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Il partito del "non-voto" porterà all'ingovernabilità?

In Sicilia i sondaggi danno l'astensione fra il 44 e il 48,9%. Area del "non-voto" in crescita: due milioni di siciliani resterebbero a casa contro la "Casta"

  • 4 ottobre 2012

Astensionismo e rischio ingovernabilità. Sono questi gli elementi principali che emergono da tutti i sondaggi effettuati sulle elezioni regionali di ottobre. Secondo l'Istituto Demopolis, l’astensione è al 44% mentre per l’Istituto Datamonitor il dato si attesta sul 48,9%. Parliamo di due milioni di elettori siciliani che, se si votasse oggi, rimarrebbero a casa. Nell’ultimo decennio, l'area del "non voto" non aveva mai raggiunto cifre così grandi.

L’astensionismo porta inevitabilmente all’ingovernabilità. Il nuovo Presidente della Regione potrebbe essere eletto con meno di 900 mila voti. L’ingovernabilità si evince anche dal dato delle liste; secondo i dati di Demopolis, nessuna lista andrebbe oltre il 18% nei consensi mentre secondo i dati di Datamonitor nessuna lista raggiungerebbe il 20%, con il Pdl, prima lista, fermo al 19%.

Insomma uno scenario di grande frammentazione che rischia di non portare una maggioranza all’Ars. Infatti, se si votasse oggi, lo schieramento vincente sarebbe privo di una maggioranza, con l’unica alternativa di possibili accordi post elettorali per garantire una governabilità. Altro dato significativo, il tasso degli indecisi che risulta molto alto: oltre 800 mila elettori, il 31% tra quanti intendono comunque recarsi alle urne.

Con un dato di astensionismo così alto, i flussi di voto sono destinati inevitabilmente a cambiare poiché il numero di indecisi mantiene altissimi i bacini di voto potenziali dei principali competitor: da Musumeci a Crocetta passando per Micciché e Cancelleri. La parola d’ordine dei candidati è convincere gli indecisi, solo così si può arrivare vincere e governare.

Perché l’area del non voto è così alta? La sfiducia nei confronti della classe dirigente rappresenta il motivo principale unita alla crisi economica che sta attraversando il nostro Paese. Mentre i siciliani pagano sempre più tasse, facendo sacrifici enormi, i politici non soltanto godono di stipendi alti e di privilegi ma sperperano il denaro pubblico non garantendo ai cittadini quei servizi di cui la Sicilia ha bisogno. La partita si gioca tutta sulla questione “anti-casta” dunque.

Proprio per evitare l’astensionismo, il professore Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale all'Università di Palermo, e Padre Cosimo Scordato hanno lanciato un appello, su Repubblica Palermo, chiedendo ai candidati presidente di realizzare entro il primo anno della nuova legislatura regionale tre obiettivi programmatici: ridurre a 50 il numero dei componenti dell'Assemblea regionale siciliana; abolire il finanziamento dei gruppi parlamentari, garantendo il funzionamento degli uffici con dipendenti dell'Assemblea e ridurre i compensi dei deputati regionali in modo che non superino il 50% delle corrispondenti somme previste per i senatori. Crediamo che l’appello raccoglierà ampio consenso.

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