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I Forconi scendono in politica: depositati i simboli

Morsello deposita il logo di una Sicilia gialla con i due attrezzi incrociati al centro, simbolo identico a quello di Ferro il cui colore delle forche è scuro

  • 7 febbraio 2012

I Forconi si preparano all’entrata in politica, e lo fanno inventando un simbolo, unico elemento mancante per la corsa alle amministrative, dato che da tempo è stato dichiarando un programma e non è mai mancata un’organizzazione in strutture territoriali precise. Da tempo correva voce la possibilità che il movimento nato in gennaio si preparasse allo sbarco alle urne, adesso i leader dei frangenti nati dalla scissione di Forza d’urto depositano all'ufficio registro i propri loghi di partito, facendo la prima mossa per la realizzazione delle liste elettorali delle amministrative di primavera.

Ed è subito scontro: l'ala che fa capo a Mariano Ferro, quella che conta più proseliti, si dice decisa ad agire per vie legali nel caso in cui Martino Morsello, il leader “discolo” allontanato dalla maggioranza, proverà ad utilizzare alle urne il medesimo simbolo. Entrambi i leader hanno infatti dichiarato di esser pronti a scendere in politica in nome della rivolta siciliana di agricoltori e pescatori. Sa di essere solo, Morsello, ma dal suo presidio permanente davanti la Reagione dice che non andrà via fino a quando Lombardo non si sarà dimesso, e dal suo camper, base logistica oltre che suo unico punto di appoggio, spiega di credere in quel simbolo registrato il 25 gennaio a Marsala dove ha impresso una Sicilia gialla con i due attrezzi incrociati al centro: allegoria identica a quella depositata da Mariano Ferro che si distingue solo per il colore delle forche, scure.

Tra nuove mosse e manifestazioni si prepara la serrata di mercoledì 8 febbraio destinata ad occupare le sale consiliari di molti comuni siciliani tra cui Catania, mentre sono già occupati i consigli di Modica, Palazzolo Acreide, Avola e Serradifalco; i due frangenti dei Forconi rinnovano il loro impegno: «prima di tutto occorre abbattere la corsa al rincaro di benzina e dei pedaggi - dice Ferro - ma è necessario riformare la legge elettorale». Per questo si medita una marcia su Roma, una vera e propria sfida al governo perché si scateni “la rivoluzione democratica”. Dal canto suo Morsello individua i suoi nemici non solo nel Governatore Lombardo ma anche in tutta quella politica fondata sugli sprechi come nel settori come la formazione professionale che azzoppa lo sviluppo.

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