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La "Pupa del Capo" torna a casa: una storia a lieto fine

Prima abbandonato e spento, oggi il bellissimo mosaico liberty della cosiddetta "Pupa del Capo" è stato restaurato e momentaneamente conservato a Palazzo Ajutamicristo

  • 6 marzo 2016

La Pupa del Capo

Torna a scintillare la Pupa con le sue spighe di grano, i suoi colori e le sue forme che ricordano lontanamente quel bacio dipinto da Klimt: dopo il crowdfunding, le campagne, e l’impegno della fondazione Salvare Palermo, presieduta da Rosanna Pirajno, è stato recuperato il mosaico della "Pupa del Capo", che rappresenta la dea Demetra.

Dall’edificio dove era ubicato il mosaico liberty, la Pupa si trova oggi, in attesa di una collocazione definitiva, a Palazzo Ajutamicristo con l’insegna anch’essa restaurata dello storico panificio Morello, in via Cappuccinelle difronte la facciata della Chiesa di Santa Maria della Mercede, dove sorgeva originariamente il pannello.

L’obiettivo del restauro è stato raggiunto grazie anche alla collaborazione tra la Soprintendenza ai Beni culturali, la fondazione e alcuni enti privati. Mentre gli interventi sono stati eseguiti dal professore di restauro Franco Fazzio.

Salvato dal degrado e dall’abbandono in seguito al crollo di alcuni solai di Palazzo Serenario (edificio barocco che comprende il panificio), il pannello rappresenta un pezzo di storia dell’antico quartiere del Capo.

Una storia a lieto fine quindi per Demetra, quel capolavoro liberty che la città rischiava di perdere, preziosa con i suoi bracciali d’oro e pietre, quella capigliatura che evoca le mode della Belle Epoque; quella pupa ru Capu, in posa, elegante, vestita di gemme e di oro che coprono il suo corpo bianco, come racconta l’attore palermitano Salvo Piparo.

Tornerà a casa Demetra, dopo un periodo di stallo a Palazzo Ajutamicristo, finchè non saranno terminati i lavori di restauro della facciata del meraviglioso Palazzo Serenario, quell’edificio seicentesco barocco che è stato l'abitazione del pittore Gaspare Serenario e in cui lo scrittore Luigi Natoli ambientò alcune vicende del suo romanzo "I Beati Paoli".

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