Iniziano i lavori in piazza Borsa: con il progetto parte la polemica social "è oscena"
Salteranno gli ultimi dieci posti auto che erano rimasti in piazza Borsa a Palermo e tra nuova pavimentazione e arredi scatta la polemica sui social da parte dei palermitani

Il progetto di pedonalizzazione per piazza Borsa a Palermo
Iniziano a metà novembre i lavori in piazza Borsa a Palermo: per la precisione si tratta di installare una nuova pavimentazione e dell'allestimento di nuovi arredi urbani e verde.
Di fatto possiamo dire addio anche agli ultimi dieci parcheggi che resistevano al centro e, di conseguenza, addio anche ai parcheggiatori abusivi.
Entro le prossime festività natalizie i lavori dovrebbero essere consegnati ma intanto sui principali social network è stato diffuso il render (su cui ironizzano, sempre sui social, scrivendo "La qualità del progetto è equiparabile alla qualità del render") di come verrà la piazza.
«È oscena - scrivono utenti facebook - non ci possiamo fermare all'azione anti parcheggiatori per digerire una cosa oscena come questa».
Sono d'accordo gli studenti di Architettura all'Università di Palermo: «Sforniamo persone eccezionali dal nostro Dipartimento di Architettura che se ne vanno per cercare opportunità. E qui produciamo questo» scrive una studentessa e le viene risposto «Questa è solo l’ennesima dimostrazione dell’arretratezza culturale (in termini di gestione del lavoro e di valutazione delle competenze) che avvolge Palermo. Sinceramente mi vergogno!».
Qualcuno tenta di metterci la buona: «Mi permetto di provocare - scrive - ok i pali, e arredo urbano in generale, possono anche passare (fanno letteralmente schifo) credo, che il problema serio sia l'assenza di progetto (urbanistico), inconcepibile progettare un quadro bello o brutto che sia al centro di una cornice ancora percorsa da auto».
E scrive Danilo Maniscalco, autore di Balarm e architetto: «Potrà forse sembrare strumentale ma mentre Napoli sceglie Alvaro Siza, Berlino si divide tra Eisenmann e Gehry, Catania sceglie Cucinella, Venezia Chipperfield, Palermo propone questa "cosa" spacciandolo per un progetto di suolo. Amici palermitani non accontentatevi delle briciole che il re sbriociola per terra, il re è nudo».
«Voi siete cittadini europei, dovete pretendere un progetto di qualità che associ al nome di Ernesto Basile e Salvatore Caronia Roberti autori dei due edifici bancari che costruiscono le quinte della piazza - continua - il nome di un grande maestro all'altezza del compito. A questi signori noi diciamo che siamo gli eredi di progettisti spirituali come Culotta e Leone, Pirrone, Samoná, De Carlo, Scarpa, Rogers. Se li vadano a piazzare sotto casa loro i birilli di metallo e non in pieno centro storico».
C'è chi cerca risposte: «Ma il progettista (se c'è) chi è? State distruggendo la città con la vostra idea di "arredo urbano"».
E l'intramontabile paragone: «Anche un bambino avrebbe fatto meglio. Qui il progetto non esiste. Un quadrato tracciato per terra e quattro birilli dissuasori. Vergogna!».
Vedremo.
Di fatto possiamo dire addio anche agli ultimi dieci parcheggi che resistevano al centro e, di conseguenza, addio anche ai parcheggiatori abusivi.
Entro le prossime festività natalizie i lavori dovrebbero essere consegnati ma intanto sui principali social network è stato diffuso il render (su cui ironizzano, sempre sui social, scrivendo "La qualità del progetto è equiparabile alla qualità del render") di come verrà la piazza.
«È oscena - scrivono utenti facebook - non ci possiamo fermare all'azione anti parcheggiatori per digerire una cosa oscena come questa».
Sono d'accordo gli studenti di Architettura all'Università di Palermo: «Sforniamo persone eccezionali dal nostro Dipartimento di Architettura che se ne vanno per cercare opportunità. E qui produciamo questo» scrive una studentessa e le viene risposto «Questa è solo l’ennesima dimostrazione dell’arretratezza culturale (in termini di gestione del lavoro e di valutazione delle competenze) che avvolge Palermo. Sinceramente mi vergogno!».
Qualcuno tenta di metterci la buona: «Mi permetto di provocare - scrive - ok i pali, e arredo urbano in generale, possono anche passare (fanno letteralmente schifo) credo, che il problema serio sia l'assenza di progetto (urbanistico), inconcepibile progettare un quadro bello o brutto che sia al centro di una cornice ancora percorsa da auto».
E scrive Danilo Maniscalco, autore di Balarm e architetto: «Potrà forse sembrare strumentale ma mentre Napoli sceglie Alvaro Siza, Berlino si divide tra Eisenmann e Gehry, Catania sceglie Cucinella, Venezia Chipperfield, Palermo propone questa "cosa" spacciandolo per un progetto di suolo. Amici palermitani non accontentatevi delle briciole che il re sbriociola per terra, il re è nudo».
«Voi siete cittadini europei, dovete pretendere un progetto di qualità che associ al nome di Ernesto Basile e Salvatore Caronia Roberti autori dei due edifici bancari che costruiscono le quinte della piazza - continua - il nome di un grande maestro all'altezza del compito. A questi signori noi diciamo che siamo gli eredi di progettisti spirituali come Culotta e Leone, Pirrone, Samoná, De Carlo, Scarpa, Rogers. Se li vadano a piazzare sotto casa loro i birilli di metallo e non in pieno centro storico».
C'è chi cerca risposte: «Ma il progettista (se c'è) chi è? State distruggendo la città con la vostra idea di "arredo urbano"».
E l'intramontabile paragone: «Anche un bambino avrebbe fatto meglio. Qui il progetto non esiste. Un quadrato tracciato per terra e quattro birilli dissuasori. Vergogna!».
Vedremo.
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