LIBRI

HomeNewsCulturaLibri

“Hollywood, Palermo”: Di Cara, commissario turbodiesel

  • 14 novembre 2005

Con un ritmo lento, quasi messicano, "Hollywood Palermo" (Colorado Noir, pp. 219, euro 14), il nuovo romanzo del Commissario Piergiorgio Di Cara, ci racconta di un omicidio efferato che sconvolge ed inquieta la città, sulla quale incombe la gigantesca scritta HOLLYWOOD ad onta della quale però Palermo sembra più una città mediorientale, bella e seducente quanto caotica e violenta. Nel cogliere e descrivere quest'anima assolutamente "non europea" il commissario é da sempre piuttosto abile e fedele alla realtà. Su questo scenario si sviluppa una trama giallo/noir, l'omicidio è violento ed appare anomalo, una sfida diversa per la sezione omicidi della questura di Palermo? L'ispettore Pippo Randazzo - poliziotto quasi per hobby - e la sua squadra, lavorano sodo e un po’ all'ombra di una "antimafia" naturalmente più protagonista. Durante quasi tutto il suo svolgimento la storia va avanti pigramente quasi sonnecchiando, per accelerare con forza, come sotto la spinta di un turbo, con l'avvicinarsi del finale. In effetti Randazzo è un diesel, ha un ritmo lento come il motore del suo gippone, ma di questo ha anche la formidabile coppia a basso regime, riesce cioè con un filo di gas ad imprimere una decisiva e poderosa spinta alle indagini e di conseguenza al ritmo del romanzo.

Adv
La trama è intrigante; l'angosciante ipotesi di un delitto seriale, il lavoro intenso e lontano dai riflettori della sezione omicidi, lo sguardo privilegiato sulla Questura, sono tutti elementi che messi insieme e rielaborati da un vero Commissario Capo della Polizia di Stato col pallino e il talento per la scrittura, danno luogo inevitabilmente ad un romanzo con le carte in regola. "Hollywood Palermo" infatti è piuttosto gradevole e presenta la pregevole peculiarità di mostrare la città attraverso un vero ed autentico filtro noir che le si addice particolarmente. L'autore peraltro è a tratti persino blues, ed ha da sempre una bella sintonia con l'anima "nera" di questa città. In tutta sincerità, stonano certe scelte tecniche come alcuni dialoghi, e per qualche istante si ha la sensazione di una divisione troppo netta e definita tra "buoni e cattivi", infine – come già accennato – il ritmo all'inizio del romanzo non è estremamente coinvolgente. Nonostante questi piccoli peccati veniali, "Hollywood Palermo" ha il grosso pregio di evidenziare bene certe sfumature e contraddizioni della città, senza tanti complimenti ma sempre con grande serenità, non disincanto o cinismo come potrebbe sembrare ad un'analisi superficiale. Sarà per il mestiere che fa, sarà forse per un sua dote personale, ma lo sguardo di Di Cara è proprio così, sereno, nè cinico nè disincantato. Il nostro Commisario conosce Palermo fin troppo bene, e ne apprezza – ci sembra – l'anima inquieta che la rende tanto poetica. Più noir di così...

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI