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Giovani pistoni all’Open Jazz Club

  • 4 dicembre 2005

Se mai vi siate chiesti a chi appartengano le intense sonorità che scaturiscono dal flicorno in "Tutto quello che un uomo" di Sergio Cammariere, magari perché vi hanno profondamente toccato, allora è il momento di dare volto e anima - musicale, s’intende - al nome corrispondente: Fabrizio Bosso. Soprattutto perché sarà nella veste a lui più consona, quella di jazzista, che si esibirà nel concerto in "special event" all’Open Jazz Club di via Nicolò Turrisi 53, a Palermo, sabato 10 dicembre (due set, uno alle ore 22.00, l’altro 23.45, ciascuno con ingresso 10 euro), accompagnato da Dino Rubino al piano, Nello Toscano al contrabbasso e dal padrone di casa, Mimmo Cafiero, alla batteria.

Il trentaduenne torinese soffia dentro la tromba dalla tenera età di cinque anni, introdotto dal padre alla musica e da Flavio Boltro, oggi suo caro amico, alle effusioni sonore che furono di Gillespie, Baker, Miles e compagni. E questo spiega come già nel 1994 vincesse con il suo quintetto il concorso Summer in jazz, venendo premiato come "miglior solista", nel ’97 venisse scelto per sostituire Randy Brecker prima e Lew Soloff poi nel tour italiano della prestigiosa Carnegie Hall Big Band diretta dal temuto John Faddis, nel ’99 fosse designato "miglior nuovo talento" dal noto referendum indetto dalla rivista specializzata "Musica Jazz" e nel 2002 fosse insignito dall’ambíto "Django d’Or" europeo. A parte alcune "ospitate" nelle performance di Concato e Baglioni - oltre al già citato Cammariere, di cui attualmente è sideman stabile - Bosso porta avanti dei progetti propri, uno in condominio con l’altrettanto giovane sassofonista partenopeo Daniele Scannapieco, ossia l’High Five 5et, l’altro in quartetto, a proprio nome, con Luca Bulgarelli, Lorenzo Tucci e Pietro Lussu, nonché alcune accattivanti combinazioni in duo, sia con Rossano Sportiello che con Paolo Di Sabatino, anche lui suo vecchio compagno.

Se a ciò si aggiunge che il nostro ha già collaborato con i più importanti jazzisti del panorama italiano (da Franco D’Andrea ad Enrico Rava, da Enrico Pieranunzi a Roberto Gatto) ed internazionale (Bob Mintzer, Steve Lacy, Phil Woods, Jimmy Cobb), allora non v’è dubbio che questo sarà un concerto imperdibile, sia per chi voglia conoscere per la prima volta questa giovane affermazione del jazz italiano nel mondo, sia per gli appassionati d questa musica che già ne conoscono le gesta ed intendono rinnovare la più che meritata stima nei suoi confronti.

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