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Keane? “ok rischio il tuo consiglio”

  • 8 luglio 2004

Tre settimane fa, era il mio compleanno, ho fatto una visita al mio spacciatore preferito di musica. “Ehi dove sei stato” mi ha chiesto lui, io ho cercato di non rispondere, ma lui ha continuato “ci sono quei cd che mi avevi chiesto, e poi sono arrivate delle cose nuove” e mi ha messo sotto il naso una pila di dischetti. Ovviamente la tentazione di infilarli tutti in borsa era molto forte, ma questo passaggio ne richiede necessariamente un altro, che è quello dello sborsare il grano necessario, così ho detto “fammene ascoltare qualcuno”. Lui ha messo nel lettore del negozio un dischetto luccicante “in cuffia oppure on air?” mi ha chiesto sorridendo sornione. “Niente cuffia, fa caldo” ho risposto. “Questo lo prendi senza ascoltarlo”, ha detto allungandomi una confezione dalla copertina scura e la scritta del nome del gruppo in bianco. Ho visto che il prezzo era inferiore alle novità commerciali ed ho detto “ok rischio il tuo consiglio”.

Lui ovviamente mi ha vaffanculeggiato per un po’, ho ascoltato musiche inodori incolori ed insapori, non sempre le novità sono interessanti, e me ne sono tornato a casa con tre cd scelti da me, uno imposto d’ufficio ed un demo in regalo “visto che fai il compleanno, questo è omaggio del negozio” ha detto il rabbino capo, mentre batteva alla cassa il conto. Quando ad inizio settimana preparo i caricatori per i lettori in macchina (due da dieci cd), metto i cd nuovi tra i primi, poi qualche certezza, qualche evergreen, qualcosa di solido se lo stato d’animo lo richiede. Stavo viaggiando su un rettilineo assolato, fasciato da vigneti e campi di grano appena mietuti, quando è partito il disco numero 4. “Questa musica mi piace” mi sono detto, ho rallentato ed alzato il volume. Sono passati quattordici giorni e questo cd è ancora nel caricatore, in più ho anche ripreso la custodia, ho aperto il booklet, ho letto i testi, sono stato curioso degli autori e delle loro facce, mi sono persino connesso al loro sito internet.

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Per me, che sono un consumatore pigro di musiche varie, avere effettuato tutte le operazioni descritte prima è un fatto assolutamente eccezionale. Si vede che mi ha colpito particolarmente il sound. Allora, troppe chiacchiere, il gruppo si chiama Keane, sono tre giovanotti inglesi di cui uno ha la faccia del bamboccetto, ed un altro una pericolosa somiglianza con qualcuno che porta il suo stesso cognome illustre, il terzo sembra uno scassinatore ma a sentire la musica non si direbbe. Voce, piano, tastiere hammond, basso, batteria. Tutto qui. Niente chitarrazze lancinanti, niente campionamenti, solo suoni naturali. A cosa somiglia la loro musica? A quella dei Keane ovviamente, a quella di Starsailor, Coldplay, Radiohead (nei brani più ispirati), forse se i Pink Floyd rifacessero oggi Atom Heart Mother pressappoco suonerebbe allo stesso modo. Vi ho messi fuori strada, lo so, ma se mi succede, come mi è successo, che gli accordi dei vari brani del cd mi entrano in testa e li riconosco subito quando cominciano, vuol dire che è veramente un ottimo cd, almeno per i miei criteri di giudizio. “Keane, Hopes and Fears” è il titolo, il brano che mi piace di più è “Bedshaped”.

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