sue interpretazioni musicali, alternando la musica ad esibizioni in stile “visual art” con annesse tournée in giro per il mondo (da Los Angeles a Bologna). In embrione porta la spiritualità tipica di altri sciamani del tempo che fu: dal jazz spirituale di Albert Ayler al “painting jazz” di Don Van Vliet, già Captain Beefheart. Un concerto, quello di domenica 11 gennaio, che ha tutte le carte in regola per regalare altissimi momenti di “estemporanea” ispirazione musicale.

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