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La nuova mostra della Correnti: "Desiderata"

Le cromie della Correnti sono frutto di un autentico percorso euristico, costruito attraverso reminiscenze di viaggi in terre lontane e viaggi introspettivi

  • 12 maggio 2009

E' stata inaugurata l'11 maggio a Palermo, “Desiderata”, la nuova mostra della pittrice Cristina Correnti. Ad ospitarla la settecentesca cornice di palazzo Jung (via Lincoln 73), dove per due settimane l’artista palermitana esporrà diciotto lavori, sette tele e undici acquerelli, dedicati al tema della maternità. Ad arricchire le opere il lavoro introspettivo di Angela Mannino, Alberto e Giampaolo Castiglione, Daniele Licciardello, Danilo Altese, Enrico del Mercato, Giovanni Franco, Irene Falci, Maria Gabriella Pantalena e Salvino Bevilacqua. Giornalisti, artisti, critici d'arte e professionisti che hanno voluto lasciare la loro impronta emotiva commentando una mostra che si preannunciava, fin dal suo concepimento, i colori lavorati con dita e spatole, volutamente più materica rispetto alle precedenti. Una caratteristica, questa, che rispecchia l’anima dell’habitat creativo della Correnti.

Entrare nel suo atelier di pittura significa, infatti, mettere piede in un mondo di colori, sia metaforicamente che fisicamente. Li calpesti sul pavimento dove lei dipinge, li ritrovi sulle pareti sulle porte negli angoli delle stanze e quando esci te li porti dentro negli angoli sulle porte sulle pareti della mente. Le cromie della Correnti sono frutto di un autentico percorso euristico, costruito attraverso reminiscenze di viaggi in terre lontane e viaggi introspettivi in territori assai vasti e profondi che, con la pittura e l’effetto catartico proprio di ogni forma d’arte, è riuscita ad indagare e disvelare prima a se stessa, poi ai suoi tanti estimatori. Ritaglia il suo spazio nel panorama pittorico siciliano, grazie al suo stile prettamente coloristico, sviluppando una serie di temi legati alla vita e alla morte, alla coppia, a ciò che è sentimento.
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La sua è una strada in senso contrario. «Un'opera d'arte, un quadro, deve ricordare un momento. È un pezzo di storia nella storia. - afferma - Gli artisti poi non devono essere assolutamente degli esteti, figura che ascrivo più a quella dei critici, ma dei comunicatori inclini a far uso di un proprio linguaggio che sicuramente è la rappresentazione di quello che stanno vivendo». Cristina Correnti è una shareholder delle tonalità. La sua mente le ha registrate fin da quando, appena sedicenne, prese a viaggiare in giro per il mondo. Se le porta dentro, fanno parte di lei e nel suo iter artistico si esplicano in un cromatismo che rende tangibile tutto ciò che ha vissuto. Come Paul Klee la si potrebbe definire la maga del colore, colore che si fonde alla luce esaltandone l’importanza. Le immagini della sua pittura tendono a recuperare il magico e a volte doloroso mondo dell'inconscio, traducendolo in forti cromie, per taluni improbabili se non impossibili, che invece esistono in realtà così, semplicemente traslate da quello che nella natura i suoi occhi hanno carpito e consegnato alla memoria.

«La mia è un’indagine che mira a provocare un universo che non conosco e di cui mi sembra di avere smarrito le coordinate. - conclude - Quello degli uomini che sembra abbiano paura di diventare padri e, quando capita che lo diventino, spesso in genere fuggono, hanno timore del come gestire la gravidanza e anche della donna stessa che si modifica. Il messaggio che voglio trasmettere è invece: guarda come sono bella, com'è bello vedere un uomo che bacia la pancia della propria donna, che ne tocca il corpo che diventa non solo morbido ma contenitore di ciò che si può creare insieme. Abbine cura ed amore!!».
La mostra resterà aperta in via Lincoln 73 tutti i giorni dalle 9.30 alle 19 fino al 24 maggio.

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